Luna crescente

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Giocava con la sua bambola la bambina in fondo al viale. Era circondata da lapidi e teneva stretto nella sua mano il braccio di Margaret . Penzolante e sbilenca raccoglieva terra strisciando sul suolo. Le mancava un occhio e la bocca era stata cucita con un sottile filo nero.

La bambina portava un paio di occhiali neri. La sua cecità era palese e le sue lacrime si udivano nonostante la distanza. Il sangue carezzava il suo volto, fuoriusciva da ogni orifizio, ma il sapore acre e romantico solleticava l'appetito inconsueto dei famelici gesti di un Minotauro inferocito.  Lui la spiava, innamorato della vita innocente, della purezza corrosa dalla vita stessa. Girava intorno, un girotondo frenetico, una fontana zampillante di liquido scarlatto.

Povera Margaret, le roteava la testa. La sua bocca ormai tappata la istigava al suicidio. L'amicizia confusa racchiudeva catene e vincoli obbrobriosi.

Non smetteva mai di girare su se stessa la bambina. La ferocia bramava imperterrita l'assoluzione dei peccati futuri, ma l'ampolla dell'assoluzione faticava a compromettere quel gesto. Girava, girava; una spirale interminabile di mute emozioni, di dolori lancinanti dell'animo infantile giudicato e criticato dalla stoltezza e dall'egoismo lurido e bastardo della società che ci calpesta.

Le sue stesse mani presero i propri capelli tirandoli con forza sovrumana, fino a strappare lo scalpo con egoismo corrotto. Le forbici in tasca attendevano impazienti di tagliare la propria lingua di fango. Attendevano impazienti di cavare quei dolci occhietti di ghiaccio senza fare rumore.

Nemmeno un piccolo urlo, nemmeno un dolore. Solo un agghiacciante risata in un maledetto giorno d'autunno .

La tentazione è famelica, si traveste di bianco questo demone inferocito. Tramuta in falsi dei, appare sacro, diversamente profano, mugugna e bandisce lodi che piovono serene evaporando prima di toccare terra. Animali beati nascosti nelle tane indietreggiano al ruggito del male. C'è tanta omertà nel pianeta ambivalente colmo di odio e meschinità. La stessa meschinità vittoriosa e lusinghiera ricevuta dalla concessione dei mortali più codardi. E così il lieto fine avanza, scala le vette e cambia il sistema.

D'altronde gli ultimi saranno i primi ...

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