Mia

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Pov's Caspian Gonzalez

- E nel bosco venne Cappuccetto Rosso per dire al lupo di stare attento agli
esseri umani. -

"Cazzo, fratello. L'hai spaventata di brutto questa volta." Commenta Benji dopo aver sentito la mia spiegazione sul accaduto di ieri.

"Mi è partita la brocca." Sussurro tra i denti, perdendomi a contare le sbarre.

"So come sei quando ti incazzi, per nulla gentile, Cas." Scuote la testa, dispiaciuto, dicendo la verità.

"Sto qui dentro da più di un anno e mezzo e nessuno è riuscito ad aiutarmi, voglio andarmene!" Tiro un calcio sul ferro scrostato, sento la rabbia salire.

"Troveremo un modo, te lo prometto." Due occhi castani mi guardano, giurandomi che un giorno ne usciremo.

Sbuffo frustrato, stropicciandomi il viso e sedendomi per terra.

"Che ti ha detto quel nuovo psicologo?" Gli chiedo, rovesciando la testa indietro sul metallo freddo.

"Niente, mi ha fatto due domande a cui ho risposto con: <<fottiti>> o << vaffanculo>>. Poi mi ha mandato via, era pure antipatico sto stronzo." Ridacchio appena, Benjamin non è mai stato un ragazzo modello nell'ambito educativo.

A cogliermi alla sprovvista sono le guardie che vengono a bussare alla mia porta.

Non ho nessun incontro oggi...

"Gonzalez, con noi." Mi intimano.

I cambi di programma non previsti mi mettono in agitazione, non mi piacciono, anzi, li odio proprio.

Preferisco avere tutto sotto controllo.

"Anvedi questi, sempre in mezzo ai coglioni stanno." Bofonchia Benjamin strappandomi un risolino.

"Ma che volete pure adesso, va bene che vi manco ma trattenersi un po'?" Li perculo mentre mi fanno uscire dalla cella.

Appena metto piede fuori da quella topaia di cinque metri quadrati, la mia attenzione è tutta per lei.

Non l'avevo notata, come ho fatto poi.

"Ah ecco perché, bhe allora potete rompere i coglioni quando vi pare." Sussurra il mio migliore amico, spalmato sulla grata per assistere alla scena.

Come al solito i capelli rossi le cadono riccioluti sulle spalle, gli occhi primavera mi scannerizzano attentamente e le lentiggini si deformano di continuo per la sua buffa mimica facciale.

"Abbiamo da risolvere una questione, venga con me." Il suo tono gelido mi fredda da capo a piedi.

Subito mi irrigidisco, capendo di cosa si tratta.

Non te lo dico, smettila di insistere.

Le guardie mi prendono sotto braccio, obbligandomi a muovere i primi passi contro la mia volontà.

Basta, non voglio parlarne.

Mi spingono e quando anche lei vede che non accenno a muovermi, fa un piccolo segno ai due stronzi che iniziano proprio a trascinarmi di peso.

Lo capisci che fa male?! È una ferita che ancora sanguina, non mi toccare.

Non lo capisce, perché non fa niente per farli smettere, anzi, uno mi acciuffa i capelli.

"Lasciatemi, ora!" Ringhio con la testa piegata, sentendo la rabbia montare.

"Teste di cazzo che non siete altro, mollatelo!" Benji batte i palmi sul ferro, facendo rimbombare tutto il corridoio.

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