I Tiri Vispi Weasley.

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Riacquistati i suoi ricordi, Ninfadora riempì i due gemelli e i suoi genitori di domande. Così, tutti e quattro, cenarono rispondendo a infinite domande. Per fortuna Dora non si è arrabbiata, pensò Sebastian. Per fortuna ha capito.
E infatti Ninfadora aveva realmente capito perché i suoi genitori, tanti anni addietro, si erano visti costretti a compiere un simile gesto quale quello di cancellarle i ricordi. Non si arrabbiò e non fu capace di mettere il broncio o provare rancore. Anzi, era piena di curiosità e voleva risposte. Risposte che ricevette, anche se questo implicò il rimanere in cucina, svegli, fino a che Andromeda non si arrabbiò, affermando che era ora di andare a dormire. Alzati da tavola, Sebastian e Alexandra erano pronti per andare a dormire in quella che, per qualche anno, era stata la loro camera. Tuttavia furono bloccati da Dora che, prendendoli alla sprovvista, li strinse in un forte abbraccio. La sua gioia nel vederli era tangibile. Anche se molte cose in lei suggerivano che non fosse realmente felice. I suoi capelli non erano di un rosa acceso o altri colori stravaganti: erano di un grigio topo smorto. E i suoi occhi, in fin dei conti, erano spenti e tristi.
Stesi nei loro letti, Alexandra e Sebastian, giunsero alla conclusione che il malessere di Dora era causato dalla perdita di Sirius. Infondo neanche loro due l'avevano superato. Era successo solo poche settimane prima. Era impossibile risanare completamente una ferita simile in così poco tempo.

Il giorno seguente Dora dovette salutare a malincuore i suoi cugini che aveva appena ritrovato; aveva ancora tantissime cose da chiedere loro e argomenti su cui discutere, ma aveva del lavoro da fare. Alexandra e Sebastian aiutarono i loro zii in casa e passarono la giornata insieme come una famiglia, una cosa che non succedeva da tempo. 
"Sei proprio sicura di non voler restare ancora un po'?" 
Alexandra, a cena, aveva ricordato ai Tonks che l'indomani mattina sarebbe andata via. Aveva detto loro che sarebbe andata da degli amici, senza specificare che uno in realtà era il suo ragazzo. Infatti, Ted non era troppo convinto a lasciarla andare così, senza sufficienti spiegazioni e senza la certezza assoluta che sarebbe stata al sicuro, considerato il fatto che Sebastian non l'avrebbe seguita e che Voldemort e i suoi Mangiamorte erano a piede libero.
"Ho fatto una promessa. Le promesse sono sacre, no?"
"Sì, ma non ci hai detto nemmeno chi sono questi amici" incalzò Andromeda, un po' preoccupata e un po' sospettosa.
"Sono Weasley. Fanno parte dell'Ordine. Pensavo vi fidaste di loro."
"Noi ci fidiamo dei Weasley." Ribatté Andromeda sulla difensiva.
"Io li conosco" s'intromise Sebastian, convinto che forse, sentendo parlare lui che essendo suo fratello non le avrebbe mai permesso di passare l'estate da persone di cui non si fidava, si sarebbero convinti a lasciarla andare senza troppe polemiche. "e sono dei ragazzi d'oro. Tengono molto ad Alex, e l'hanno protetta quando non l'ho fatto io."
Nel pronunciare quelle parole il suo tono era fermo, ma dentro di sé si vergognava. Alexandra capì a cosa suo fratello stava facendo riferimento: quella volta in cui duellarono nella Stanza delle Necessità e i gemelli Weasley le erano stati vicino, nonostante all'epoca non fossero così legati. 

Sebastian aveva ottenuto l'effetto desiderato: Andromeda e Ted avevano acconsentito a far partire Alexandra il mattino seguente.
Quella notte Alexandra dormì poco. Da una parte era emozionata all'idea di rivedere Fred e George, ma dall'altra le dispiaceva lasciare Sebastian da solo, nonostante lui le avesse più volte ripetuto che non era affatto un problema. Sta di fatto, che quella sarebbe stata la prima volta che i due si sarebbero separati per così tanto tempo. Certo, da piccoli avevano passato un anno distanti l'uno dall'altra, ma era diverso. Era stato contro la loro volontà. Dopo quell'episodio, Alexandra e Sebastian non si erano mai più separati. Non sapevano, non avevano mai pensato, e se l'avevano fatto non l'avevano fatto volentieri, a come potesse essere la vita dell'uno senza l'altra. 
Fu con quei pensieri che, a notte inoltrata, Alexandra si addormentò. 

Dopo aver fatto colazione, il giorno a seguire, Alexandra passò almeno venti minuti a sentire le innumerevoli raccomandazioni dei suoi zii. Quando finalmente la lasciarono andare, abbracciò suo fratello. Egli la strinse forte, trasmettendole una sicurezza di cui solo lui era capace. Le lasciò un dolce bacio sulla guancia, dopo averle sussurrato "abbi cura di te", e si staccò. Alex sorrise ai suoi familiari, afferrò il baule e si assicurò che Geordie fosse al sicuro nella sua piccola gabbia in cima ad esso; l'avrebbe fatta uscire dal baule non appena sarebbe arrivata a destinazione. Aveva deciso di Materializzarsi direttamente a Diagon Alley. Odiava la Metropolvere e preferiva di gran lunga la comodità della Materializzazione. Così, lanciando un ultimo sguardo al salotto dei Tonks, si Smaterializzò con quel tanto familiare senso di oppressione e soffocamento.

Alexandra, arrivò al numero 93 di Diagon Alley nel tardo pomeriggio. In contrasto con le sbiadite facciate dei negozi, le vetrine di Fred e George colpivano come uno spettacolo di fuochi d'artificio. I passanti si voltavano a guardarle, e alcune persone stupefatte si erano fermate, come paralizzate. La vetrina di sinistra riluceva di un assortimento di oggetti che giravano su se stessi, esplodevano, lampeggiavano, rimbalzavano e strillavano. La vetrina di destra era coperta da un poster gigante, viola come quelli del Ministero, ma stampato a gialle lettere lampeggianti:

Perché hai paura di Tu-Sai-Chi?
MEGLIO aver paura di NO-PUPÙ-NO-PIPÌ
La Sensazione di Occlusione che Stringe la Nazione!

Nel leggere quel manifesto Alexandra rise, con un senso di rassegnazione al loro particolare senso dell'umorismo. Decise di entrare. Si guardò intorno, osservando gli scatoloni accatastati fino al soffitto: erano le Merendine Marinare che i gemelli avevano perfezionato durante il loro ultimo, incompiuto anno a Hogwarts. C'erano bidoni pieni di bacchette trabocchetto, dalle più economiche (che si limitavano a trasformarsi in polli di gomma o mutande quando venivano agitate) alle più costose (che picchiavano l'incauto possessore sulla testa e sul collo), e scatole di piume nelle varietà Autoinchiostrante, Autocorreggente e Rispostapronta. 
"Posso aiutarla?" un sorridente George Weasley le si era avvicinata, porgendole il braccio. Alex lo guardò, scoppiando a ridere. Lui non se lo aspettava, perché rimase a guardarla un po' allibito.
"Non credo che a Fred piacerà il fatto che tu ci stia provando con me, Georgie" 
Il ragazzo la guardò, se possibile, ancora più sbalordito di prima. "Alexandra?"
Lei annuì, ridendo.
"Ma.. ma.. i tuoi occhi.. i tuoi capelli.. cosa..?"
"Oh, sì, te lo spiegherò un'altra volta. Adesso che ne dici di farmi fare un tour?"
Il ragazzo si riprese e sorrise, esprimendo tutta la sua felicità nel vedere Alex. Le prese il baule, offrendosi di portarlo lui, e la guidò nel negozio. 

Alex si guardava attorno affascinata da tutto ciò che i gemelli si erano inventati: Trucchi magici Babbani, Marchi Neri Commestibili-Nausea Garantita!, Filtri d'amore. 
"Cioè spiegami, siete capaci di compiere queste magie straordinarie" commentò Alexandra osservando un grosso espositore vicino al banco e leggendo le informazioni sul retro di una scatola con l'immagine coloratissima di un bel ragazzo e di una ragazza in estasi sul ponte di una nave pirata.
«'Un semplice incantesimo ed entrerete in un sogno a occhi aperti lungo trenta minuti, di alta qualità e assolutamente realistico, facile da inserire in una tipica lezione scolastica e virtualmente intercettabile (gli effetti collaterali includono espressione vacua e rivolo di bava). Vietata la vendita ai minori di sedici anni'.»

"e non sapete nemmeno rimorchiare una ragazza?" 
"Ehi!"
"George, il tuo tentativo di prima è stato davvero patetico." 
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, anche se sorrideva. 
"Ehi, Freddie! Guarda un po' chi c'è!" George aveva avvistato suo fratello poco lontano da loro. Egli si voltò e nel vedere Alexandra si illuminò, sorridendo. Ciononostante, non poteva raggiungerla, impegnato com'era con i clienti. 
Alexandra quindi si sistemò momentaneamente dietro il banco, così da non intralciare il lavoro dei due gemelli. Si sedette, accarezzando la sua Puffola Pigmea che sembrava incuriosita dal nuovo ambiente circostante, e attese la chiusura del negozio, che avvenne di lì a un'ora. 
Chiuse le porte e spente le luci, Fred finalmente andò a salutare Alexandra. La strinse in un abbraccio e la baciò con dolcezza sulle labbra, prima che George li interrompesse con un colpo di tosse tanto falso quanto irritante. Alexandra si sistemò Geordie sulla spalla e seguì Fred e George su per una scala che, dedusse, doveva condurre al loro appartamento. 

The dark side 2. //Fred WeasleyWhere stories live. Discover now