Ragazzi della nuova Barcellona

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Pov's Caspian Gonzalez

- Ci guardiamo e ridiamo senza dire niente. Succede così tra migliori amici. -

Non mi hanno riservato un bel trattamento ieri, dopo che sono ritornato dalla seduta con la bella dottoressa.

Lo sapevo tanto... Mi hanno trattato come il peggiore degli scarti umani e il più sbagliato degli esseri viventi a questo mondo.

Appena ho imboccato il mio corridoio i bastardi mi hanno aggredito, mi stavano semplicemente aspettando per tendermi un agguato.

Erano molte le guardie presenti, ma raddoppiata era la mia rabbia.

Non si sono risparmiate, né sono state clementi con i colpi, ma posso dire di essere stato pure più cattivo.

Da quanto ho capito ne ho ammazzati tre e mandati all'ospedale altri cinque, avvenimenti che non fanno che imbrattare di più il mio curriculum irrecuperabile e assegnarmi un altro ergastolo inevitabile.

Mi sono saltati addosso da dietro, sulle spalle facendomi cadere in ginocchio.

In ginocchio, capite?

Ho dato di matto.

Non ci vedevo un cazzo, solo rosso e nulla di più, ma li sentivo i loro respiri affannati, le loro mani sudicie sul mio corpo, i loro insulti che profanavano quella mia poca sanità mentale rimasta.

E mentre stavo avendo la meglio nella lotta, ho incominciato a piangere.

Pensando che niente di tutto questo sarebbe accaduto se loro fossero state qui con me, io a proteggerle e loro a proteggermi.

Conforto, sicurezza, amore.

Paradossale, paradossale.

Eccolo, dappertutto.

Ma non è quello dei suoi capelli...

Poi, sono scoppiato in una risata travolgente.

Quelle nullità mi credevano instabile e mi criticavano per questo, è ilare se ci si pensa, perché io vedo cose che loro non possono immaginare.

Io lo vedo il dolore annidato negli occhi della gente, sento la tristezza a chilometri di distanza situata in un cuore infranto.

Come si può non vedere?

E ascolto, ascolto tutte le parole che le labbra non dicono e che le mie orecchie stanche riescono ad udire.

Mi hanno chiamato bipolare, pazzoide, anormale.

"Senti voci?" Mi aveva chiesto uno psicologo tempo fa'.

Digli di no, non ci capirebbe.

"No."

"No?"

"No, non sento niente."

Ne avevo piene le palle.

Io sentivo solo più degli altri, più dolore, più rancore, più... malinconia.

Me li sono scrollati di dosso, ergendomi in tutta la mia altezza.

Le gole...

Li ho agguantati dal collo e strangolati con prepotenza, i loro occhi che ruotavano all'indietro.

Ma io, una macchina assassina, mi sono fatto abbattere da un ago in soli dieci minuti.

Conficcatosi nella mia spalla, l'ho estratto appena ho sentito il lieve fastidio.

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