𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟐𝟕・𝐏𝐚𝐫𝐚𝐧𝐨𝐢𝐚

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Erano attimi preziosi e sfuggenti quelli del tramonto.

A che altezza era meglio posizionare l'orizzonte ed era meglio usare un grandangolo o no? E l'apertura del diaframma era giusta? L'esposizione era troppa? E se quando avesse scelto i settaggi la luce fosse cambiata e fosse stato tutto da rifare? E se si fosse persa quell'attimo in cui la luce era perfetta mentre cercava di decidere come scattare? 

Aurora era china sulla riva, scattava a pelo d'acqua, eppure sembrava ancora insoddisfatta e frustrata. Per quanto ci provasse non riusciva a ottenere il risultato sperato. Colpa della penisola boscosa che dall'altra sponda le chiudeva un po' l'inquadratura.

«Che stai facendo?» chiese Stefano all'ennesimo sbuffo, sollevando lo sguardo dalla griglia, che stava smontando insieme a Valerio.

«Vorrei fare una foto all'altra sponda del lago. Ma non riesco a riconoscere Verbania.»

«Da qui non si vede. Devi spostarti a sinistra.» 

Preferiva i paesaggi urbani, Valerio, ma non era mai rimasto indifferente alla bellezza del lago, soprattutto all'imbrunire. Per questo si era trovato in passato in quell'esatta situazione, e per questo sapeva come risolverla.

«Più a sinistra di così non posso.» protestò Aurora. «La spiaggia non è abbastanza grande.»

«Guarda, se risali il sentiero e prosegui lungo la strada asfaltata, dovresti trovare uno sterrato che porta fino a quella scogliera.» disse accennando a un promontorio che era visibile sulla stessa sponda, ma più avanti seguendo la riva.

«Davvero?» Aurora guardò in quella direzione. Non sembrava facile da raggiungere. «Mi ci puoi portare?» domandò quindi con l'entusiasmo di una ragazzina.

«Se facciamo in fretta dovremmo arrivare prima che il sole tramonti.» Accettò lui con un sospiro divertito, chiudendo il cavalletto con un colpo secco.

«Non è dove porti le ragazze per scopare?»

«Finiscila, Steve.» Valerio scosse la testa alzando brevemente gli occhi al cielo. «Se mi dai le chiavi prendo la macchina quando torniamo, va bene?» 

Stefano accettò con un sospiro rassegnato. Tutto sommato, considerato che l'avrebbe guidata solo per poco, poteva anche lasciargliela usare. Lanciò le chiavi, che Valerio prese al volo con un sorriso trionfante. «A dopo.»

«Posso accompagnarvi?» domandò Paulina accodandosi ad Aurora.

«Andiamo solo a fare qualche foto. Ti annoieresti.» rispose lei con una piccola smorfia.

Paulina fece per protestare, ma come prese fiato, Stefano stava parlando al posto suo. «Piuttosto, dammi una mano a smontare. Visto che Diego è sparito.» Indaffarato com'era, non si era nemmeno reso conto della sua frustrazione.

Dal canto suo, Paulina era troppo gentile per rispondere no, arrangiati e troppo riservata per spiegare che voleva solo tenere d'occhio Aurora, che sembrava aveva fin troppa fretta di sfuggire ai loro sguardi.

Rassegnata, la vide allontanarsi lungo il sentiero alle costole di Valerio, il passo svelto per reggere il ritmo con il suo. Per appena un istante lui si voltò a guardarla, e Paulina ebbe la spiacevole sensazione di aver già vissuto quella situazione in passato.

Quando, si chiese mentre piegava l'ultimo telo rimasto, quando l'aveva guardata in quel modo? La risposta le venne in mente all'improvviso. Era stata quella sera al Monarch, quando Aurora si era allontanata con lui, lasciandola da sola.

Quella consapevolezza la rese terribilmente inquieta.

«Diego.» disse quando lo vide tornare verso di loro. «Come stai?»

𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐎𝐋𝐔𝐂𝐄Where stories live. Discover now