𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟑𝟓・𝐒𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 🔴

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Attenzione: La lettura di quest'opera è riservata a un pubblico adulto. Si invita a leggere con attenzione il capitolo 𝐓𝐑𝐈𝐆𝐆𝐄𝐑 𝐖𝐀𝐑𝐍𝐈𝐍𝐆 prima di proseguire.

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Contenuto sensibile
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«Ecco fatto.» La pomata a base di arnica si era assorbita completamente dopo un leggero massaggio, ma nel punto dell'impatto, giusto sopra il sopracciglio, la pelle di Valerio era di un rosso vivo. Osservandolo Aurora storse leggermente le labbra e pensò che doveva essersi rotto qualche capillare.

«Sono messo tanto male?»

«No, affatto.» disse posando di nuovo l'impacco a base di ghiaccio sul suo occhio e sedendo al suo fianco sul letto. Valerio chiuse gli occhi, beandosi del tocco gentile e delicato delle sue mani. «Ma non credo che basterà. Verrà fuori un livido.» sospirò Aurora dispiaciuta. «Ho fatto il possibile.»

«Hai fatto fin troppo.» La corresse. Le era solo grato per il modo in cui si era presa cura di lui. «Non dovevi, davvero.»

«Certo che... anche tu. Sua madre.» disse Aurora facendo roteare gli occhi, ora leggermente piccata. «Sei incorreggibile.»

«Hai ragione.» rise Valerio, mettendo da parte l'impacco ghiacciato. «Lo ammetto.» aggiunse posando un bacio gentile sul dorso delle sue mani infreddolite, le dita gelide dopo che aveva maneggiato tutto quel ghiaccio.

Le sue labbra erano soffici e piacevolmente tiepide contro la sua pelle intirizzita dal freddo. Aurora rabbrividì e strinse le gambe, trattenne il respiro mentre osservava il loro rossore naturale, desiderando di sentire lo stesso calore sulla sua bocca.

Se vedeva qualcosa che le piaceva non esitava a fare il possibile per prenderselo, lo sapevano tutti, e non aveva mai fallito, prima di incontrare lui

Non era esattamente il principe azzurro che tanto aveva sognato. Era tormentato, complicato e intenso, un ladro che le aveva rubato il cuore sin dal loro primo incontro, e l'aveva tenuto sotto chiave insieme alle certezze che le aveva sottratto.

Aurora aveva trascorso ogni giorno, ogni minuto e ogni secondo a sperare di riaverlo indietro, il suo cuore. Non si era mai rassegnata a vivere senza, e quella era stata la sua condanna. Un po' ci sperava anche mentre, con gli occhi lucidi di desiderio, lo baciava con garbo, una volta soltanto. L'innocente espressione di quanto lo desiderasse.

Valerio rimase immobile, il fiato sospeso e la bocca dischiusa, gli occhi scuri come carbone fermi nei suoi. Si leccò distrattamente il labbro inferiore, assaporando il sentore che quelle labbra carnose avevano lasciato sulle sue, aspettando la sua prossima mossa.

Una silenziosa provocazione che Aurora colse, baciando di nuovo e di nuovo le sue labbra immobili, sentendosi sciogliere quando finalmente Valerio cedette, corrispose quei baci con la stessa pazienza, prima di avvolgere le mani attorno al suo viso, lasciandosi andare a un bacio passionale. Non poteva resistere a quelle labbra morbide, piene, perfette da mordere.

Si scambiarono effusioni interrotte solo da ansiti leggeri e sospiri pieni di bisogno. Ora erano affamati, poi umidi e volgari. Ogni volta, non appena credevano di essere sazi, subito ne volevano ancora, e poi ancora, fino a quando Valerio non si ritrasse appena, facendo appello a tutto il suo autocontrollo.

«Auri.» pronunciò il suo nome in lieve affanno. «Se continuiamo non so se riuscirò a fermarmi.» Le sfuggiva, lei lo inseguiva, prendendolo per la maglietta e sedendo cavalcioni sul suo bacino.

𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐎𝐋𝐔𝐂𝐄Where stories live. Discover now