Luna nera

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Vestiva di nero quella donna astratta e ricoperta di malinconia. Incarnava la tristezza e la desolazione, al di fuori di ogni singolo schema palpitava di cuori infranti e maceri. Durante la sua processione gettava a terra petali spenti di fiori soavi, tesseva le reti di un amaro ritorno.

Il labirinto della follia osava chiamarlo erroneamente. L'oscuro sentire prevale persino nell'animo più puro, laddove la corruzione prolifera sentimenti astuti e audaci.

Un turbine viola inondava la sua dimensione umana. In silenzio, tacito accordo, proseguiva lungo il suo cammino scalza. Nessuna paura, nessun dolore, annientata si crocifiggeva con le spine dello sconforto. Le sue lacrime, trasparenti melodie, grondavano iridescenti e preziose all'unisono, ricordando il sincronismo e l'autorità ricorrente. Il suo grembo saldo ben si allineava con il destino crudele, ondeggiava in disappunto la sua perdita più feroce.

Le lodi non sono mai vane, è vano il pensiero austero e infimo. Le preghiere non sono mai abbastanza se la mente sporca si ribella ad accettare. Ma la vita è crudele si sa e il fato ride con lieve cordoglio. In un alcova lontana il battito freme con astuzia e integrità, dissipa la bontà gongolando in tempeste ove il sole muggisce.

A terra si sdraia quella donna di nero vestita, afferra il coltello nascosto nel suo lungo saio e lo affonda ripetutamente nella sua pancia. Cinque, dieci, venti volte. Non sente freddo, il sangue la scalda.

Povere anime ritornate sulla terra, poveri corpi e povere menti martoriati entrambi dalla povertà dell'ignoranza. È la stupidità che regna sovrana, l'egoismo e il materialismo che prendono il sopravvento eludendo la vera e unica fonte di salvezza. Sembra tutto effimero, banale, superficiale. Il buio che prevale in una giornata di sole.

Mi sporgo oltre la finestra per osservare meglio il suolo. Dista molti metri e la prospettiva mi affascina fino al punto di desiderare di precipitare. Perché non assecondare il desiderio? Perché lottare per poi ricominciare? Perché farsi carico dell'orrore e della sofferenza altrui?

Decido di sfidare la gravità, assaporando per pochi secondi il vento prepotente che sferza la mia pelle lacerandola lievemente.

"Il labirinto dell'esistenza è cosa assai complessa, è cosa assai preziosa. Non occorrono parole per descrivere la sconfitta, il libero arbitrio è a favore di ogni singola scelta, qualunque essa sia..."

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