fiftythree

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[A thousand years — Christina Perri]

Le mani di Harry mi tengono stretto gentilmente il volto; io appoggio le mie sulle sue e continuiamo a respirare l'uno l'aria dell'altro. Come se soltanto quella ci fosse indispensabile per sopravvivere.

Le sue labbra si muovono contro le mie e il tocco è dolce mentre entrambi raccogliamo le mie lacrime racchiuse tra loro.

Harry improvvisamente sposta le sue mani e mi solleva senza mai lasciarmi andare, tenendomi sempre con sé. Avvolgo le gambe intorno al suo corpo e le braccia intorno al suo collo, lasciando che lui mi porti dove vuole. Mi basta che sia con lui.

Riconosco la sua stanza anche se non ci sono mai stata quando mi fa cadere delicatamente sul suo letto. Non c'è nessuna luce ad illuminarla, ma non mi importa. Mi basta che Harry resti con me.

La sua bocca spinge contro la mia; le mie mani tra i suoi capelli mentre cerco di tenerlo più vicino. Sento le sue mani spostarsi lungo il mio corpo fino a raggiungere l'orlo della maglia che indosso. Le sue dita lo sollevano delicatamente, ricoprendo la mia pelle con il loro tocco.

«Ariel.» La voce di Harry sussurra il mio nome quando le sue labbra si allontanano dalle mie.

Guardo nei suoi occhi e accarezzo la pelle del suo volto, non dicendo niente.

«Dimmi che non lo stai facendo perché lo sai.» Adesso è insicuro, come se dalla mia risposta dipendesse la sua salvezza.

Io continuo a guardarlo e a tenere la mia mano sulla sua pelle. La sposto portandola sul retro del suo collo.

«Lo sto facendo perché tu sei la mia ragione tanto quanto io sono la tua», sussurro, e soltanto pronunciando quelle parole mi rendo conto di quanto siano anche più vere di quanto credevo.

Siamo l'una la salvezza dell'altro.

Le labbra di Harry si posano ancora sulle mie rispondendomi nel modo in cui abbiamo imparato a fidarci, quello in cui abbiamo imparato a non nascondere quello che siamo. Quello in cui lui è mio e io sono sua, senza il bisogno di parole, senza riserve e senza difese.

Harry riprende l'orlo della mia maglia e quando lo fa mi sollevo per permettergli di sfilarmela completamente.

Il suo sguardo si posta sulla mia pelle scoperta, e mi guarda come mai nessuno ha fatto. Perché mi guarda per davvero, non tralasciando neanche il minimo particolare, neanche la minima imperfezione.

Lascia scorrere le dita sulla mia pelle, che traccia come se potessi rompermi sotto il suo tocco. Si ferma quando mi sposta i capelli su una sola spalla e mi fa voltare leggermente per raggiungere la mia spalla destra, e sento le sue dita contornare la rondine incisa sulla mia pelle anche se non posso vederlo.

«Non l'avevo mai visto», mormora continuando a seguirne i contorni.

«Anche io non la vedo», gli rispondo voltandomi per incrociare il suo sguardo, ancora sulla mia pelle.

«Ma mi basta sapere che c'è. La guardo quando ne sento il bisogno.»

Poi i suoi occhi si sollevano e incontrano i miei. «È tua madre?»

Il modo in cui riesce a capirmi ogni volta, anche prima che riesca a farlo io quasi mi distrugge, e non voglio pensare che un giorno potrebbe non esserci più a farlo.

Annuisco e un sorriso malinconico prendere forma sulle mie labbra. «Sì.»

«È bellissimo», dice guardando di nuovo la rondine e poi me.

Le sue labbra ritrovano le mie ancora una volta; poi siamo entrambi in ginocchio sul suo letto, ci guardiamo mentre io faccio scivolare le mani sotto la sua maglia toccando la sua pelle calda. Indugio su questa, perché adesso so che c'è ancora qualcos'altro a cui non so se sono pronta.

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora