𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟑𝟐・𝐂𝐚𝐩𝐨𝐯𝐨𝐥𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨

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«Quanto conosciamo il nostro corpo?» domandò la professoressa Mariani con la sua aria stralunata, prima di spegnere il proiettore e rivolgersi verso la classe. Come la luce si accese, Paulina sorprese un paio di studenti a sollevare la testa dal banco. «Riusciamo a percepire i suoi segnali?»

Aveva seguito la proiezione con scarsa attenzione. Mentre mordicchiava il tappo della penna a sfera la sua testa era da tutt'altra parte, e la voce della professoressa suonava quasi ovattata. 

«La performance di Melanie Bonajo spinge lo spettatore a porsi queste domande, o meglio ancora, ad aprire un vero e proprio dialogo direttamente con il suo corpo.»

Al suo fianco, Melba era tutta presa a prendere appunti. China sul suo quaderno, aveva sottolineato le domande appena poste dalla professoressa, mentre Silvano si limitava a seguire distrattamente la lezione. Condividevano gli appunti, pensò Paulina lasciandosi sfuggire una smorfia di disappunto, per questo lasciava fare il lavoro più impegnativo alla sua ragazza.

Senza pensarci si portò il dito indice alla bocca e prese a mordicchiare l'unghia, che fragile si spezzò sotto i suoi denti. La sollevò poco per volta, staccandola un po' ad ogni morso, fino a strapparla del tutto. Solo allora si rese conto di quello che stava facendo, e intrecciò le dita infilando le mani sotto al banco, di modo che se avesse voluto rifarlo, non avrebbe potuto non pensarci. E forse si sarebbe fermata in tempo.

Tornò a concentrarsi sulla voce della professoressa.

«Vorrei che provaste a dialogare con il vostro corpo, ponendogli delle domande, come se lo guardaste dall'esterno.» Paulina si morse la guancia. Le lezioni di Fenomenologia del corpo erano sempre coinvolgenti, a volte anche troppo

Le era difficile comunicare con il suo corpo, specialmente in quel periodo. A volte si sentiva totalmente in balia dei suoi sensi, altre del tutto distaccata. Le bastava guardarsi le unghie consumate per ricordarselo. Non aveva il controllo su nulla, nemmeno sulle piccole cose. 

«Interrogate il vostro corpo, e cercate un confronto con i vostri vicini.» concluse quindi la voce della professoressa. Stringendo nervosamente la penna, Paulina si voltò verso Melba, e la trovò ad aspettarla con il viso appoggiato al palmo della mano e il quaderno pieno di appunti, che le fece venire voglia di accartocciare la sua mezza pagina scarsa.

«Sei libera per pranzo?» le chiese con un sorriso smagliante. «Silvano ha scoperto questo ristorante filippino vicino alla fermata di Moscova, e mi chiedevo se ti andasse di provarlo insieme.»

«Insieme a te e Silvano?» domandò Paulina scettica.

«E Jamie. Che viene solo se ci sei anche tu.»

Chiedetevi come mai pensò accennando un sorrisetto, ma disse solo «Scusate. Per stavolta passo.» Subire la loro compagnia durante il gruppo di studio era abbastanza pesante senza dover sacrificare anche il suo tempo libero. «In effetti non ho neanche fame.» aggiunse, e riponendo in fretta le sue cose lasciò l'aula prima della fine della lezione, salutando Melba con un cenno.

«Che le ha preso di nuovo?» domandò Melba delusa.

«Forse è vero che non ha appetito.» rispose Silvano ironico. Melba gli rispose con un'occhiata curiosa, che lo fece sorridere divertito. «Ha passato tutta la lezione con le mani in bocca, non te ne sei accorta?» 

 «Ha passato tutta la lezione con le mani in bocca, non te ne sei accorta?» 

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𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐎𝐋𝐔𝐂𝐄Where stories live. Discover now