Gli Speciali

51 16 9
                                    

Delle voci mi svegliarono.
Voci che non avevo mai sentito.
Nonostante tutto socchiusi gli occhi ed ascoltai cosa stessero dicendo senza far vedere di essere sveglia.
- Come faremo? È una normale! Potrebbe far saltare all'aria tutto il piano!- disse sottovoce un ragazzo dai capelli biondi e lunghi fin sopra le spalle, occhi azzurro cielo ed un piccolo accenno di barba sul mento.
Era molto muscoloso e con dei lineamenti del viso bellissimi.
- È la prescelta, Enea. Lo vuoi capire? È lei.- disse un altro ragazzo che però era girato di spalle, infatti potei notare solo i suoi bellissimi capelli neri.
- Sei sicuro? È debole, come fa ad essere lei?- chiese il ragazzo muscoloso.
- È più forte di quanto sembri.- disse l'altro.
Chi erano quei due?
Decisi di aprire gli occhi per l'agitazione.
- Chi siete?!- e subito di colpo il ragazzo dai capelli neri se ne andò via senza girarsi.
L'altro, quello dai capelli biondi, si sedè sul ciglio del letto dove mi trovavo sdraiata.
- Ehm... è abbastanza complicato da spiegare. Allora, tu..-
- Tu sei la prescelta. La ragazza che ci salverà.- proruppe una figura apparsa così dal nulla, indossava un lungo mantello nero con un cappuccio che le copriva e oscurava il viso.
- Mostrati.- le dissi prendendo coraggio.
- Sei sicura? Voi normali vi siete sempre spaventati.- disse la figura prendendomi in giro.
- Mostrati.- ripetei.
- L'hai voluto tu.-
E così fece calare il cappuccio mostrandosi.
Una ragazza dagli occhi verde smeraldo, dai capelli biondo cenere con varie trecce legate con gambi di foglie e con delle orecchie a punta...
ASPETTA?! ORECCHIE A PUNTA?!
Spalancai gli occhi e strillai più forte che potei.
La ragazza alzò gli occhi al cielo sbuffando un -Ci risiamo..-
- co...cosa sei?!- strillai alzandomi dal letto e cercando di scappare, ma il ragazzo biondo mi bloccò prendendomi per le braccia.
- Sono un quendë, non ne hai mai sentito parlare?- chiese la ragazza ironicamente, incrociando le sue braccia tra loro.
-Illë, lei non sa l'elfico!- strillò il ragazzo cercando di tenermi ancora bloccata mentre provavo in tutti i modi a scappare.
Quella strana ragazza nonostante tutto continuò a parlare quella lingua ambigua.
-Cariador a riondor, nili a mirdor!- strillò al tipo muscoloso, che di rimando la rinvitò a parlare una lingua che io capissi.
- Sono un'elfa e le cose stanno così, calmati, non ti facciamo del male.- mi disse cercando di essere gentile.
Mi calmai per cercare di capirci qualcosa.
- Chi siete? Cosa siete?- chiesi in preda alla disperazione.
- Io sono Enea, piacere!- mi disse sorridente il ragazzo biondo.
- Io sono Illë.- disse freddamente la ragazza elfo.
- Dove mi trovo?- chiesi agitata.
- Beh, credo che tu venga dal mondo umano, dalla Terra...- sussurrò Enea, cercando di non farmi risvenire.
- Noi... NON SIAMO SULLA TERRA?!- strillai agitata.
- Beh, certo che no! Secondo te un'elfa può trovarsi sulla Terra? Siamo a Drimara!- disse Illë come se fosse tutto normale.
- Come sono finita qui?- chiesi riempiendo di domande i due.
- Non lo sappiamo. Ma abbiamo un dubbio, crediamo che tu sia la prescelta..- spiegò Enea.
- Prescelta per cosa?- chiesi cercando di capirci qualcosa.
- Per salvare Drimara.- disse in modo molto serio Illë.
Io? Io salvare qualcosa? Qualcuno?
No. Si stavano sbagliando, o almeno così pensavo...
- Dobbiamo andare nella stanza dei libri, seguimi.- disse Illë uscendo dalla stanza in cui ci trovavamo.
Percorremmo un lungo corridoio con tantissime stanze, notai che ogni stanza aveva sulla porta un foglio attaccato e su ogni foglio c'erano dei disegni meravigliosi: un'elfa, un lupo e moltissime altre creature fantastiche.
Entrammo in una grandissima stanza totalmente vuota che sembrava essere un tempio molto antico, sul centro si trovava un grande tavolo di abete antico con ghirigori intagliati.
Era tutto veramente bellissimo.
Mi avvicinai al tavolo continuando a seguire Illë e la mia vista fu sorpresa da un'enorme pergamena arrotolata e antichissima.
- Questa è la nostra storia, di noi speciali.- disse Illë facendo rotolare la pergamena sul tavolo e aprendola.
Davanti a me stavano scorrendo dei disegni raffinatissimi e ognuno rappresentava una creatura in particolare, creature speciali e meravigliose.
- Siamo nati da famiglie diverse, da genitori che non ci hanno accettato per ciò che siamo e ci hanno abbandonati.
Per noi questo luogo è una casa, stare tutti insieme ci ha fatti sentire parte di uno stesso destino.- iniziò a raccontare Illë indicando delle figure sulla pergamena.
- Siamo diventati una famiglia e per non essere scoperti da voi normali abbiamo creato, ognuno con la propria magia, sette libri, ognuno appartiene ad uno di noi speciali.- Illë prese un sospiro profondo e arrivò al tanto atteso punto saliente.
- Beh, il problema è che la leggenda racconta che, prima o poi, i nostri libri non avrebbero funzionato perché sarebbero stati rubati da Arganoth e ci sarebbe servito solo l'ultimo speciale per rimettere i libri al loro posto: una ragazza normale che in realtà non sa di essere una speciale. E... quella ragazza credo sia tu.-
La mia espressione si fece spaventata.
- I-io?! Una speciale??? Non-non è possibile... sono... sono una normale.-
Il viso di Illë si fece arrabbiato.
- E invece no, tu sei la prescelta! La ragazza che sconfiggerà Arganoth, ci salverà trovando tutti e sette i libri magici e riponendoli qui, sul tavolo magico!- strillò Illë furiosa e cercando di convincermi.
Non la contraddissi di nuovo per evitare di farle avere un attacco isterico.
- Vieni, ti dobbiamo riportare sulla Terra.- disse Illë.
Ma non dovevo salvare Drimara? Non sto capendo e tutto ciò è alquanto strano. Mi sono ritrovata faccia a faccia con un'elfa, tra le grinfie di un ragazzo lupo e ci mancava soltanto l'arrivo un leone metà umano!
Ma mi limitai a dire.
- Ma non ero la prescelta?- chiesi cercando di capire.
- Forse, ma prima devi trovare ciò che ti fa ssere una speciale come noi!
Manderemo uno di noi speciali a darti una mano. Nel frattempo...-
Illë mi diede una spalla.
- Ciao, sfigata!- mi disse ridacchiando.
Di colpo vidi tutto buio.
Tutto. Totalmente. Buio.
Mi risvegliai di colpo ritrovandomi di nuovo nell'aula di musica.
È stato tutto solamente un sogno.
È stato tutto solamente un sogno.
È stato tutto solamente un sogno.
Continuavo a ripetermi nella mente per rassicurarmi che non ero diventata matta.
- Non è stato un sogno.- disse una voce alle mie spalle.
Mi girai di colpo e trovai un ragazzo, un ragazzo maledettamente bello.
Aveva degli occhi così azzurri da sembrare del vetro in fase di crepatura, una camicia nera gli fasciava perfettamente i fianchi e permetteva di far vedere il petto muscoloso, teneva le mani nelle tasche dei pantaloni e aveva dei capelli...
Dei capelli che già avevo visto da qualche altra parte...
- Tu. Tu sei...- balbettai sperando di sbagliarmi.
- Io? Io sono?- mi disse lui avvicinandosi e deridendomi, ridacchiando.
I suoi capelli neri come il buio che spesso avevo affollato nella testa, lui era... il ragazzo disegnato sul violino, quello che stava parlando con Enea.
- Sì, non è stato un sogno.- disse rispondendo d'impeto a proprio ciò che stavo pensando.
Ero ancora seduta a terra e feci per indietreggiare, alzandomi di colpo da terra e correndo più forte che potei.
Uscii dall'aula di musica e corsi fuori dalla scuola andando sul marciapiede per tornare a casa e nascondermi.
Ad un tratto, quasi davanti al vialetto, inciampai sul marciapiede e mi sbucciai le ginocchia.
- Sappi che non potrai scappare da noi speciali, meglio che ti arrendi.-  mi ritrovai il ragazzo di nuovo davanti e mi arresi, tanto valeva farlo.
Drimara era vera e gli speciali anche.
- Ti aiuto io, farfallina.- disse lui porgendomi la mano, ma mi alzai dando una gomitata al suo braccio.
- Lasciami in pace, ho bisogno di pensare.- balbettai barcollando verso il portone di casa.
- Farfallina, non sono stato io a decidere di farti da segugio, Illë mi ha costretto a seguirti, a quest'ora non seguirei di certo un'idiota come te.- disse lui con acidità continuando a seguirmi, tenendo le mani nelle tasche dei suoi pantaloni.
- Allora lasciami in pace, idiota.- dissi furiosa, girandomi di colpo e ritrovandomi letteralmente faccia a faccia con quello strano speciale.
I nostri fiati erano ad un centimetro di distanza e tutto ciò mi provocò rossore.
- Non posso, sei la prescelta e ti devo proteggere, anche se ti odio.- disse lui, senza indietreggiare di un singolo passo.
- Quindi hai intenzione di rimanere qui sulla Terra fino a quando non troverò il mio potere?- chiesi sperando di sbagliarmi.
- Sì, poi torneremo a Drimara e cercheremo Arganoth per riprendere i sette libri magici.-
Disse deciso e fermo come una statua.
- Ora mi dai il permesso di aiutarti a disinfettare i tagli sulle tue ginocchia, farfallina?- mi chiese fissando i miei pantaloni intrisi di sangue all'altezza delle ginocchia.
Mi arresi sbuffando un - E va bene.-
- Dobbiamo per forza rientrare in casa?- chiesi sapendo già la risposta.
- No guarda, mi porto del disinfettante sempre in tasca.-
- Un piano per non farti vedere dai miei zii?- chiesi cercando alternative.
- Tu entra in casa, io ti raggiungo.- mi disse andandosene.
Dovevo preoccuparmi che un ragazzo con poteri soprannaturali mi avesse pedinata per tutto il pomeriggio? Forse.
Dovevo fidarmi? Forse.
Avevo paura? Certamente.

The Violinist GirlWhere stories live. Discover now