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Derek poggiò entrambe le mani sulla parete cercando di farla crollare per creare una via di fuga. In quel momento un necrofago mi balzò addosso, ma io lo schivai scostandomi di lato ed egli atterrò su un Praticante che lo schiacciò contro il muro con la mano. Iniziò così una lotta tra necrofagi e Praticanti che sembravano averci momentaneamente dimenticati. Schiacciati in un angolo, aspettavamo che Derek facesse crollare il muro. Un necrofago cercò di addentare Alfred, ma Ian lo colpì alla testa con il coltello ed egli cadde ai miei piedi in un bagno di sangue. Finalmente il muro crollò, ma il fracasso attirò l'attenzione di alcuni Praticanti. Iniziammo a correre a tutta velocità inseguiti da un paio di Praticanti, mentre gli altri continuavano la battaglia. Io e Derek ci giravamo di tanto in tanto continuando comunque a correre per lanciare delle sfere di energia oscura che li avrebbero rallentati. Anche loro ci colpivano con degli incantesimi di magia nera che ci provocavano fitte dolorose in tutto il corpo, ma non ci impedivano di continuare a correre. Quando però colpirono Ian, un semplice Python, egli lanciò un urlo straziante accasciandosi a terra. Mi accovacciai accanto a lui posandogli entrambe le mani sullo stomaco, sul punto in cui era stato colpito. Recitavo incantesimi di guarigione mentre Derek teneva impegnati i Praticanti. << Tieni duro Ian >> lo incoraggiai concentrandomi sul bene e sulla guarigione. Uno dei Praticanti cadde a terra in un cumulo di ossa e feci rialzare Ian che disse di riuscire a camminare. Così, con il nostro aiuto, potemmo raggiungere gli altri che sembravano persi e disorientati. << Mi sento meglio, posso correre anche da solo ora >> disse Ian sicuro di se e probabilmente in imbarazzo per la sua debolezza. Ma era solo un Python come gli altri e probabilmente se fosse accaduto lo stesso a Dafne o a Holland o persino ad Alfred, nessuno di loro sarebbe anche solo riuscito a rialzarsi, neppure con il mio aiuto. Stavo cercando le parole giuste per dirgli che era forte e che non doveva vergognarsi, ma non c'era tempo. Derek ci ordinò di seguirlo e dopo una corsa forsennata arrivammo finalmente alla taverna. Iniziammo uno ad uno, partendo da Derek e finendo con me, a scendere la scalinata traballante ancora sporca del mo vomito. Dafne scivolò lanciando un urlo e Derek la prese al volo. << Oh Derek! Tu es el mio salvador! >> Esclamò lei con gli occhi sognanti illuminati dalla torcia di Hector che osservava la scena con disgusto. Per la prima volta ero completamente d'accordo con Hector. Ci chiudemmo dentro e andammo a sederci nell'angolo più buio della stanza dove non c'erano cadaveri. Il tanfo era orribile e ci costringeva a tapparci il naso. Anche Holland vomitò. Hector illuminò centimetro per centimetro la stanza. C'erano barelle incrostate di sangue e macchinari, camici da laboratorio e gabbie aperte. Cadaveri squarciati ovunque e sangue dappertutto. Sembrava la sala delle torture di un ospedale psichiatrico. Era inquietante e si moriva di freddo. Si potevano sentire i rumori di guerra provenienti dal piano di sopra. I nostri nemici si stavano annientando a vicenda. << Mancano venti minuti all'alba >> ci avvertì Hector che prima di allora non aveva mai osato parlare. Era onnipresente, guardava sempre tutto in silenzio, osservando e studiando. Non avrei mai detto che Hector potesse essere così misterioso oltre ad essere uno stronzo immondo. Si percepivano l'ansia e il terrore chiusi in quella stanza, ma anche il dolore degli infetti che la occupavano in precedenza. Il tempo sembrò non passare mai, tremavo e ad ogni piccolo rumore sobbalzavo. << Manca poco, al sorgere del sole e se ne andranno, ne sono sicuro >> continuava a ripetere Ian come per confortarci, ma sembrava voler convincere se stesso. << Si, si se ne andranno >> continuava a ripetere chiudendosi in se stesso e circondandosi le gambe con le braccia. Mi alzai tremante e gli andai vicino per tranquillizzarlo. Lui mi guardò spaventato e io gli sorrisi sedendomi accanto a lui. Gli posai la mano sulla spalla trasmettendogli un po' di calore umano. Sembrò calmarsi, per fortuna, ma ad ogni minimo rumore conficcava le unghie nella mia carne. Deglutii togliendomi la sua mano di dosso e osservai le ferite provocate dalle unghie di Ian che di li a poco avrebbero iniziato a sanguinare. << Va tutto bene >> gli sussurrai all'orecchio abbracciandolo. Lui annuì poco convinto. Derek osservava la scena irritato e stringendo i pugni. Mi venne da sorridere, ma non era proprio il momento adatto. << Il sole è sorto >> disse Alfred con voce strozzata, illuminando il suo orologio con la torcia di Dafne. Sentii Ian irrigidirsi tra le mie braccia. Era arrivato il momento di uscire da quel posto. Ci alzammo e ci avviammo tutti verso l'uscita, quando sentimmo Holland urlare e cadere a terra. << Che succede?! Holland! >> Urlai nel panico. << Sono inciampata su un cadavere!! >> Urlò lei piangendo disperatamente. Eravamo così tesi e impregnati da tutto l'orrore che avevamo vissuto che anche la minima cosa ormai, ci provocava reazioni incontrollate. << Riprenditi >> sbottai, ignorando le sue lamentele. Dafne la aiutò a rialzarsi e fece un rumore con la bocca, come di disgusto. << Uuh, tienes todo il viso sporco de sangre putrefacto, que schifoo! >> Esclamò Dafne indicando il volto di Holland. Volevo ignorarlo, ma mi resi conto che quella sulla sua fronte non era solo una macchia di sangue, Holland aveva un enorme taglio sanguinante. Il suo sangue era mischiato a quello dei cadaveri rendendo il tutto confuso, ma io riconobbi la ferita aperta e andai subito a soccorrerla. << Holland cristo santo! E questa come te la sei fatta? Razza di imbecille >> dissi io strappandomi il bordo della maglia e fasciandole la fronte. << Sento che sto per svenire! >> Esclamò lei. << Nonono.. Holland ascoltami bene, guardami, ora devi stare calma, fai dei respiri profondi e non appena usciremo da questo inferno potremo aiutarti, capito? Dai vieni con me >> le dissi prendendola tra le mie braccia. Gli altri erano già tutti saliti e aspettavano solo noi. Con il mio aiuto Holland riuscì ad uscire, Dafne a seguire e poi uscii anch'io. Ricominciai a camminare seguendo Derek. Alfred e Dafne sorreggevano Holland e la aiutavano ad andare avanti. Per il momento non c'era nessun pericolo in vista, ma bisognava stare allerta, potevano spuntare da un momento all'altro. Era ancora buio e noi eravamo ancora potenzialmente in pericolo. Notai che prendemmo un'altra strada, forse era più sicura per il ritorno. Sentimmo un tonfo e mi si rizzarono i capelli in testa. Dafne ed Holland urlarono, ma era solo la torcia che cadeva dalle mani di Derek. << Derek che è successo, perché hai fatto cadere la torcia? >> Gli domandai cercando di respirare regolarmente, non arrivò risposta. << Derek è sparito >> disse Ian allarmato. << Sparito!? Cosa dici!? >> Urlai iniziando a correre per trovare Derek. Poi lo vidi, appeso in un sacco. Era inciampato in una trappola. Tirai un respiro di sollievo, ma poi realizzai che stava per essere rilasciato nel buco. << NOO! >> Urlai andando verso di lui, ma non c'era molto che io potessi fare. Quando Derek cadde potei solo protendere la mani in avanti urlando: << NOO! >> Chiusi gli occhi per non vedere. Sentii tutti trattenere il respiro. Pian piano ebbi il coraggio di riaprire gli occhi e quello che vidi sembrava irreale e sconvolgente. Derek galleggiava in aria sorretto da una forza invisibile, mi guardava stupefatto, ero stata io. Ero riuscita, con il mio potere, a impedire che cadesse. Mi resi conto che muovendo le braccia anche Derek si muoveva nella stessa direzione. Così lo feci galleggiare verso di me e poi come se volessi liberarmene, scossi le mani ed egli cadde a terra con un tonfo. Era salvo. Ritornai a respirare e quando Derek si alzò corsi ad abbracciarlo. << Oh Derek, es vivo! >> Urlò Dafne saltandogli addosso non appena mi staccai io. Che rabbia! Digrignai i denti e distolsi lo sguardo per non ucciderla seduta stante. Ricominciai a camminare, anche se non sapevo dove andare, pur di non assistere alla scena. << Zoe.. mm.. è da questa parte >> disse Ian a disagio, indicandomi la direzione opposta a quella in cui mi dirigevo. Tornai indietro imbarazzata. Arrivammo nel punto in cui avevamo creato la barriera protettiva e il sole ormai filtrava attraverso le finestre. Era finita? O era ancora presto per cantare vittoria? Continuammo a camminare cauti fino a che non arrivammo all'uscita. La porta era scardinata e il sole filtrava accecante. Sorrisi, eravamo salvi. Corsi per tutto il giardino di Adfectus House godendomi quella luce solare, che fino a quel momento avevo odiato. Ridevo di gioia e ben presto anche gli altri mi seguirono. << Siamo salvi >> disse Ian sorridendo sollevato, poi mi venne incontro e mi prese il volto tra le mani, mi baciò appassionatamente sotto gli occhi di tutti. Sotto gli occhi di Derek.

L'Ultima Dominatrice || The Eversor Trilogy (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now