fortyfour

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[The1 — Blackbear]

«Jake», sussurro; il respiro spezzato a metà. Le pareti della mia gola si restringono e mi manca l'aria, ma so che non è per l'alcol.

Tutto intorno a me sembra girare, avvolgermi e farmi credere per un solo istante che tutto questo sia soltanto un sogno. Eppure non è così.

Il ragazzo che credevo di amare è davanti a me, esattamente qui, a pochi passi da me come un anno fa.

I suoi occhi sono ancora su di me; continua a guardarmi come se neanche lui riuscisse a credere che io sia realmente tornata.

Mi sento vacillare e perdo l'equilibrio, ma qualcuno mi afferra prima che possa anche accennare a scivolare via, quando in realtà farlo è tutto ciò che vorrei.

Liam è al mio fianco, le sue dita avvolte intorno al mio braccio.

«Non sapevo che fossi tornata», pronuncia la voce troppo familiare, che ha costituito la mia dipendenza per troppi mesi.

Sostengo il suo sguardo, prima di rispondergli.  «Non pensavi l'avrei fatto.»

Neanche io lo pensavo. Ma lo sapevo. Sapevo che sarei tornata, in un modo o nell'altro. Dovevo farlo.

Jake non è cambiato. Non fisicamente, almeno. I suoi capelli scuri sono raccolti in una coda, gli occhi dorati mi guardano con la stessa intensità che mi ha sempre fatto credere di essere innamorata di lui.

«Ariel, io...», inizia, ma si rende conto che la sua è una di quelle battaglie perse ancora prima che si inizi a combattere. Ed è stato lui a deciderlo.

«Possiamo parlare?», mi chiede cambiando direzione, quasi supplicandomi.

Io continuo a guardarlo, non sapendo neanche in quale modo lo stia facendo. Scuoto la testa. «Non c'è niente di cui parlare, Jake.»

Non mi accorgo della presa che Liam esercita sul mio braccio fino al momento in cui decide di intensificarla, stringendo le sue dita sulla mia pelle. Sembra accorgersene anche lui quando lo guardo, così mi lascia andare.

Senza neanche dare la possibilità a Jake di rispondermi mi volto, cercando di allontanarmi da lui. Ma qualcuno continua a prendermi, e questa volta non si tratta di Liam. Rabbrividisco e continuo ad andare in apnea.

Il mio sguardo scatta nella sua direzione, al contatto della sua mano contro la mia. La sensazione è familiare, ma struggente. Fa male. Credevo di averlo superato, ma adesso mi rendo conto che non è così. Niente di quello che credevo e che continuo a credere si rivela essere esattamente come l'avevo immaginato.

«Lasciala andare, cazzo», quasi urla Liam, mettendosi tra me e lui. Il contatto tra me e Jake si spezza.

«Voglio soltanto parlare, Ariel», dice Jake, giustificandosi e cercando il mio sguardo oltre la spalla di Liam, adesso davanti a me.

«Ti prego», sussurra, e a quel punto riprendo a vacillare.

Liam si volta verso di me in cerca di risposte. Risposte che io non ho.

«Se vuoi, ce ne andiamo adesso», promette, prendendo il mio volto tra le sue mani. «Ma devi essere tu a deciderlo.»

Annuisco, cercando di focalizzarmi su cosa io voglia davvero in questo momento. Voglio parlare con Jake, riaprendo ogni mia ferita e richiuderla per sempre, o voglio continuare a sanguinare, con la possibilità di non riuscire mai a risanarle?

Sapevo che venendo qui avrei rivissuto tutto quello da cui ho cercato di scappare da quando sono andata via. Ma non posso più continuare a farlo. Non posso più continuare a scappare, a restare intrappolata in una terra di mezzo tra passato e presente.

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora