𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟎𝟕・𝐐𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐛𝐢𝐨𝐧𝐝𝐚

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Per la gioia di Jamie, quel giorno la riunione del gruppo di studio si svolse senza interruzioni. Paulina era stata molto chiara su quel punto. Dobbiamo fare una buona impressione su Silvano, quindi persino Melba si era si trattenuta dall'interrompere con il suo amato gossip. Ma solo fino a quando tutti e quattro non chiusero i libri.

«Ti ho vista con Santarelli alla festa di Halloween.» disse in tono casuale «State uscendo?»

«No. Ci tenevamo compagnia mentre i nostri amici erano impegnati l'uno con l'altra.»

«Ho sentito dire che è uno che allunga le mani.»

«Posso confermarlo. Gli ho detto di mettersele in tasca.»

Melba rise, ma Jamie al contrario sembrava vagamente turbato «Santarelli? Non è quel tipo che si vantava del suo villino con piscina in Brianza durante le scorse giornate di orientamento?»

«Proprio lui.» confermò Melba e Paulina si lasciò sfuggire un sorriso divertito. Non faticava affatto ad immaginare Steve che si vantava della sua casa dei sogni, avendone la possibilità. Ogni occasione era buona per sottolineare che lui era meglio degli altri.

«Lascialo perdere. È il classico ragazzino bianco ricco viziato che crede di poter fare tutto quello che vuole. Senza offesa, Silvano.»

«Ci mancherebbe.» rispose in tono pacato «So che stai parlando in generale.»

«In effetti Steve è un po' pomposo, e a volte non capisce quando è meglio tenere la bocca chiusa.» intervenne Paulina paziente, come se stesse parlando di un bambino scalmanato ma affettuoso «Ma non è cattivo. Quando gli ho chiesto di smettere non si è fatto pregare.»

«Ma questo dovrebbe essere il minimo sindacale.» disse tuttavia Silvano alzando appena le sopracciglia. «Penso che quello che Melba volesse dire è che per essere uno che ha avuto la fortuna di nascere in una famiglia benestante, non sembra che si renda conto di avere un certo privilegio.»

«Certo, questo è precisamente quello che intendevo!» Melba sembrava pendere dalle sue labbra «La differenza sta proprio nel rendersi conto o meno di avere un privilegio. Grazie Silvano.»

Paulina non poteva che essere d'accordo, e si chiese se lei stessa non lo stesse guardando come un dio sceso in terra per illuminare loro comuni mortali con le sue perle di saggezza. Era troppo tardi per ricomporsi, comunque.

Ormai anche Silvano riusciva a leggere l'atmosfera che solo Jamie sembrava ignorare totalmente. Melba raccolse il suo materiale e dovette quasi trascinarlo fuori a forza per riuscire a lasciare Silvano e Paulina finalmente soli.

«Che fretta.» commentò Silvano divertito quando gli altri due ebbero lasciato l'aula 5.

«Vero. Siamo rimasti da soli.» osservò Paulina fingendo che la cosa le fosse indifferente. Si chiese cosa avrebbe dovuto dire, a quel punto. Se avrebbe dovuto invitarlo ad uscire insieme, o se fosse stato meglio aspettare che lo facesse lui, ma per sua fortuna fu lui a prendere l'iniziativa.

«Senti, mi imbarazza un po' chiedertelo, ma...» Silvano esitò, e lei attese, pur credendo di sapere cosa volesse dirle. «La prossima volta ci sarà anche la tua amica?»

Paulina trattenne il respiro. Negli attimi che le servirono a capire cosa stesse accadendo sentì che il mondo le stava crollando addosso. «Quale amica?» domandò tuttavia con fermezza.

«Quella bionda. Sai, vi ho viste insieme in biblioteca quella volta e ho pensato...»

«No.» lo interruppe «Auri non fa parte del gruppo di studio. Mi stava solo accompagnando.»

Era troppo delusa. Nel giro di pochi secondi la sua testa si stava affollando di troppi pensieri confusi. Che stupida, si disse. Ovviamente gli piaceva Aurora. Aurora piaceva a tutti. E mentre formulava quel pensiero si morse forte il labbro. Troppo forte, e il sapore ferroso del suo sangue lo sentì pungere sulla lingua. In quel momento non avrebbe saputo dire chi avrebbe voluto uccidere di più, se lui o Aurora. Come sempre, dovette respirare profondamente e ricordare che Aurora non aveva colpe. Lui al contrario l'aveva illusa con le sue moine e i suoi bei modi educati, per poi pugnalarle la schiena senza mai togliersi dalla faccia quel sorriso perfetto da bravo ragazzo.

«Sei venuto solo per lei?» domandò quindi freddamente, cercando di non lasciar trapelare alcuna emozione. Ma era difficile. Gli occhi le bruciavano. Stava per piangere, e se non avesse trovato il modo di trattenersi l'avrebbe fatto davanti a lui. Non aveva bisogno di un'altra umiliazione.

«Certo che no.» rispose lui sulla difensiva «Il gruppo è molto utile e continuerò a seguire, ma speravo che tu potessi presentarmela prima o poi. Tutto qui.»

Paulina chiuse gli occhi per un secondo. Il tempo di distaccarsi dai suoi sentimenti. «Ascolta, Silvano. Aurora è impegnata. Ha un ragazzo, e poi la fila per stare con lei è lunga. Quindi mettiti in coda.»

«Posso saltarla, la fila.» rispose lui con un sorrisetto beffardo, poi alzandosi raccolse il suo zaino da terra «Tu fammi sapere se si lasciano o se le cose vanno un po' male. Al resto penso io.» e la salutò con un cenno prima di andarsene.

«Ciao.» rispose Paulina con un filo di voce, cercando di non sembrare totalmente devastata.

Avrebbe voluto gridare, ribaltare quel tavolo, spaccare qualcosa. Invece si asciugò una lacrima sul nascere e scese dal soppalco per lasciare l'aula 5 in silenzio. Era abituata a mandare giù la delusione, il disappunto, e persino il dolore. L'aveva fatto sin da quando era bambina.

Con un sospiro prese il cellulare e vide un messaggio non letto di Leonardo. Ciao piccola. Mi manchi. Poche parole che le spezzarono il cuore. Quanto avrebbe voluto averlo vicino in quel momento in cui si sentiva sola e usata. Con la mano che tremava, stava per chiamarlo. Esitò per qualche secondo, poi premette sull'icona del telefono, ma riappese ancora prima che potesse suonare libero.

Trasse un respiro profondo e rispose solo con quattro parole.

Mi manchi anche tu.

Mi manchi anche tu

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SPAZIO AUTRICE

Ciao stelline mie. Oggi un capitolo mini. Una singola scena che è l'ennesimo schiaffone in faccia per Paulina, ma penso anche il peggiore. Scommetto che non vi aspettavate che Silvano fosse questo genere di persona. Oppure ve lo aspettavate?

Con questo capitolo direi che si chiude la parte introduttiva di Controluce. Spero di aver fatto un buon lavoro a presentarvi i personaggi e a stabilire il crescente conflitto tra le due protagoniste. Riuscite a immaginare a cosa potrebbe portare in futuro? Sono curiosa di sentire le vostre eventuali teorie.  

Inoltre vi avviso subito che settimana prossima pubblicherò due capitoli, uno martedì e l'altro venerdì. Un po' per farmi perdonare questo capitolo striminzito, un po' perché si svolgeranno nel corso della stessa serata e nella stessa location... ovvero la casa dei sogni di Steve! :O Che in realtà non è sua, ma di sua madre. Che è la Barbie, per l'appunto.

Nel frattempo commentate, votate, seguitemi su Tiktok per del sano approfondimento trash, e scrivetemi i vostri scleri in privato, almeno scleriamo insieme. Vi adoro, canarini belli.

Nadia

𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐎𝐋𝐔𝐂𝐄Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα