A5 - Quinto

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L

a Torre, simbolo di perdita. Il Mago, un personaggio sia intelligente che subdolo. La Luna, emblema della difficoltà.

Gli arcani troneggiavano sul tavolino in legno posto al centro della carovana, illuminati solo dalla fioca luce delle candele, ormai completamente sciolte.

Marie Amèlie sospirò nervosamente e, con un secco movimento del capo, ripose le tre carte nel mazzo. Non va bene, pensò, posando il viso pallido sul palmo della mano destra, Non va per niente bene. La ragazza si alzò ed iniziò a camminare avanti e dietro per tutto lo spazio circostante. Probabilmente di lì a poco ci sarebbero state altre morti, come aveva predetto la Torre, soprattutto con la polizia umana che investigava sul caso; e di sicuro qualcuno avrebbe tradito tutto il Circo per trarne un profitto personale, cosa che spiegava l'apparizione del Mago. La Luna aveva una sia una connotazione negativa che positiva: quest'ultima comprendeva la liberazione dello spirito dopo una grande prova da superare. Che volesse predire una pace successiva a tutto quel caos?

L'unica era aspettare che il tempo facesse il suo corso. Forse, al fine di smorzare un pochino la tragedia imminente, avrebbe dovuto mettere in guardia gli altri e cercare una soluzione insieme.

Un sorriso amaro le incurvò le labbra rosse: nessuno credeva alle profezie dettate dai tarocchi, quindi era inutile parlarne. Rammentava bene ciò che era accaduto quattro anni prima: aveva tentato di avvisare i compagni della carneficina in procinto di scoppiare, aveva cercato di fermare Sunggi dall'andare a trovare quel suo stupido amico... ma le sue parole erano state volutamente ignorate. Da allora, aveva tenuto per sé le sue previsioni.

La porta in legno si spalancò all'improvviso, gettando un rettangolo di luce nella carovana quasi completamente al buio. Entrò Sunggi, pallida e con un'espressione preoccupata dipinta sul viso. — Che enorme casino. Che enorme cazzata. Donghyun questa volta ha esagerato — stava ringhiando a denti stretti, quasi a se stessa. Sbatté violentemente l'anta dietro di sé e si diresse a grandi falcate verso il suo letto. — Gli umani rovineranno tutto. Tutto, cazzo.

Marie Amélie non rispose. Si accomodò invece nuovamente davanti al tavolino ed accese un'altra candela con i fiammiferi conservati nel cassetto.

— Amèlie, preparati. Gli umani verranno anche da te — sbottò Sunggi con la voce attenuata dal cuscino nel quale aveva affondato completamente la faccia. — Sii cortese, mi raccomando.

— Io sono cortese con chi se lo merita — replicò l'altra con voce atona.

— No, forse non mi hai capito. — La Legimens si mise a sedere con lentezza sul letto. — Devi essere gentile. — Anche al buio, le sue iridi brillavano come diamanti incastonati nella roccia. — Gentile, okay?

Marie Amélie dovette mordersi la lingua per non risponderle a tono. Non era il momento di intavolare discorsi inutili. — Va bene. — Aprì il secondo cassetto della scrivania ed estrasse un polveroso tomo di alchimia risalente ai tempi di Nicholas Flamel. — Se ti può consolare, nemmeno io voglio un gruppo di umani incompetenti a gironzolarmi attorno. — Cominciò a girare rumorosamente le pagine, sperando che la compagna capisse l'antifonia: doveva chiudere il becco e lasciarla studiare in pace.

Evidentemente, quel giorno, Sunggi era un po' lenta di comprendonio. — Ho seriamente paura che qualcuno di noi possa essere scoperto — mormorò con voce rotta.

L'altra represse a fatica uno sbuffo infastidito. — Rinchiudili tutti in gabbia.

Sunggi ignorò le parole colme di veleno della compagna ed insistette: — Hai qualche previsione da fare? Cosa dicono le tue carte? — domandò, prendendosi la testa fra le mani e sospirando rumorosamente.

 CIRQUE - KFA2019 Where stories live. Discover now