La Tana.

495 24 7
                                    

"Potresti gentilmente smetterla di rubarmi le cose?"
"Non so proprio di cosa tu stia parlando" Replicò Alexandra in risposta al suo ragazzo, addentando il muffin ancora caldo che aveva preparato per l'occasione. 
"Quella è una mia camicia." ribatté Fred, indicando la camicia bianca che Alexandra indossava.
"Beh, mi dispiace, ma era la chiave per il mio outfit." Alexandra indicò se stessa con un gesto della mano in cui non teneva la metà del muffin, per evidenziare il suo vestiario. Indossava degli stivali neri, una gonna corta dello stesso colore e la camicia incriminata col il davanti infilato nel bustino della gonna, e il dietro lasciato al di fuori di esso. 
"Donne. Non le capirò mai" scosse la testa George, allungando la mano sul vassoio dei muffin. 
Alexandra gliela colpì con uno schiaffo. "Ne hai già mangiati tre, George. Basta."
Lui la guardò torvo, prima di uscire dalla cucina con fare offeso.
"Prima la mia cravatta.. poi il mio cuore.. adesso i miei vestiti.." Fred si stava lamentando teatralmente, elencando le cose che nel tempo Alexandra-a detta sua- gli aveva rubato. 
"E quando ti avrei rubato la cravatta scusa?" Chiese lei, finendo di mangiare il suo muffin.
"A Hogwarts. Prendesti la mia cravatta di Grifondoro una mattina, dopo che avevamo dormito insieme. E io sono andato a lezione senza. Rammenti?"
"No, non rammento" scosse la testa con nonchalance. "Secondo me te lo sei inventato."
"Ah, me lo sono inventato eh?" Fred le si avvicinò e la tirò a sé, circondandole i fianchi con un braccio, mentre con l'altra mano le spostava i lunghi capelli neri-avevano deciso di comune accordo che sarebbe stato meglio uscire con i capelli con cui tutti erano abituati a vederla, anche se Alexandra aveva preferito lisciarli- dietro la spalla e le parlò piano, all'orecchio, anche se non ce n'era bisogno "E come posso provarti che non mi sono inventato che mi hai rubato il cuore?"
A quella frase Alexandra sorrise. Sentiva il respiro di Fred sul collo e un brivido le percorse la schiena. 
"Quale sarà la prossima cosa che ruberai? Il mio cognome?" Fred sorrise, lasciandole un bacio sulla mascella. Anche Alexandra sorrise, mordendosi il labbro. Gli cinse il collo con le proprie braccia e portò una mano fra i suoi capelli rossi e morbidi. 
"E tu cosa mi ruberai? La verginità?" Gli chiese all'orecchio con un sussurro, provocandolo. Fred la guardò inizialmente sorpreso da tanta sfacciataggine, poi rise. Alexandra rise con lui e si baciarono. 


La casa dei Weasley-la Tana- si trovava nei pressi della casa dei Lovegood e dei Diggory. Alexandra riconobbe la collina dove lei e Cedric, da piccoli, volavano con le loro piccole scope. Le si strinse il cuore e provò a scacciare i brutti pensieri: i Weasley avevano invitato i gemelli a pranzo-i quali avevano deciso di chiudere il negozio per un giorno-, ma erano arrivati qualche ora prima per passare più tempo in famiglia. Fred decise di approfittarne per far conoscere meglio ai suoi genitori Alexandra, anche se avevano deciso di non dir loro subito che stavano insieme. La casa presentava una struttura irregolare: infatti sembrava reggersi in piedi solo per magia. Molte galline marroni e panciute scorrazzavano libere nell'aia. Il giardino era pieno di erbacce ed era completamente infestato dagli gnomi da giardino, piccoli e coriacei, con una grossa testa calva e bitorzoluta.
"Aspetta di vedere dentro" Sorrise George, notando lo sguardo affascinato di Alexandra. Senza aspettare una sua risposta, spinse la porta, entrando in casa, seguito dagli altri due. 


La cucina era piccola e aveva nel mezzo un lungo tavolo di legno con delle sedie; sulla mensola del camino erano accatastati libri di cucina. Alex notò un orologio da parete con tante lancette quanti i membri della famiglia- ovvero nove- e nessun numero. Ogni lancetta indicava in ogni momento dove si trovasse ciascuno dei Weasley e quale fosse il suo stato di salute. Ognuna delle nove lancette indicava "Pericolo mortale". Quella vista costrinse Alexandra a distogliere lo sguardo. Quella era l'ennesima prova che da quando Voldemort era tornato nessuno era più al sicuro, nemmeno in casa propria.Oltre la cucina, una scala zigzagante conduceva ai piani superiori. Ai fornelli, indaffarata tra pentole e padelle vi era Molly Weasley. Una donna bassa, paffuta, dai capelli rossi come il resto della famiglia. Nel sentire arrivare i suoi due figli si voltò, un gran sorriso sulle labbra. Si asciugò le mani sul grembiule e si precipitò ad abbracciare i gemelli. 
"Alexandra!" Sorrise lei, rivolgendo la sua attenzione ad Alex, che ricambiò il sorriso cordialmente. Si erano già incontrate a Grimmauld Place, durante le feste di Natale. "Ho sentito tanto parlare di te quest'estate. Sei sempre più bella." Le disse gentilmente, dandole una carezza sulla guancia. Alexandra sentì il cuore scaldarsi a tanto amore materno che non aveva mai ricevuto dalla sua vera madre, e non poté fare a meno di pensare che i figli di quella donna erano davvero fortunati. 
Alexandra le porse il vassoio con i muffin e Molly la ringraziò, dicendole che non avrebbe dovuto disturbarsi, prima di tornare ai fornelli per non far bruciare nulla. 
In quell'istante scese una ragazza di una bellezza mozzafiato. Era alta e flessuosa, con lunghi capelli biondi, e pareva emanare un vago bagliore argenteo. Alla sua presenza Molly si irrigidì notevolmente, ma la ragazza fece finta di nulla e salutò i gemelli Weasley con, notò Alexandra, un po' troppo affetto. Chi era quella ragazza, e perché stava baciando i due ragazzi sulle guance come fosse la loro madre?
Poi si presentò ad Alexandra come "Fleur Delacour". Era la futura sposa di uno dei fratelli più grandi di Fred e George. Alexandra provò un forte moto di comprensione nei confronti della signora Weasley che stava alzando il volume della radio per sovrastare la voce di Fleur: quel suo accento francese era fastidioso. Lei era fastidiosa.


"Zitto, zitto, zitto!" stava strillando Hermione isterica, agitando le mani, mentre scendeva dalle scale seguita da Harry e Ron. "Lo so che sono stata bocciata in tutto!"
"Alex!" esclamarono i tre all'unisono, arrivati in fondo alle scale. La diretta interessata rise e salutò i tre amici tra un "Non ti aspettavamo qui" e un "ti trovo bene". 
Alexandra venne a conoscenza del fatto che Harry era arrivato proprio quella notte ed Hermione pochi giorni prima. Le dissero che avevano tanto di cui parlare, ma l'entusiasmo durò poco. I tre ragazzi erano in ansia: quella mattina sarebbero dovuti arrivare i risultati dei G.U.F.O. sostenuti un mese prima. 
Così Alexandra, che sapeva come ci si sentiva in attesa dell'esito di un esame, li lasciò in pace in preda alle loro ansie e paranoie, e intimò ai gemelli di fare lo stesso, evitando battutine. 
Pochi minuti più tardi Hermione strillò "Oh no!" 
Alexandra capì il perché solo quando vide la signora Weasley precipitarsi ad aprire la finestra da cui entrarono quattro allocchi che planarono sul tavolo in fila ordinata, tutti sollevando la zampa destra. Uno di loro era per Alexandra. Afferrò la busta con fare incerto, chiedendosi come mai la sua lettera le fosse arrivata lì, e la slegò dalla zampa del gufo. Harry, Ron ed Hermione stavano facendo lo stesso con le mani tremanti e dita incerte.
In cucina nessuno parlò. Alexandra aprì la sua lettera e lesse la prima pagina. Era un semplice messaggio di accoglienza della professoressa McGranitt che la informava che l'anno scolastico sarebbe iniziato il primo Settembre e che di seguito avrebbe trovato la lista dei libri. Nulla di strano. Non finché non lesse l'ultimo rigo. 

Inoltre la informiamo che quest'anno, eccezionalmente, starà con la Casa che le spetta dall'inizio: Serpeverde. 

The dark side 2. //Fred WeasleyWhere stories live. Discover now