Menzogna

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Pov's Caspian Davide Mateo Gonzalez

- Le origini della rovina nascono quando ti svegli dal mondo dei sogni. -

Ero felice.
Quando ero piccolo ero felice.

I miei genitori si amavano ed io e i miei fratelli giocavamo normalmente.

Solo a quattordici anni mi resi conto che non era stata altro che una futile menzogna.

Quello che doveva essere mio padre picchiava a sangue la donna della mia vita, aiutato da mio fratello Lucas allora ventenne.

Lividi e dolore erano all'ordine del giorno per lei, ed io non potevo fare niente.

Niente.

Pugni, calci, insulti.

Dovevo vederla in quello stato, gli occhi scuri che morivano ogni volta ma rinascevano quando vedeva me e Carol.

Solo per noi, sorrideva per non farci pesare la situazione.

Ma qualcos'altro stonava, come se non stesse nel posto giusto.

Carol, la mia piccola e dolce sorellina di dodici anni, la mattina a colazione pareva pezzata.

Macchie incrostate, tagli, ematomi, segni, impronte di mani.

Anche lei.

Più il tempo passava, più mi sentivo morire dall'interno.

E poi bhe, hanno iniziato pure con me.

Pugni, calci, insulti.

Mi mettevano al muro, agguantandomi dai capelli corvini e mi sbattevano la testa sull'armadio.

E ancora pugni, calci e insulti.

Ci provai a difenderle, attaccandomi come una sanguisuga alla gamba di mio padre, ma Lucas mi staccò e mi spaccò letteralmente la fronte sull'anta di legno.

Rimasi lì quella sera, in un lago cremisi e la testa che doleva.

'Crescerò e ve la farò pagare.' Mi ripetei come un mantra, trascinandomi in bagno.

E mentre lo facevo davvero, mentre crescevo e diventavo forte, imparavo l'arte della boxe.

Poi quella delle arti marziali, della lotta corpo a corpo, pugilato e palestra.

Era un pomeriggio dove ero tornato dall'università, avevo appena compiuto 23 anni.

Corsi in camera di mamma per accertarmi che stesse bene, ma la scena che mi si palesò davanti mi fece rigirare le viscere.

Lucas che si scopava Carolina a novanta sul letto e papà che picchiava mamma.

Quel giorno non ero da solo, nella tasca del giubbotto avevo un coltello.

Ma prima pensai a scaraventarmi su quella feccia umana di mio fratello.

"Lasciala maiale!" Lo presi per la gola da dietro, la vista del suo cazzo dentro mia sorella mi imbestialì.

"Vergognati, stronzo!" Gli tirai una testata dritta sul naso, e lasciandolo cadere a terra mi diressi da quell'altro.

Spintonai l'uomo molto più grande di me, che perse l'equilibrio finendo spalle al muro.

Si sono invertiti i ruoli, eh, bastardo?!

"Ora sono io il più forte." Mormorai al suo orecchio, prima di schiaffeggiarlo facendogli voltare addirittura il viso.

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