Mutaforma

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- Ok. Rimani qui, devo non far saltare l'occhio a qualcuno.
Ricorda che i miei zii mi stanno cercando e molto probabilmente la scuola è stata allarmata della mia fuga.- sbuffai, nascosta dietro al muretto della mia scuola, con accanto Hayes.
- No. Illë mi ha detto di rimanere sempre al tuo fianco, Arganoth potrebbe ripalesarsi.- rispose a tono Hayes, con un evidente segno di sconvolgimento sul suo volto bianco cadaverico.
La sua spalla era fasciata e perciò non poteva muoversi agilmente se fosse accaduto qualcosa, così mi affidai solo e soltanto al mio istinto solitario.
- Ce la farò.- gli sbraitai addosso.
Hayes roteò gli occhi, alzandoli al cielo.
- Quando smetterai di fare la ragazzina? Qui ci rimettiamo la pelle entrambi appena facciamo un passo errato.-
mi strillò in contro in cagnesco.
- So quello che faccio. Rimani qui.-
gli strillai, irritata più che mai.
Vidi i suoi occhi azzurri roteare in aria e poi ripoggiarsi su di me.
- Sbrigati.- sbuffò Hayes spazientito.
Mi girai di colpo e mi attenei al piano.
Feci finta di niente, e spuntando dalla parte più alta dell'erba del giardino, riuscii ad entrare nella porta secondaria della scuola.
I corridoi erano vuoti.
Tutti. Letteralmente. Vuoti.
A passi svelti ma silenziosi, percorsi tutto il corridoio fino ad arrivare alla fatidica aula di musica.
Mi ritrovai la porta dinanzi, e, con le mani tremanti ed umidicce, la spalancai facendomi coraggio.
Entrai speranzosa e riuscii ad intravedere numerosi strumenti, ma nessuno che fosse quel magico violino.
- Dove sei...- sbuffai girando per l'aula con agitazione.
- Eccoti.- dinanzi a me si trovò un tavolino con al di sopra il violino.
Stesse incisioni.
Stessa pregiatura del legno.
Era lui.
Me lo rigirai tra le mani, soddisfatta di aver completato la missione.
- Eccoti!- esclamai entusiasta.
- Cosa ci fai qui...- una voce mi fece balzare in aria, spaventandomi.
Mi girai di colpo, nascondendo il violino dietro la schiena.
Nathan.
- No, no, niente... volevo... esercitarmi!-
notai l'espressione di Nathan insospettirsi.
- Cosa nascondi?- mi disse ridacchiando.
- Niente...- indietreggiai, agitata di farmi scoprire.
- Oh, su, dai...- mi disse continuando a sorridere ed avvicinandosi a me.
- Non lo dico a nessuno, Ofelia...- mi disse, continuando ad avvicinarsi, di conseguenza io andai erroneamente a scontrarmi contro il muro.
Nonostante tutto Nathan continuò ad avanzare fino ad arrivarmi a pochi centimetri di distanza.
- Non sono maniaco, è solo che sembri... spaventata. Ma di me ti puoi fidare, ci tengo.-
sembrava troppo... sincero.
Lo fissai negli occhi, molte persone mi avevano sempre detto che generalmente una persona, se sincera, si può riconoscere in questo modo.
Perciò lo fissai nei suoi occhi azzurro cielo, più che potei.
Sì dai, potevo fidarmi di lui..
- Beh, stavo nascondendo...- ma di colpo una voce mi interruppe.
Quella voce.
- Non osare toccarla o ti fracasso di botte.-
Hayes.
Sul ciglio della porta trovai quella figura sempre rimasta oscura e come "guardiana".
Nathan si girò di colpo, grugnendo quando notò la presenza di Hayes.
Era come se... lo conoscesse già.
- Tranquillo, è un ragazzo tranquillo.- sospirai cercando di far calmare Hayes.
Tutto ciò non lo riuscì a far rilassare nemmeno un poco, anzi, si innervosì ancora di più.
I suoi capelli nero carbone gli caddero sugli occhi color... vetro.
Notai i muscoli delle braccia tesi, e con essi anche le mandibole corrugate.
- Lui non è chi pensi che sia.- strillò Hayes iniziando ad avanzare verso Nathan, a pugni stretti e pronti a sferrare colpi mortali e violenti.
Non capivo.
Nathan era un ragazzo tranquillo..
Guardai gli occhi azzurri di Nathan e...
Non era possibile. I suoi occhi erano diventati rossi. Rosso fuoco.
- Beh, Ofelia, ho paura che il tuo ragazzo non abbia tutti i torti.-
Nathan cominciò improvvisamente a... tramutarsi in un uomo molto più anziano.
Indietreggiai terrorizzata, riandando a sbattere con la schiena contro al muro.
In quella figura anziana iniziarono a spuntare lunghi capelli grigi...
Non. Non. Era. Possibile.
- Arganoth.- sputai fuori senza riuscire a respirare.
- Oh, vedo che ci sei arrivata, stupida ragazzina.- iniziò a ridere senza fermarsi quello spaventoso e anziano uomo.
- Na-Nathan.- balbettai cercando di capire.
- Oh, tranquilla. Nathan sarà svenuto da qualche parte nel giardino della scuola, sennò come avrei fatto a prendere le sue sembianze?-  rise crudelmente Arganoth.
Di colpo tirò fuori un coltello affilato.
Ero. Finita.
- E fu così che gli speciali non riuscirono a recuperare i sette libri perché la prescelta che li avrebbe guidati morì. Naturalmente in un incidente.- sul voltò rugoso di Arganoth si dipinse un volto con denti affilati come sciabole e distesi in un lungo sorriso di godimento.
- N-no...- cercai di coprirmi con le braccia, schivando molti colpi da parte di Arganoth.
Ma riuscì a colpolirmi, dopotutto.
Mi fece un taglio sulla mia guancia rosea, che prese a sanguinare.
Strillai per il dolore e ciò, credo, fece scatenare in Hayes una strana rabbia.
Dal nulla sguainò una spada e corse contro Arganoth, strillando - Fermo!-
Ma non riuscì a colpirlo perché, subito, scomparì nel nulla.
Il rumore si tramutò in silenzio.
Mi accasciai a terra, tenendo spinta una mano sulla guancia sanguinante.
Tolsi di colpo la mano dalla guancia è la fissai, nauseata dal rosso del sangue.
Tutto ciò mi riportò di nuovo a Zia Penelope.
Alla sua cintura.
Alle mie mani sanguinanti.
Agli assistenti sociali che non dicevano niente.
Una voce mi fece destare dai miei pensieri.
- Farfallina, ci sono io. Tranquilla.-
Iniziai a vedere tutto nero.
Tutto totalmente nero.
Riuscii a percepire solo qualcuno che mi prese in braccio.
Poi, zero.
Zero.

The Violinist GirlWhere stories live. Discover now