Escape part 2

5.6K 404 21
                                    

Derek si trovava nell'immensa foresta dietro la scuola. In un magazzino naturale protetto da una barriera invisibile estremamente protettiva e mortale al tatto. Sarebbe stato difficilissimo riuscire a entrarvi, ma io ce l'avrei fatta. Sarei anche morta provandoci, perché pensando ad una vita senza di lui.. avrei preferito di gran lunga morire anch'io. Anche senza i poteri del Dominatore io ci sarei riuscita, era una promessa. Mano a mano che procedevamo verso il capanno di foglie, dove mi aveva portata Ian per il nostro primo appuntamento, riconoscevo i volti cadaverici delle centinaia di persone riverse sul terreno fangoso e bagnato, a causa della pioggia battente che aveva iniziato a cadere alcuni minuti prima. C'erano sia Cacciatori che ragazzi, ma i Cacciatori erano in visibile minoranza. Ancora non riuscivo a credere che avessero ucciso tutti quegli adolescenti innocenti. Il compito dei Cacciatori non era quello di proteggere i Python? Eppure loro avevano fatto il contrario, con inutili spargimenti di sangue. Riconobbi subito il voto pallido della ragazza dai capelli rosso fuoco che faceva sempre un milione di domande a Mrs.Ward durante la lezione. Era stata una ragazza piena di vita e vederla stesa così inerme mi dava i brividi. I suoi occhi spalancati, erano verdi, ma stavano diventando neri a causa della paura, bloccati a metà della colorazione, bloccati dalla morte, veloce e istantanea per quella povera ragazza. La pioggia le scivolava sul volto facendo sembrare che piangesse. Non mi resi conto che ero stata troppo tempo ferma in piedi a fissarla, poiché Heather esclamò: << Zoe, muoviti! >> Mi ripresi e continuai a camminare più velocemente di prima, per raggiungere il resto del gruppo. Facevo fatica dato che i piedi affondavano nel terriccio intriso di pioggia. Alcuni fulmini squarciavano il cielo grigiastro. Riconobbi poi il volto pienotto di Dolores, la ragazzina presa in giro alla quale avevo passato di forza il Felicitas Expanding. Il suo petto era squarciato e da esso sgorgava ancora del sangue. Se fossi arrivata qualche minuto prima forse avrei potuto salvarla. Sentii come un macigno sul petto e una grandissima tristezza mi assalì impedendomi di respirare. Ero nel panico e mi sentivo incredibilmente sola senza l'aiuto di Derek. Lui sapeva sempre cosa fare, in qualsiasi momento e occasione. Io invece, ancora inesperta, non avevo idea di cosa fare. Sarei dovuta essere un capo, un modello da seguire per i miei amici, ma ero sperduta e io stessa avevo bisogno di aiuto e di qualcuno da seguire. Mi accasciai al suolo e mi lasciai andare improvvisamente, come non succedeva quasi mai, ad un pianto disperato, ma silenzioso. Non appena i miei amici si accorsero che non ero più dietro di loro tornarono sui loro passi per trovarmi accovacciata al suolo a piangere come una bambina. Ero solo una debole e mi vergognavo immensamente. << Zoe! O mio dio, stai bene? Cos'hai? >> Esclamò Alfred accucciandosi di fianco a me. << Voglio Derek! VOGLIO MIO FRATELLO! Ho bisogno di lui! >> Urlai a pieni polmoni. << Sta zitta cretina! Se non vuoi che ci ammazzino ti conviene chiudere quella fogna! >> Urlò qualcuno a qualche metro di distanza da noi. Riconobbi subito la voce. Era Hector. << Non ti azzardare a parlarle in questo modo Hector! >> Urlò qualcun altro alla stessa distanza. Riconobbi la voce di Ian. Ian.. mi sembrò che il peso sul petto si alleviasse un po'. Lui avrebbe sicuramente saputo cosa fare. Mi alzai di scatto e corsi a buttargli le braccia al collo << grazie al cielo sei qui >> mormorai asciugandomi le lacrime con la manica della felpa e tirando su col naso. Di colpo mi resi conto di essermi esposta troppo, così mi scostai subito e respirando profondamente continuai a camminare verso il capanno di foglie come da programma. Quegli sbalzi d'umore così repentini avevano sicuramente confuso e scombussolato il gruppo, ma non potevo evitarli. Notando che nessuno mi stava seguendo mi voltai per vedere le espressioni sconvolte dipinte sui volti di tutti i miei amici. << Allora!? Vogliamo muoverci? >> Domandai irritata. Mi raggiunsero nonostante fossero ancora un po' scossi. << Questa qui è tutta matta >> borbottò Hector. Ignorando i commenti indesiderati, procedetti verso il capanno di foglie. Accendemmo una lanterna e ci buttammo tutti sulla panchina ad aspettare l'ora prestabilita. Hector continuava a fare irritanti commenti sarcastici, a volte riuscivo a rispondergli a tono, altre non mi veniva in mente nulla, così restavo semplicemente in silenzio guardandolo con sguardo truce. Poi ci fu la goccia che fece traboccare il vaso. << Quindi scaleremo il muro di Adfectus House e una volta fuori dalla proprietà ci metteremo a correre verso la foresta >> illustrai il piano gesticolando. << Perché andiamo verso la foresta scusa? Questo piano fa veramente schifo, per metterci in salvo dovremmo andare verso la città dove ci sono gli umani >> disse Hector finendo la frase con un rozzo sputo sul pavimento. << Se non ti piace questo piano sei libero di andartene, nessuno ti trattiene >> controbattei fissandolo con aria di sfida. Lui, con un sorrisino acido, rispose con un'altra domanda: << voglio solo sapere perché vuoi andare verso la foresta. >> Stringendo i denti decisi che era una domanda legittima. << Perché hanno catturato Derek ed è lì che lo hanno portato >> risposi mantenendo la calma. Ma Hector non si trattenne come me. Con un altro schifosissimo sputo, poggiò con rabbia i palmi delle mani sul tavolo, alzandosi in piedi. Mi fissò negli occhi e recitò la sua condanna: << questo è il motivo più stupido che io abbia mai sentito. Tu vuoi rischiare la vita di tutte queste persone per salvare la misera vita di un essere la cui esistenza è inutile quanto una taglia S per Dolores?! Sapevo fossi stupida, ma non pensavo fino a questo punto. Tu e quel bastardo per me potete anche morire, io non butto la mia vita per salvare quello scarto della natura! >> I miei capelli si tinsero immediatamente di nero come la pece e così anche i miei occhi. Strinsi i pugni e spinta dalla rabbia gli scagliai una potentissima sfera di magia nera dritta nel petto. Hector volò per metri fino a sbattere contro il muro di edera. Lo andarono tutti a soccorrere e nessuno pensò ad aiutare me. Era lui la vittima vero? Io ero solo stata ferita nel profondo a parole, lui aveva solo fatto sentire me e mio fratello come delle bestie che valgono meno di zero. Quella volta dai miei occhi non sgorgò neanche una lacrima. C'era solo rabbia nel mio cuore di ghiaccio. Tirai un pugno sul tavolo che, a causa del potere ancora caldo che sgorgava nelle mie vene, si ruppe in mille pezzi. Si girarono tutti a guardarmi scandalizzati. Stufa dei loro sguardi mi infilai la mantella e me ne andai di gran carriera in mezzo al boschetto buio. Adoravo stare nel buio, anche solo a pensare, era come stare a casa, io riuscivo quasi a vedere al buio. L'oscurità era la mia protezione. La mia zona di confort. Potevo piangere senza che nessuno mi potesse vedere ed essere libera di essere me stessa. Mi sedetti a terra senza curarmi del fango e mi fumai una sigaretta in santa pace. Era da tanto che non fumavo più da sola e immersa nel mio fedele buio. Ma ben presto la tranquillità cessò. Era quasi ora di andare. Mi incamminai verso il capanno, ma più camminavo e più mi sentivo sperduta. Dov'era finito il capanno? Mi ero persa per caso? Iniziai ad imprecare ad alta voce continuando ad affondare i piedi nella poltiglia marrone che inondava il passaggio. Se non ritrovavo il capanno o il punto giusto della barriera sarei rimasta tra le mura di Adfectus House e i Cacciatori mi avrebbero catturata. Dovevo escogitare un piano. La testa non voleva proprio funzionare quella notte. Nonostante urlassi a squarciagola i nomi di tutti i miei amici, compreso Hector che non lo era, non tornò nulla. Mi venne un'idea proprio quando pensai di non avere più speranze. Ma potevo realizzarla solo provando un' emozione forte. Così afferrai la prima cosa appuntita che trovai e iniziai a farmi dei tagli profondi sul braccio. Faceva male, ma non abbastanza. Presi un grande respiro e mi infilai il legno appuntito nella spalla destra urlando di dolore. Creai una sfera di luce bianca splendente e la lanciai in aria, essa scoppiò in tanti brandelli di luce come un'enorme fuoco d'artificio. Sollevata di essere riuscita nel mio intento caddi a terra con la vista offuscata. Avevo perso molto sangue. Chiusi gli occhi e non li riaprii.

L'Ultima Dominatrice || The Eversor Trilogy (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now