Capitolo 11

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Dopo Rainbow, le cose tra me e Francesco cominciarono a diventare sempre più strane. Pensavo a lui continuamente, ma era peggio del solito. Quella mattina avevo una voglia matta di correre a scuola e di affrontare la giornata sotto un aspetto diverso, magari migliore e che non prevedesse Roberto Manzi. Una parte di me desiderava non incontrarlo per tutta la giornata, mentre un'altra voleva ritrovarselo davanti e sputtanarlo davanti a tutti.

E poi c'era Francesco, la mia coscienza e la mia unica ragione. Se avessi reagito in quel modo, lui avrebbe sicuramente dato un cazzotto a Manzi, o comunque gliene avrebbe dette quattro e non mi avrebbe parlato per il resto della vita. Quindi, la cosa migliore da fare era evitare Roberto e tenere Francesco alla larga da lui. Tutto sommato potevo farcela.

Nora mi aspettava sulla poltrona all'ingresso di casa, poiché voleva che andassi con lei a scuola. Fui sbalordita da quel gesto, non aveva mai fatto una cosa del genere. Stava sempre sulla difensiva, forse stava davvero cambiando.

Il meccanico mi aveva finalmente telefonato, avvisandomi di aver trovato il pezzo di ricambio e che il mio bolide poteva essere ritirato. Sul motorino, mia sorella mi raccontò di quanto Mirko la facesse ridere e di quanto si fossero divertiti negli ultimi giorni. Ero molto contenta per lei.

Alla prima ora avevo Masucci, che insegnava informatica. Quel prof era un angelo: era il più buono che avessi e non si arrabbiava quasi mai. Ricordo di averlo visto perdere le staffe solo la volta in cui Luca disse ad Agnese che aveva delle tette enormi e che doveva mettersi una maglia meno scollata. Quella mattina avevamo due ore con lui, e questo significava che saremmo andati nell'aula dei computer. Nora mi salutò e si unì ai suoi compagni. 

Passai davanti alla classe di Francesco, ma lui non c'era ancora e nemmeno Lia. Così andai nella mia, ed erano già tutti lì tranne Masucci.

«Raga».

Salutai Luca, Marika e Stefano, poggiai lo zaino sul banco e mi accomodai sulla sedia.

«Stamattina mi sembri molto suscettibile», disse Luca accarezzandomi le spalle.

«No».

«Allora cosa?»

Oh, adesso sì ci metteva pure lui... Per fortuna entrò il prof, fece l'appello e ci disse di spostarci in aula computer. Mentre salivamo le scale, incontrai la Coach Facci, l'insegnante di nuoto, che salutò sia me che Silvia; pure lei era nella squadra.

Masucci ci diede un esercizio da svolgere sui database; non era molto complicato, ma con tutte quelle query il cervello mi stava andando in panne. Decisi di chiedere al prof di andare in bagno, ma disse che c'era già Silvia e ritornai al mio posto.

Mi accorsi che Marika mi stava lanciando un'occhiataccia, poi guardò il suo cellulare e digitò qualcosa. Tutto molto circospetto... Cosa nascondeva? L'unico che si comportava come al solito era Luca. Elvira si alzò e le guardò il sedere, così gli lanciai un ceffone e lui mi sorrise.

«Non preoccuparti, il più bel sedere è il tuo, Amb», disse facendo la faccia da angioletto, e come un cretino tornò a digitare sulla tastiera del computer.

«Oh, sono sollevata adesso che me l'hai detto!», risposi sarcastica.

Finalmente Silvia tornò dal bagno, così mi alzai e mandai un sms a Francesco dicendogli di uscire.

«Ambra, ti vuole la Facci; con me ha già parlato», mi avvertì Silvia.

«Che ti ha detto?», domandai presa dall'ansia.

«Domani riprendiamo con gli allenamenti».

Le sorrisi ed andai in bagno. Francesco non mi aveva risposto, e non era lì. Forse qualcuno lo stava interrogando, ma sapevo che non aveva nessuna interrogazione. Dalla porta dei bagni entrò Lia, che mi disse che lui non poteva venire perché era già uscito prima. Quello stronzo del mio migliore amico non mi aveva detto niente! Uffa. Forse aveva ragione Luca quella mattina, definendomi suscettibile.

Il mio cuore è da sempre tuoWhere stories live. Discover now