Chapter 16: Girls/Girls/Boys

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Un sorriso curva le mie labbra mentre finisco di compilare l'ultimo documento inerente ad un quadro di un arrista emergente appena acquistato.
Non mi piace un granchè, ma l'arte è un concetto personale.
"Hey, Mike" esclama Ashton, entrando per poi sedersi davanti a me, ed io mi limito a sorridergli prima di porgergli il piattino delle caramelle, sapendo che non puó resistere a quelle alla menta.
"Amo queste caramelle forse più di Calum" bofonchia, facendomi inarcare un sopracciglio, e alla mia espressione scoppia in una fragorosa risata.
"Okay, non c'è nulla che ami più di Calum, ma queste caramelle ci vanno molto vicino" si corregge, facendomi scuotere la testa prima di firmare l'ultimo foglio.
"Ho finito, devo andare" annuncio, parlando per la prima volta da diverse ore, tanto che la mia voce risulta roca, spingendomi a schiarire la gola.
"A dare lezioni a Cecilia?" Domanda, incuriosito, ed io mi limito ad annuire, sapendo che non puó dirmi nulla.
Sono nel mio paradiso artificiale, ho un benessere chimico che mi scorre nelle vene, sono abbastanza stabile, non puó impedirmi di andare.
"Fai attenzione, per favore" mormora a bassa voce, la preoccupazione intrecciata ad essa, mentre io, nuovamente, annuisco.
Lui e Calum non sanno ancora di Luke, non ho avuto la forza di dirglielo, perchè ogni volta che ci ho provato nella settimana passata mi sono ritrovato sull'orlo del baratro, un piede nella malattia, un piede nel paradiso artificiale.
Ma il nero della malattia comincia a mangiare il pavimento bianco del paradis artificiel, e so che stasera mi ritroveró a fare i conti con le voci.
Ma ora non ho nulla di cui preoccuparmi.

***
"Michael! Ho disegnato in questi giorni, vuoi vedere?" Domanda Cecilia non appena mi vede dietro sua madre, Lorelai, che mi sorride quasi a volersi scusare prima di parlare: "devo andare adesso, ma Luke è nel suo studio al telefono. Se hai bisogno, chiedi pure a lui".
Annuisco, ancora stupito dal fatto che questa donna indubbiamente bella non sia l'anima gemella di Luke, prima che con ultimo saluto dalla piccola scompaia nel corridoio.
"Ho cercato di disegnare le mie emozioni, ma non sono molto brava" continua Cecilia, porgendomi un blocco da disegno decorato da diversi fiorellini fatti a mano con una penna azzurra, e le lancio un sorriso prima di aprirlo.
"Qualsiasi cosa tu abbia creato, il fatto che tu abbia avuto l'idea di farla da sola ti fa onore" rispondo, e non appena il mio sguardo si posa sul disegno nella prima pagina rimango stupito dalla violenza dei tratti.
Ha sfumato la matita, l'ha incrociata, l'ha scurita in un modo che solo un artista formato saprebbe fare, mentre al centro del foglio, in contrasto con la violenza del foglio, una singola stella, delicata, semplicemente contornata con leggerezza sembra attirare tutta l'attenzione su di sè.
La pace che vince sulla violenza.
"Cosa provavi in quel momento, Cecilia? Riesci a dirmelo?" Domando, alzando gli occhi sulla bambina che, seduta al tavolo, giocherella con la sua lunga treccia.
"Non so... È il tatuaggio della mamma, quello sul polso, e l'ho vista litigare con una signora... Ero tanto arrabbiata con lei, perchè volevo difendere la mia mamma" spiega, incupendosi leggermente, ed io annuisco piano, riuscendo a vedere i sentimenti a cui non riesce a dare voce nel disegno.
Cosí, senza aggiungere altro per evitare di mettere a disagio Cecilia, mi siedo vicino a lei, prendendo un foglio pulito e staccandolo, passando poi il blocco da disegno a lei su una pagina bianca.
"Sei molto brava a descrivere in un'immagine le tue emozioni, vuol dire che ha un'indone molto soggettiva, proprio come me. È una buona cosa, ma a volte rischia di travolgerti. Per questo adesso proveremo a fare un disegno preparatorio di una mano. Un disegno preparatorio si fa in genere prima di dipingere un soggetto ben preciso, per avere bene in mente tutti i dettagli. Ora, io mi sposterò davanti a te, e voglio che, piano piano, come riesci, disegni le mie mani mentre io faccio la stessa cosa con le tue, d'accordo?".
La bambina annuisce con gli occhi azzurri colmi di curiosità e tranquillità, e mi sposto davanti a lei prima di prendere una matita dal portapenne, prendendone poi una anche per te.
"A un lato del foglio, prova la grana della matita. Per disegnare una mano, un semplice contorno, scegline una dura, di tipo H, in modo tale da creare un bel contorno preciso. Alle sfumature pensiamo dopo" continuo, e lei obbedisce prontamente, osservandomi qualche secondo prima di cominciare a disegnare, presto imitata da me.
E nel silenzio dello studio creato da suo padre, mi accorgo troppo tardi della presenza di Luke nascosta dietro la porta, che osserva con aria attenta la scena, finchè i miei occhi non incrociano i suoi, facendomi arrossire leggermente.

Holy || Muke Clemmings Where stories live. Discover now