Mine

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Perché? Perchè scappava sempre? Perchè non potevamo stare insieme? Sentivo ancora il vuoto che avevo sentito così forte quando era andato via dopo quel

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Perché? Perchè scappava sempre? Perchè non potevamo stare insieme? Sentivo ancora il vuoto che avevo sentito così forte quando era andato via dopo quel..bacio. Un'esplosione di emozioni che non avevo mai provato prima d'allora.

<< Il pugnale. Toccarlo ti rende vittima di un incantesimo d'amore. Per arrivare al pugnale bisogna passare attraverso la foresta di Loto, ma se si entra nella foresta di Loto si perde la cognizione del tempo e non si desidererà più uscire. Poi c'era.. mm.. La spada! Chiunque la impugni sarà colpito da una maledizione random.. >> continuai a ripetere. Alfred rise << ma non puoi dire così a Mrs. Ward! >> Esclamò. << Vabbè dai, sono dettagli..>> feci per continuare a ripetere quando sentimmo la voce di Mr. Ward in corridoio che faceva il solito discorso ai nuovi arrivati. << Un nuovo arrivato! >> Esclamammo io e Alfred all'unisono. Smontammo giù dal letto alla velocità della luce e aprimmo leggermente la porta. Sbirciando intravidi la sagoma di un ragazzo molto alto con spalle larghe e muscolose da nuotatore. << .. Perché vogliamo che vi esprimiate, quindi potrai scegliere tu come arredare la tua camera..>> continuò Mr. Ward. Mi ritornò in mente il mio primo giorno lì ad Adfectus House. Il tempo era passato così velocemente. All'inizio volevo addirittura scappare.. Quando Mr. Ward si dileguò, chiudemmo subito la porta per non essere scoperti e poi andammo subito dal "new entry". Bussammo alla porta eccitati di conoscerlo. Lui aprì la porta e, cristo santo, il sole gli illuminava il volto spigoloso, i suoi occhi erano azzurri come l'oceano, le labbra piene, i capelli castani e la t-shirt che aderiva ai suoi pettorali scolpiti. Alfred mi risvegliò dal mio sogno ad occhi aperti con una gomitata nella pancia << ooh >> sussurrai dal dolore. << E chiudi quella bocca >> bisbigliò lui in risposta e mi accorsi che ero rimasta a bocca aperta davanti a quello spettacolo. << Ciao, io sono Alfred e lei è Zoe, benvenuto ad Adfectus House! >> Esclamò Alfred con un gran sorriso. Quando il nuovo arrivato sorrise mi sciolsi e sperai di non star sbavando. << Grazie! Io sono Ian >> e poi strinse la mano ad Alfred. Quando toccò a me, mi costrinsi a guardarlo negli occhi. Come sono belli i suoi occhi, sorrisi e gli strinsi la mano come si deve. << Se ti va ti facciamo vedere dov'è il seminterrato dei mobili >> disse Alfred e mi chiesi se non avesse sempre le stesse frasi fatte per tutti. Ian accettò e camminando vicino a lui, nonostante fossi alta, mi sentivo una hobbit.

Entrando nel seminterrato sentii una ventata d'aria fredda, anzi gelida e mi vennero i brividi. Ian se ne accorse e mi poggiò una mano sulla spalla << tutto okay? >> Mi domandò. Io annuii perché mi sentivo la voce bloccata in gola. Alfred gli illustrò la sala e Ian sembrò essere affascinato, mi sorrise come se volesse dire "hai visto che roba?" io risi. Scelse mobili blu, evidentemente era il suo colore preferito.. << Ti unisci a noi per la cena? >> Gli chiese Alfred aspettandosi un "si"<< No..>> disse invece. Io e Alfred rimanemmo a bocca aperta. Quale nuovo arrivato rifiuterebbe mai degli amici? << Non vorrei essere il terzo incomodo ecco..>> si giustificò. << Terzo incomodo? >> Domandammo io e Alfred all'unisono confusi. << Si beh, voi due.. mm..>> continuammo a guardarlo con le sopracciglia inarcate. << Beh state insieme e io non c'entro niente! >> Esclamò. Io e Alfred ci guardammo e scoppiammo a ridere. << NO! Ma santo cielo! >> Esclamai, Alfred mi fulminò con lo sguardo << grazie cara..>> disse alzando gli occhi al cielo. << Senza offesa ovviamente! >> Ian sembrò sciogliersi. << Abbiamo un gruppo di amici >> spiegò Alfred, così Ian venne con noi a cena e quando arrivammo al tavolo era visibilmente a disagio. << Tranquillo anche io ci sono passata >> gli sorrisi e lui ricambiò il sorriso. Gli poggiai una mano sulla spalla e produssi un po' di calore, così da scioglierlo un po'. << Ragazzi, lui è Ian.. mm, come ti chiami per intero? >> Chiese infine Alfred rivolgendosi al nuovo arrivato. << Edwards, Ian Edwards da Miami..>> disse, sembrando più sicuro di se di quanto avessi creduto. Si sedette e tutti si presentarono. << Ciao fratello, io sono Hector Stewart, dalla sempre assolata Los Angeles! Vieni qua bello! >> Esclamò. Digrignando i denti cercai di trattenermi dall'attaccarlo, Hector mi guardò di soppiatto con un mezzo sorriso stampato in faccia. Lo guardai con gli occhi iniettati di sangue. Poi Dafne mi posò una mano sulla coscia da sotto il tavolo e sussultai. Lei mi fece il gesto di fare un lungo respiro e mi aiutò a calmarmi.

<< Zoe? >> Mi girai di colpo sorpresa, pensavo di essere sola, mi sbagliavo.. gli sorrisi, era Ian. << Quindi è questo il tuo nascondiglio.. buono a sapersi >> disse sorridendomi, parlava della sala di addestramento di Mr.Woj. Si sedette vicino a me, con la schiena appoggiata al muro. Lui era girato a guardarmi, ma io fissavo la parete di fronte a me. << Tutto ok? >> Mi chiese poggiandomi una mano sulla spalla. Mi trasmetteva calore. Trovai finalmente la forza di guardarlo e di sorridere << certo >> dissi. Non sembrava convinto, ma lasciò perdere. << Questo posto è fighissimo, insomma mi sento a casa.. >> disse sospirando. Come eravamo diversi. << Ora mi devi raccontare cosa hai fatto per essere mandato qui! >> Esclamai simulando una risata. Ian sembrò a disagio, magari aveva combinato qualcosa di brutto sul serio.. << è tanto terribile? >> gli domandai speranzosa. Che cosa orribile sperarlo, ma mi sentivo terribilmente sola e malvagia e oltre a Derek, che però non mi parlava, nessun altro qui aveva combinato qualcosa di davvero orribile. << Ho dato fuoco ai capelli di mia madre.. >> riuscì a dire finalmente. Chissà che pensavo << ah >>. Ian sembrò fraintendermi << è così orribile? >> Mi domandò con una nota di disperazione. Non feci in tempo a rispondere che iniziò a parlare con tono triste : << mi sento in colpa. Poteva farsi davvero male..avrei potuto ucciderla. E.. non mi sarei mai perdonato. Mai.. >> L'ultima parola la sussurrò. Gli poggiai una mano sul braccio per tranquillizzarlo << tranquillo Ian, non è niente! >> Dissi. Com'era possibile che lui si preoccupasse così tanto per una cosa così stupida e io invece non sentissi alcun rimorso per le cose orribili che avevo fatto? Per fortuna Ian non mi chiese cosa fosse accaduto a me per essere mandata lì, così chiacchierammo del più e del meno, tranquillamente e mi rilassai. Mi piaceva stare con Ian, mi rasserenava molto. Ma mi domandai perché non me lo avesse chiesto, non gli interessava o era solo molto educato? Diversamente dalla sottoscritta.. << Ti va di fare un po' di magia insieme? >> Gli domandai con l'espressione di un'esaltata. << Non so come.. >> non lo lasciai concludere la frase << ti insegno io, okay, prendimi le mani >> me le prese subito con un sorriso, gli sorrisi anch'io e chiusi gli occhi, pensai al ricordo più felice che avevo e gli mandai un Felicitas Expanding, Ian ebbe un brivido e iniziò a ridere di piacere << o mio dio, è una sensazione fantastica! >> Esclamò elettrizzato. Scoppiai a ridere e poi lui fissó i suoi occhi nei miei e io rimasi bloccata lì, non sapendo come reagire. Poi iniziò ad avvicinarsi a me e il suo volto era così vicino al mio, fece per baciarmi, ma io mi ritrassi sgranando gli occhi, mi alzai in piedi e scappai via perché presa alla sprovvista. Uscii dalla stanza guardandomi alle spalle, Ian era rimasto lì, seduto, cercando ancora di realizzare cosa fosse accaduto. Andai a sbattere contro un corpo duro e freddo. Sussultai e mi allontanai alzando lo sguardo. Oddio. << Scusa.. >> sussurrai ancora col fiatone per la corsa. Fissò i suoi occhi nei miei e mi guardò con il suo solito sguardo misterioso, come se potesse leggerti la mente, come se ti conoscesse nel profondo e sapesse già tutti i tuoi segreti. Mi rendeva ansiosa. << Tutto okay? >> Mi domandò accennando un mezzo sorriso. Non risposi e lo vidi torcere il collo per vedere chi ci fosse all'interno della stanza, lo vidi simulare un ghigno  << aah ora ho capito, in amore vince chi fugge giusto?>> Domandò beffardo. Gli tirai un pugno sul braccio << smettila! Non è come pensi! >> Esclamai in imbarazzo. Riassunse l'espressione misteriosa << perché, come la penso? >> Chiese inarcando un sopracciglio. Andai nel panico.. << ah.. dimmelo tu.. >> Derek mi si avvicinò molto lentamente, pensavo mi avrebbe baciata, invece avvicinò la bocca al mio orecchio e sussurrò: << tu sei mia. >>

L'Ultima Dominatrice || The Eversor Trilogy (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now