A2 - Secondo

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A2 – Secondo


— Che è successo?

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— Che è successo?

Yongguk, detective pluripremiato della sezione Omicidi di Seoul, si inginocchiò accanto al cadavere riverso sul marciapiede, coperto da un telo di plastica bianco.

Quella mattina, il Quartiere di Gangam era stato svegliato da un urlo colmo di orrore da parte di una giovane jogger: aveva visto, in una piccola stradina che finiva in un vicolo cieco, il corpo martoriato di un ragazzo.

Yongguk era accorso lì il prima possibile.

— Un altro omicidio — borbottò Junhyung, con un'evidente tono di fastidio nella voce. I capelli neri gli ricaddero sugli occhi affilati e dovette fare un secco movimento col capo per scostarli. — Con questo... facciamo il quinto. In una sola settimana.

Yongguk non replicò ed afferrò il paio di guanti in lattice che il partner gli porgeva. Non c'era nulla da dire. Da un paio di mesi a quella parte, l'indice delle morti violente era salito del venti percento: erano stati ritrovati cinquantanove corpi, ed ancora non si sapeva nulla dell'assassino. Per il momento, in Centrale era noto con l'appellativo di "Bestia", a causa della sua brutalità. Quest'ultimo sembrava un fantasma, un miraggio: uccideva persone e spariva nel nulla; per poi ritornare ad ammazzare innocenti qualche giorno dopo.

Prese un lembo del drappo tra il pollice e l'indice e lo sollevò con lentezza. Odiava quel momento con tutto il suo corpo, ma riconosceva la necessità di analizzare i diversi cadaveri.

Sbarrò gli occhi, sconvolto, e per poco non lanciò un grido di frustrazione. Il viso bianco, colmo di terrore, freddo, rigido e rigato dalle lacrime era quello di un ragazzino. I capelli biondi erano spettinati, intrisi di sangue; gli occhi grandi, insolitamente azzurri per un asiatico, mostravano una paura indescrivibile. Le labbra viola risultavano schiuse, come se, nel momento della morte, stesse invocando aiuto. Un taglio slabbrato e profondo gli squarciava l'addome; il braccio sinistro era completamente tranciato, insieme alla gamba destra.

— Sembra sia stato sbranato da un animale — commentò Junhyung.

Yongguk coprì con più dolcezza possibile il viso del ragazzo e si alzò. Il cuore gli batteva velocemente nel petto, come se volesse uscire completamente dalla gabbia toracica. — Sappiamo di chi si tratti? — domandò, cercando di far rimanere salda la voce.

Fu il sergente Hideki Nakamura a rispondere, affiancando i due detective: — Sì. Il suo nome è Lu Han. Aveva vent'anni. — Il giovane mostrava segni di preoccupazione, evidenziati dal violento tremore delle mani. — La scientifica, — indicò con il pollice i tre in tuta e mascherina bianca che analizzavano meticolosamente tutto il perimetro, — afferma che il modus operandi è lo stesso della Bestia.

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