La Fortuna è Sulla Mia Strada

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Riuscivo ad udire solo il rumore della pioggia, rimasta scioccata e senza parole per tutto ciò che era successo, ero appena entrata in quella strana auto e appena il giovane uomo l'accese le luci accoglienti della fuoristrada diedero una risposta alle mie perplessità.
Accanto a me si palesò un ragazzo che su giù doveva aver avuto la mia età, i suoi capelli biondi erano appiccicati al suo viso protendente due zigomi accentuati e che davano una caratteristica dettagliata a quell'individuo.
Era completamente zuppo e ciò mi fece notare la sua camicia bianca letteralmente incollata al suo petto muscoloso.
Pensare che io non ero mai stata attratta dai ragazzi tonici e muscolosi e mi stavo ritrovando con lo sguardo appiccicato a quei muscoli "da paura", senz'altro risultato di un duro allenamento senza sosta.
Eravamo rimasti a fissarci e ciò che più mi stupì fu che anche lui mi stava fissando sbalordito, di colpo osservai il mio stato: niente popo di meno che il mio maglioncino stile "Mercoledì Addams" zuppo ed i miei lunghi capelli mori parevano essere dei sottili spaghetti bruciati.
Alzammo entrambi lo sguardo, l'uno che guardava gli occhi dell'altra, fu in quel momento che notai i suoi occhi color nocciola.
Era un ragazzo stramaledettamente bello.
Beh, niente in confronto ad Hayes, ma... ASPETTA?! Cosa diamine mi passava per la testa.. dovevo tornare lucida.
- Situazione abbastanza imbarazzante nella quale presentarsi, ma...- disse il ragazzo con un sorriso stampato in faccia.
- Piacere, Nathan Johnson- disse arzillo, tendendomi la mano.
Rimasi immobile.
Johnson? - Aspetta, sei il fratello di Cherry?- cercai di metabolizzare il tutto.
- Cugino.- mi lanciò un sorriso smagliante.
Accennai ad un cenno di ok con la testa non sapendo che dire.
- E la misteriosa ragazza non disse nemmeno il nome al suo salvatore.- disse Nathan stemperando la tensione.
- Ah vero, Ofelia.- gli strinsi la mano e appena acquisì il mio nome sbottò all'improvviso recitando a memoria -Il nome Ofelia è stato introdotto in Europa dai Greci antichi e successivamente è stato adottato da molte culture, tra cui quella inglese.-
Sospirai e quella frase recitata così alla perfezione mi scuscitò una risata spenta.
- E dimmi Ofeleia, perché ti trovavi sotto la pioggia in un bosco sperduto?- mi chiese Nathan con forte e vera preoccupazione, inarcando un sopracciglio biondo e lucente.
Sospirai, cercando le parole giuste.
- Scappavo da un ragazzo..- non avevo scelto per niente le parole giuste.
Nathan mi fissò sbigottito.
- Cosa?! Ti ha fatto del male??- mi chiese osservandomi, in cerca di qualche taglio o livido.
- No..- risposi non sapendo come spiegare il tutto.
- Ti ha strillato?- mi chiese cercando di capire.
Scossi il capo, dando una risposta negativa.
Nathan si passò una mano sul volto, non capendo ancora.
Presi la parola, cercando di essere il più chiara possibile, ma senza dirgli tutto perché sennò mi avrebbe presa per pazza.
- Allora... c'è questo ragazzo che mi deve proteggere, ma... ecco, ci ho litigato e quindi gli ho tirato un pugno sull'occhio e sono scappata.- dissi di getto.
Nathan mi guardò, evidentemente ancora molto confuso.
- E' il tuo fidanzato?- mi chiese.
- No.. - il cugino di Cherry non mi lasciò finire.
- Devi aver freddo, prendi la mia felpa, tieni- mi disse poggiandomi sulle spalle una di quelle classiche giacche tutte rosse con il numero di giocatore, quelle giacche che si vedono nei film, quelle che hanno gli atleti, i "fighi" della scuola.
Lo ringraziai con lo sguardo.
Mise in moto l'auto chiedendomi dove vivessi.
- Anche questa è una cosa complicata, qualche ora fa ho litigato con-
- Capisco, allora ti porto a casa di Cherry, rimarrai da lei.- disse rimanendo sorridente e spensierato.
- Scusa, ma i suoi genitori non lo sanno che mi aggiungo pure io..- lui subito fece cenno con la mano di non preoccuparmi.
- Lei vive a casa con me e con i miei genitori, in pratica i suoi zii... non te l'ha detto, vero?- mi chiese notando che ero molto perplessa.
Scossi la testa sospirando un - No.- confuso.
Nathan iniziò a guidare e, credo per stemperare la tensione, mise una di quelle canzoni che io amavo e che sentivo sempre con mio padre, era "Where Is My Mind?" dei Pixies.
Ricordai io e mio padre che cantavamo a squarciagola questa canzone, il tutto sull'auto d'epoca di papà: una Ferrari 250 cabriolet rossa come il fuoco, sembrava veramente prendere fuoco quando papà accellerava gridando un
-YUHUUU- e riscuotendo qualche occhiataccia indiscreta dai passanti.
Quello era uno dei moltissimi ricordi che avevo di lui.
Oh, oppure ricordo quando lui era triste e allora prendeva il barattolo di Nutella, due cucchiai enormi e ne dava uno a me.
Dopodichè apriva il coperchio e diceva ridendo - La Nutella è la mia valvola di sfogo number one!- ingozzandosi e sporcandosi il volto barbuto.
- Ofeleia, tutto ok?- mi fece risvegliare Nathan dai miei tristi ricordi.
Annuii e mi resi conto che eravamo giunti a destinazione: davanti a noi era innalzata una gran bella villa, grande almeno 40 volte di più della casa di Sam e Charlie.
- Wow.- sospirai stupefatta.
- Dobbiamo riuscire a portare Cherry fino in camera sua senza farci beccare dai miei genitori, a quest'ora già staranno dormendo..- disse fissando l'orario indicato dall'orologio della macchina, mi resi conto che l'auto era una nuovissima Lamborghini di ultima generazione.
Ma quanto sono ricchi questi Johnson? Mi chiesi prendendo tra le mani i piedi di Cherry, ancora dormiente e ignara di essere stata sballottata di qua e di la'.
Nathan le prese delicatamente la testa e la portammo, a piccoli passi, in casa.
Mi ritrovai in una casa totalmente buia e non seppi che fare e come muovermi.
- Saliamo le scale...- disse sottovoce Nathan, facendomi strada.
Salimmo una lunghissima scalinata in totale buio e, per fortuna, non inciampai da nessuna parte.
Dinanzi a noi apparve un corridoio buio come la notte e ci dirigemmo verso la porta in fondo al cunicolo, Nathan aprì la porta cercando e riuscendo a tenere con una sola mano la testa-zucchero-filato di Cherry.
Trasportammo il corpo giacente nella stanza e Nathan si chiuse la porta alle spalle, accendendo poi la luce.
Davanti a me spuntò un enorme letto strapieno di peluche rosa e azzurri e poggiamo Cherry su quel mare di morbidezza.
- Bene, perfetto.- tirò un sospiro di sollievo Nathan, strofinandosi le mani.
Mi girai ed osservai l'enorme stanza in cui mi trovavo, era tutta letteralmente rosa e azzurra con una scrivania sui toni del bianco panna ed il rosa confetto, inoltre c'era un grandissimo armadio ad ante rosa ed una miriade di poster di " My Little Pony " attaccati ovunque.
Ridacchiai divertita e poi Nathan si rivolse verso di me - Bene, stanotte puoi rimanere a dormire qui, domattina non uscire dalla camera, verrò io e riusciremo a risolvere il tuo problema, intesi?- mi disse preoccupato, sorridendomi.
Annuii.
- Puoi prendere un pigiama di Cherry per dormire, forse ti staranno un po' larghi data la taglia extra large della mia cuginetta, ma a mali estremi estremi rimedi.- mi disse ridacchiando.
- Grazie Nathan, grazie di tutto. Credo che se non avessi risposto tu stasera sarei anche potuta morire di freddo..- dissi cercando di liberare quel briciolo di dolcezza che avevo.
- Non c'è di che, Ofeleia.- mi disse sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.
Mi ritrovai sola in quella strana e rosea stanza, con un pigiama extra large e ,per miracolo, al sicuro.
Cos'altro poteva offrirmi la fortuna? Credo poco e niente, ormai.
Mi ero sistemata su un materasso che Cherry aveva in più, il tutto poggiato sul suo tappeto arcobaleno-pastello.
Cercai di chiudere occhio, ma una domanda che detestavo mi stava assillando e non mi permetteva di dormire: Hayes stava bene? Era al sicuro?

The Violinist GirlWhere stories live. Discover now