Cena romantica.

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Quando Alex si svegliò era ormai ora di pranzo. Dormire le era servito. La febbre era passata e anche il mal di testa. Fred e George, durante la mattinata, erano scesi per lavorare, ma ogni ora uno dei due saliva a controllare lei come stesse.
"Ragazzi, sul serio, sto bene." Alexandra stava cercando di convincere i gemelli del fatto che si sentisse realmente meglio. Certo, non si sentiva al massimo delle sue forze, ma non stava male come il giorno prima.
"Eravamo terrorizzati, ieri. Vederti così.. Ci dici cosa fai tutti i giorni e perché ieri stavi così male?"
Alexandra non riuscì a sostenere lo sguardo di Fred. Guardò altrove, verso l'orologio. Mancavano un paio d'ore all'incontro quotidiano con Bellatrix.
"Io ve lo dico se voi oggi mi lasciate uscire senza fiatare."
"Non se ne parla!" scattarono entrambi in piedi.
"Non ci tengo a passare un'altra notte in preda al terrore."
"Qualunque cosa tu faccia, devi smetterla."
"Lo diciamo per te."
La ragazza sbuffò, prendendosi la testa fra le mani: sentiva il mal di testa tornare. "Ragazzi, per favore."
Fred e George si guardarono e si sedettero a tavola difronte a lei. "Tu adesso ci dici cosa succede, e poi valuteremo se potrai uscire o no."
"Non siete i miei genitori. Parlo solo a condizione che mi lasciate uscire."
Fred e George si guardarono. 
"Preferite che me ne vada lasciandovi con i sensi di colpa nel caso in cui mi succedesse qualcosa?" incalzò Alex.
"Ci sta manipolando?"
"Vi sto esponendo le possibilità." Sorrise, accavallando le gambe. Era certa, ormai,  di aver vinto.
"Okay. Parla e ti lasciamo uscire. A condizione, però, che stasera esci con me" 
"Stai cercando di manipolare la manipolatrice?" Chiese George a suo fratello.
"Andata." Decise infine Alex. 
"Allora ti ascoltiamo."

"Mi vedo con Bellatrix Lestrange."
Non appena Alexandra confessò chi incontrava tutti i giorni, Fred e George iniziarono a parlare l'uno sull'altro, indignati da quella informazione. Alex non capiva nulla di quello che dicevano, e riuscì a zittirli a fatica. 
"Continuo a parlare solo se state zitti."
I due annuirono, e Alex riprese. "Gliel'ho chiesto io. Mi insegna la Legilimanzia e l'Occlumanzia, oltre che a duellare." 
"Per quale motivo ti sei rivolta a lei? E perché per queste cose?"
"Per proteggermi." 
I gemelli la guardarono confusi. 
"Harry sa che Bellatrix è mia madre. Harry e Voldemort sono legati. Le loro menti sono connesse. È già successo che Voldemort manipolasse la mente di Harry. L'ha fatto per fargli credere che Sirius fosse al Ministero, in pericolo. Potrebbe, in qualsiasi momento, entrare nella mente di Harry e appropriarsi delle informazioni riguardanti me e Sebastian senza che lui se ne accorga. Forse l'ha già fatto e aspetta il momento giusto per agire. Se lo sapesse, mi ucciderebbe. A Bellatrix non importa di proteggermi. Mi venderà subito, senza alcuno scrupolo, pur di non essere odiata dal suo Signore. Ma quello che Harry, e quindi Voldemort, non sa è che Lucius è mio padre. È ciò di cui mi sono servita per convincere Bellatrix. Voldemort potrebbe anche perdonarle due figli come me e Sebastian. Ma figli di Lucius? Bellatrix sa che Voldemort li ucciderebbe subito, prima di uccidere noi. Ma lei e Lucius non sono così stupidi da dirgli la verità. Così ho convinto Bellatrix a insegnarmi a duellare. È una strega potente. E mi insegna l'Occlumanzia e la Legilimanzia per capire cosa Harry e gli altri sanno, o sospettano. E per impedire a chiunque altro di scoprire qualsiasi altra cosa. L'ultima cosa che mi serve è sbandierare ai quattro venti di essere una Malfoy ora che i Mangiamorte sono a piede libero e il nome dei Malfoy è degradato."

Fu George a parlare, dopo degli istanti di silenzio. "l'hai usato contro di noi?"
"Usato cosa?"
"la legilimanzia"
"George.."
"Rispondi." il suo tono era sorprendentemente duro.
"È capitato che qualche sera vi abbia letto nel pensiero per sbaglio. Ma non l'ho fatto di proposito. Torno sempre distrutta e i miei poteri hanno il sopravvento. E a volte anche la Legilimanzia." 
"Non userei mai questo potere su di voi, George." Affermò, guardandolo negli occhi. Voleva con tutta se stessa che gli credesse. "Mai."
George annuì piano. "Lo so.." 
"E Sebastian? Anche lui prende lezioni con te?" intervenne Fred.
Alexandra scosse la testa "lui non sa niente"
"Perché?"
"Perché lui non ne ha bisogno. È molto più potente di quanto lui stesso immagini. E non accetterebbe mai di prendere lezioni da Bellatrix."
"spero davvero che ne valga la pena" disse George, alzandosi. "ma se torni ancora nelle stesse condizioni di ieri, ci vado io da Bellatrix. E non sarà divertente."
Alexandra sorrise. Vedere George minacciare qualcuno era paragonabile a un tenero bambino di quattro anni che ti mette il broncio: irresistibile e dolce a livelli diabetici. 
"E torna in tempo per il nostro appuntamento, almeno" aggiunse Fred. Si alzò anche lui e le baciò la guancia.


"George, perché fingi di essere Fred?"
Alexandra era pronta per l'appuntamento con il suo ragazzo e George era davanti a lei, fingendosi Fred, pronto ad uscire con lei.
"Te l'avevo detto che non ci avrebbe creduto" intervenne il vero Fred, raggiungendo i due con un sorriso stampato in volto. 
"Voi due non sapete proprio divertirvi" scosse la testa il rosso, prima di uscire dalla stanza con fare offeso. 
Alexandra rise e Fred con lei. 
"Sei bellissima" le disse, dandole un bacio sulle labbra.
Lei sorrise e afferrò la mano che Fred gli porgeva. 
"È il nostro primo vero appuntamento, questo?" 
"Sai, mi sa di sì"
Alex rise, mentre uscivano sulla strada. L'aria estiva li travolse: faceva caldo, ma non eccessivamente. Non c'era vento a rinfrescare l'aria, ma in compenso non c'era più il sole, quindi l'aria notturna ci stava pensando da sola a rimpiazzare il caldo afoso del giorno con un caldo più moderato. 
"Una normale coppia che fa cose noiose come uscire per una cena romantica"


Alexandra e Fred passarono una serata piacevole. Mangiarono in un ristorante, parlarono, fecero una passeggiata. Tutto ciò che avrebbe fatto una coppia normale. 
Quando tornarono a casa, George non c'era. 
"Stanotte non torno" Fred lesse un biglietto lasciato dal gemello sul tavolo della cucina.
"Di poche parole" scherzò Alex, togliendosi la giacca.
"sono sempre stato io quello più estroverso" 
"Si, questo diciamo che è evidente" rise Alex. "Come mai, poi?"
"Non lo so" scosse la testa il ragazzo "da quando siamo piccoli sono sempre stato io a prendere le iniziative. Però una volta che ci viene trascinato, si scioglie"
Alexandra annuì e seguì Fred in camera. 
"Incendio" disse Fred, puntando la bacchetta sulle candele presenti in camera che subito si accesero. Ripose la bacchetta nella tasca dei jeans e si avvicinò ad Alex. 
"Te l'ho mai detto che sei bellissima?"
Alex rise circondandogli il collo con le braccia "almeno un milione di volte"
"Allora te lo dico un milione di volte e uno" sorrise lui, prima di baciarla. 
I due si spostarono sul letto di Fred, stesi l'uno accanto all'altra.
"Sono stata bene stasera" 
"anch'io. Dovremmo farlo più spesso" 
Alex sorrise. Poi ci furono degli istanti di silenzio, prima che Alexandra parlasse di nuovo.


"Fred.. per quanto riguarda quello che hai detto a casa dei tuoi.."
Fred si irrigidì. Alex lo guardò e proseguì. "Tu.. dicevi davvero?"
"Dipende" mormorò lui. 
"Da cosa?"
"Scapperesti se ti dicessi di sì?" 
Alex sorrise spontaneamente. Capì che Fred aveva realmente paura. Forse che lei lo avrebbe respinto o che sarebbe scappata.
"No, Freddie" 
Fred la guardò, un barlume di speranza negli occhi. 
"Magari ci sarebbe stato un tempo in cui lo avrei fatto, ma non ora."
"no?"
Lei scosse la testa, continuando a guardarlo. "ti amo anch'io, Fred" mormorò con un filo di voce.
Non sapeva cosa fosse l'amore, di preciso. Ma Andromeda le aveva raccontato spesso di lei e Ted. E quello che provava con Fred non l'aveva mai provato con nessuno. Lui la faceva stare bene e non aveva alcuna intenzione di scappare solo perché era una cosa nuova per lei. Conosceva Fred, e sapeva che ci sarebbe stato lui lì per lei e per insegnarle cosa fosse l'amore. Così come aveva fatto, inconsapevolmente, fino a quel momento. 
Le labbra di Fred si aprirono in un sorriso. Era evidente che si sentisse sollevato. 
I due si baciarono. 
Si baciarono a lungo, liberando tutto l'amore che provavano l'uno per l'altra. Alex sentiva le farfalle nello stomaco, come le aveva sentite la prima volta che si baciarono, a San Valentino.

"Diamine, scusa" Fred si staccò da Alex. Era sopra di lei, senza farle male. Entrambi si erano fatti prendere la mano dal bacio e Fred, forse, si era lasciato trasportare troppo. Non che avesse fatto qualcosa di sbagliato. Però aveva toccato Alex in quello che sapeva essere un suo punto debole.  Alexandra, all'altezza dello stomaco aveva una tremenda cicatrice lasciata da suo cugino Cedric tanti anni prima e non aveva mai voluto farla vedere a Fred.
Alex vide il volto di Fred coprirsi di preoccupazione e senso di colpa. Il cuore le si colmò di tenerezza. Amava come Fred si prendeva cura di lei, anche nelle minime cose. 
Alex gli prese le mani, stringendole. "Fred, va bene."
"Non voglio forzarti, Lexa.."
"non lo fai." Affermò decisa, guardandolo negli occhi. "Me la sento."
Fred, rassicurato da quelle parole, la baciò ancora, e i due si lasciarono trasportare dall'amore e dalla passione. 

The dark side 2. //Fred WeasleyWhere stories live. Discover now