eighteen

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[The fault in our stars — Troye Sivan]

Lo faccio perchè io ero come loro.

Sebbene abbiamo parlato d'altro dopo quella sua confessione, non faccio altro che pensarci. È sempre lì, come un pensiero costante.

Harry era come Andrew, o come qualsiasi altro bambino che questa mattina riempiva quella sala della clinica?

Non ce l'ho fatta a lasciare le domande accantonate nella mia mente; avevo bisogno di risposte. E ne ho ancora. Harry ha detto di essere stato come quei bambini, e pur non sapendo cosa abbia avuto, la domanda più importante è: e adesso? Sta bene? Lui ha parlato al passato e mi ha chiaramente lasciato intendere che non avrò presto le mie risposte, quindi presumo che ora stia bene.

Mi chiedo se Tara sappia di ciò che fa Harry per quei bambini. Mi chiedo se sia rimasta anche lei affascinata e incantata dal modo in cui lo aspettavano e da come lo guardavano. E mi chiedo ancora, se mio padre non l'avesse conosciuto, io avrei saputo tutto questo, prima o poi?

Harry sosta l'auto davanti la scalinata e io laccio la cintura di sicurezza esitando, perchè ci sono talmente così tante cose che vorrei chiedergli, di cui vorrei potergli parlare. Ma probabilmente finiremmo per fare qualcosa di cui ci pentiremo entrambi se restiamo ancora insieme.

«Grazie, Harry» mi limito a dirgli, voltandomi nella sua direzione e sorridendogli. «Per il passaggio e per il pranzo.»

«Figurati» dice così lentamente che vorrei solo scappare via da lui. Lui che nello stesso momento cerca il mio sguardo; io ci casco, perché con lui ci casco sempre. Sta giocando sporco e lo sa bene. Sono incatenata.

Distolgo lo sguardo dal suo prima e scendo velocemente dall'auto. Avanzo sulla gradinata fino ad arrivare all'ingresso con la certezza di avere il suo sguardo ancora su di me. Armeggio con le chiavi più volte, ma poi riesco finalmente a sbloccare l'ingresso. La tentazione di voltarmi verso di lui è ai limiti dell'assurdo, ma so che se lo facessi, probabilmente, mi pentirei anche di questo.

Senza pensarci ancora spalanco completamente il cancello dell'ingresso e vado verso l'ascensore. Devo far sparire l'immagine di Harry dalla mia mente e da ogni singolo centimetro del mio corpo su cui i suoi occhi si sono posati.

Al momento non so neanche di poter dire di stare con Zayn, e quando sembra che tutto vada come dovrebbe Harry continua a vagheggiare e ad occupare ogni mia singola cellula.

Dopo aver selezionato il piano su cui dover andare le porte dell'ascensore iniziano a chiudersi lentamente, ma quando sollevo lo sguardo riesco soltato a vedere il modo in cui Harry mi raggiunge a grandi falcate, bloccandole ed entrandoci con me.

«Harry, cos...» non mi lascia neanche il tempo necessario per rendermi conto che si trovi davvero in quest'ascensore insieme a me, perchè il mio volto viene circondato dalle sue mani e le sue labbra premute contro le mie. E poi posso giurare che ogni cosa sembra sparire, dissolversi.

Tutto ciò che riesco a considerare è soltanto la sensazione delle sue labbra che si muovono contro le mie riescono a suscitare. Le sue mani sono ancora sul mio volto; io porto le mie sui suoi avambracci. Approfondisce il contatto senza esitazioni, rendendo il bacio carico di attesa e passione.

Non posso più negarlo: ho sempre pensato a come avrebbe potuto essere la sensazione delle sue labbra contro le mie, e in questo momento quasi non mi rembra reale ciò che sta succedendo.

Ad interromperci è lo sblocco dell'ascensore, le cui porte si spalancano nuovamente al livello del mio pianerottolo. Harry allontana lievemente le sue labbra dalle mie, e pur avendo i miei occhi ancosa chiusi, per la paura che si stia trattando soltanto di un sogno o della mia immaginazione, riesco a percepire il suo caldo respiro sulle mie labbra.

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Where stories live. Discover now