Capitolo 10

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Stavo preparando lo zaino per andare a dormire a casa dei Mancini, perché il giorno dopo saremmo andati con tutto il gruppo a Rainbow.

Travis e io chiedemmo a Nora se volesse venire, e cogliendoci di sorpresa si dimostrò entusiasta di partecipare. Ebbi la sensazione che avesse detto di sì perché c'era anche Mirko: magari l'avremmo fatta distrarre almeno per un giorno dalle sue cattive amicizie.

Mentre finivo di preparare le cose da portare il giorno dopo, mi ricordai di mettere nello zaino anche la gopro, così da poter registrare le facce impaurite di tutti noi sulle giostre. Eravamo molto entusiasti di fare quella gita, volevamo che ad andarci fossimo davvero tutti, e infatti avevamo iniziato a programmarla due mesi prima. Dato che in totale eravamo quattordici, in una sola macchina non ci entravamo. Stefano chiese di nuovo a suo padre di prestarci il minivan, e fortunatamente lui accettò.

I ragazzi si erano presi il compito di creare le playlist delle canzoni da ascoltare durante il viaggio, mentre a noi ragazze spettava quello di preparare da mangiare, compito che delegammo a Lia e Marika. Il flash del mio cellulare stava lampeggiando in continuazione da circa dieci minuti, ed erano tutti i messaggi del gruppo di WhatsApp; Gigi scrisse che ci dovevamo portare il costume poiché c'erano molti giochi acquatici, e Alice iniziò dicendo che poi si sarebbe rovinata tutti i capelli; insomma, le solite storie. Poi infierì Sara dicendo che ci saremmo presi sicuramente la febbre dato il periodo in cui ci trovavamo.

Dopo aver preparato tutte le cose scesi giù in salotto ad aspettare Nora e Travis.

Quando fummo tutti pronti, mamma ci accompagnò dai Mancini e rimase a chiacchierare per un'oretta con Federica. Scendemmo con Francesco nel seminterrato, la parte di casa dove organizzavamo sempre le serate film, facevamo delle pizze o dei pigiama-party e, in generale, ci riunivamo per fare quattro risate e passare del tempo tutti assieme. Nella sala principale erano disposti tutti materassi in due file, e poggiati sopra c'erano tutte le lenzuola e i plaid.

Nel frattempo arrivarono anche Marika e Sara, che posizionarono le loro cose sul materasso che avevano scelto, e subito io poggiai le mie accanto alle loro. Gli ultimi ad arrivare furono Alex e Mirko, anche se abitavano lì, ma solo perché erano andati a prendere le pizze.

Quando finimmo di mangiare, a Luca venne la brillante idea di giocare al gioco della bottiglia.

«I pegni chi li decide?», domandò Lia.

«Beh, potremmo deciderli tutti assieme, tranne i due interessati», rispose mio fratello, e tutti lo sostenemmo.

Il primo a girare la bottiglia fu Alex, e i primi due a pagare pegno furono Nora e Mirko.

«Che ne pensate se gli facciamo cantare una piccola parte di una canzone?», propose Gigi ridendo.

«E se li facessimo ballare?», avanzò Alice in alternativa. 

Alla fine, decidemmo di far cantare loro una canzone di Coez. Dopo il concerto, avevano tutti iniziato ad amarlo quasi quanto me.

Mia sorella e il fratello di Francesco furono davvero molto bravi: misero in scena un vero e proprio duetto con tanto di balletto, facendoci morire dalle risate. Poi fu il turno di Gigi e Leo, che si sfidarono a braccio di ferro e vinse il primo. Dopo di loro toccò a Lia e Luca, e qui ci furono varie proposte circa la penitenza:

«Secondo me, dovreste baciarvi!», disse Francesco facendo l'occhiolino a Luca, che rispose con un sorriso malizioso.

Dinanzi a quella proposta guardai il mio migliore amico come a dirgli quanto fosse stronzo, perché sapeva la situazione che c'era tra i due. Francesco mi guardò, e dal suo sguardo capii che aveva inteso.
Per tutta risposta, mi fece una linguaccia.

Il mio cuore è da sempre tuoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora