Capitolo 9

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Dopo quella conversazione assurda, tornammo a casa e io mi fiondai in camera mia a studiare inglese e matematica. Ero un po' confusa da quello che aveva detto la nonna, ci pensavo e ripensavo. Insomma, Francesco era il mio migliore amico, sarebbe stato strano pensare a noi due come fidanzati. E poi non ero mai stata gelosa di nessuna ragazza con cui fosse stato o di Silvia che voleva uscire a tutti i costi con lui. Però, il fatto che adesso fosse venuta fuori questa ragazza misteriosa, un po' mi faceva saltare i nervi. Non si dice che si scopre se si è innamorati di una persona quando siamo gelosi di altri che sono a contatto con loro?

Mi stavo stressando troppo e non stavo combinando granché nello studio, così decisi di mettermi un leggings, una maglietta a mezza manica e le Nike free e andai a fare un po' di corsa. Non era il mio sfogo principale, ma avevo bisogno di stare da sola e la palestra era un posto troppo affollato; per di più, avrei potuto incontrare Roberto, quindi preferii di gran lunga la corsa. Era stupendo correre e lasciarsi tutto alle spalle. Le parole volavano nell'aria e i pensieri svanivano, e al loro posto subentrava l'obiettivo da raggiungere, che nello specifico era fare tre chilometri. Poco o tanto? Non mi importava, volevo solo non dover pensare a nulla e a nessuno.

Fatti i miei chilometri, tornai a casa e mi feci una bella doccia. Una volta uscita dal bagno, trovai mia sorella nella mia stanza, seduta sul divanetto a leggere un libro.

«Ti serve qualcosa?», chiesi sorpresa.

«Mirko? Simpaticissimo, non pensavo fosse così simile a... insomma...»

Sapevo dove voleva arrivare.

«A Francesco?»

«Sì giusto! Beh, è anche molto carino».

Nel pronunciare quelle parole sorrise.

«Nora, vacci piano. È Mirko ed è quasi tre anni più grande di te».

«Embè?»

È vero, l'età non c'entrava nulla e tre anni di differenza erano pochissimi, ma dovevo trovare una scusa.

«Ok, allora escici».

«D'accordo, kiss».

Mi lanciò un bacio e andò via. Nel frattempo, indossai un jeans bucato sulle ginocchia, una camicia a quadroni con una felpa con la zip e le Dr. Martens nere. Inviai un sms a Lia per sapere com'era andata con Luca e poi diedi un'occhiata ai messaggi di Alice, Sara e Marika, che stavano studiando. Sentii bussare alla porta.

«Ambra c'è un ragazzo che ti vuole, è giù nel salotto. Se non ricordo male deve essere Francesco».

Era la nonna. Le brillavano gli occhi ed aveva un sorriso che faceva vedere tutti i denti. Non potei far altro che sorridere anche io.

«Ok, arrivo!»

Chiusi la porta e scesi in salotto più in fretta che potevo. Francesco era seduto sulla poltrona di papà e si guardava i pollici. A terra c'era il borsone da calcio e indossava la tuta. Quando mi vide sollevò lo sguardo e mi sorrise.

«Fran, eccomi!», esclamai aprendo le braccia.

«Ho fatto il primo allenamento con la prima squadra!»

Mi abbracciò e provai una sensazione diversa dal solito. Il suo abbraccio era diverso, lo sentivo più caldo e affettuoso.

«E com'è andato?», domandai curiosa.

«Ho fatto un goal».

Magnifico! Me lo immaginai mentre mandava il pallone in rete e alla gioia che doveva aver provato.

Il mio cuore è da sempre tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora