Il Caos

46 16 3
                                    

- Sono a casa...- attraversai la porta cercando con lo sguardo dove si trovassero gli zii.
Giusto. Ero tornata a casa prima e gli zii mi avevano avvisata che non sarebbero tornati prima delle quattro del pomeriggio.
Perciò la casa era libera.
Bum...BOOM....
Due colpi violenti al piano di sopra.
Salii le scale zoppicante ed andai in camera mia.
- Come immaginavo... lui.- dissi non sorpresa.
Quello strano speciale era arrampicato sull'abete che si trovava letteralmente davanti alla finestra della mia camera.
Aprii la finestra.
- Via libera, mi sono ricordata che i miei zii non torneranno prima delle quattro.-
Il viso del ragazzo si dipinse di rosso rabbia - Grazie per avermelo detto prima, farfallina.-
Gli tesi la mano per aiutarlo e lui accettò stringendomela.
Appena le nostre mani ebbero contatto mi attraversò una scossa elettrica che mi fece rimanere immobile.
Gli occhi cristallini di lui si spostarono fissando le mie iridi.
Era strano tutto ciò che stava accadendo.
Fece un salto e riuscì ad entrare nella finestra, ma tutto ciò gli provocò una caduta appena entrò in camera e atterrò letteralmente su di me, sopra di me.
Il suo corpo mi stava sovrastando ed io non sapevo cosa fare, arrossii all'istante.
Rimanemmo qualche secondo fiato a fiato fissandoci negli occhi, lui nei miei occhi blu ed io nei suoi azzurri.
- Tutto ok, farfallina?- mi chiese, rialzandosi.
- Ma se di me non ti interessa niente, perché me lo chiedi?- chiesi per infastidirlo.
- Infatti non dico che mi interessi di te, solo che sei scheletrica ed eviterei di dire ad Illë di averti spezzato le anche cadendoti addosso.-
Sei scheletrica... perché? Perché proprio quell'insulto? Perché non poteva dire altro?
Sapete, io non sono quel genere di protagonista che si tiene dentro proprio tutto, perciò gli dissi questo.
- Scheletrica? Sai perché? Non mangio per il dolore, per i pensieri, per ciò che mi hanno sempre detto da quando sono nata. "NON SEI BELLA", "NON SEI INTELLIGENTE", "NON HAI UNA FAMIGLIA"... quindi non usare questi insulti, te ne sarei grata.-
Notai che quello speciale non fece altro che rimanere per qualche secondo dispiaciuto con il viso chino, poi mi prese in braccio così, di colpo, poggiandomi sulla sedia della scrivania, si chinò e mi alzò il pantalone fin sopra il ginocchio.
Uscì dalla camera lasciandomi da sola e rientrò subito dopo con del disinfettante ed un tovagliolo imbevuto.
Si chinò nuovamente ed iniziò a disinfettarmi il ginocchio, non rivolgendomi per niente lo sguardo.
Ritrassi di colpo la gamba quando il disinfettante mi provocò prurito alla ferita.
- Scusa per prima, non sapevo del tuo problema.- mi disse sembrando realmente sincero.
- Ma adesso eviteresti di tirarmi una ginocchiata in faccia, farfallina?-
Mi disse sorridendo per la prima volta.
Annuii.
- Dunque ti piace suonare il violino? Te lo chiedo perché potrebbe c'entrare qualcosa col tuo potere, forse.-
Disse il ragazzo ancora intento a disinfettare con precisione i tagli sul mio ginocchio.
- Beh, mi piace molto, sì.- dissi in modo spicciolo.
- Bene, domattina devi andare nell'aula di musica e cercare di vedere se la musica c'entra qualcosa.- mi disse, fissandomi negli occhi e non distogliendo per niente lo sguardo.
Cosa voleva? Prima mi trattava male e poi era così tanto gentile.
Di colpo qualcuno bussò alla porta spalancandola.
Il mio sguardo e quello dello speciale saettarono sulla figura apparsa nella stanza.
- Ofelia, tra poco la cena è pro- diamine, Charlie.
- Sul serio, Ofelia? Neanche è passato un giorno e già ti porti un ragazzo in camera?- mi strillò Charlie settando contro lo speciale ragazzo che mi ritrovavo dietro.
Sì, perché una forza estranea mi aveva invitata a proteggerlo, come se veramente ci fosse pericolo nell'andatura svelta dello zio.
Nonostante tutto sapevo che non sarebbe passato alla rabbia in modo fisico, non era il tipo.
- Signore, non è come sembra..- cercò di spiegargli lo speciale senza ottenere risultati positivi perché mio zio continuò a sbraitare furioso contro di me.
- E sappi che tutto questo lo faccio solo per te perché non voglio che tu faccia la stessa fine di tua madre, che si innamorò di una bestia che abbandonò la figlia piccola alla morte della proprio moglie.-
A quelle parole la mia furia si fece vedere.
Sì, perché dovete sapere che io ero solo silenziosa con zia Penelope ma con gli altri non riuscivo a trattenere la rabbia ed il risentimento.
- Tu non tieni a me. Ti faccio solo pena, pensi che io sia una delle tante orfanelle che si vedono nei film e ti fa sentire una persona migliore ospitarmi.- presi un respiro chiassoso e continuai a strillargli contro non riuscendo a calmare la mia indole furiosa.
- Lo sappiamo tutti che alla fine nessuno vuole l'orfanella con problemi, nei film fanno vedere un lieto fine che non è mai veramente esistito.
Non ti fidi nemmeno di me quando ti dico la verità, ma ho capito che non hai fiducia. E sai una cosa? Farò proprio come ha fatto mia madre: scapperò di casa con il mio principe! Stammi bene.-
Presi lo zainetto rosso, pentendomi subito di tutto ciò che avevo detto allo zio.
Guardai negli occhi il ragazzo che aveva sentito tutto. Tutto ciò che avevo detto.
Lui capì e scappammo dalla finestra prima che lo zio potesse riuscirci a fermare.
Nonostante tutto guardai per l'ultima volta la folta barba di Charlie e soprattutto i suoi occhi lucidi da un pianto prossimo ad un'esplosione.
Ero stata un mostro.
Anzi, ero un mostro in tutto e per tutto.

The Violinist GirlWhere stories live. Discover now