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<<Erik buongiorno. Finalmente la conosco>>

Erik entrò con aria perplessa quasi meravigliato dalla calorosa accoglienza del detective.

<<Salve detective. Agenti>>

Li salutò con un cenno con la testa cercando di capire a cosa fosse dovuto l'entusiasmo di Jason.

<<In ogni interrogatorio è saltato fuori il suo nome ed ora finalmente ho la possibilità di ascoltarla e capire come mai>>

Il detective si porto un dito alla bocca per zittirlo prima ancora che Erik potesse elaborare una risposta da dare.   

<<Non vorrei sembrarle scortese, ma ieri ho visto che ha pianto molto per la povera signora Kane, la conosceva bene?>>

<<Avevamo un bel rapporto, paragonabile a quello studente-maestra. Nulla di più>>

Jason prese una sedia e la sistemò alla destra dell'interrogato e vi ci sedette. Prese un foglio appallottolato dalla sua tasca e lo aprì davanti agli occhi di Erik.

<<E' possibile paragonarlo a quello di due amanti? Insomma Erik nessuno in questa sala la biasimerebbe, con tutto il rispetto per la defunta, ma era una bella donna no?>>

Erik tolse la mano di Jason dalla sua spalla e spostò la sedia leggermente a sinistra per lasciare dello spazio tra lui e il detective.

<<Detective, io e miss Kane avevamo un bel rapporto ma non c'era nulla oltre l'amicizia. Mi dava spiegazioni di economia, trucchi per essere bravi nel suo campo. Crede che voglia lavorare in questo hotel per tutta la mia vita? >>

Jason prese nuovamente quel foglio e lo stese sulla scrivania.

<<Io non la sto accusando, ma guardi quante frecce rosse portano al suo nome. Devo farle queste domande, sono obbligato. Al mio posto non farebbe lo stesso?>>

<<Si detective, ma qualsiasi cosa sia stata detta su di me è falsa e sono pronto a dimostrarlo>>

<<Okay Erik, quindi lei sui divanetti della hall ha atteggiamenti intimi con tutte le clienti dell'hotel, no?>>

Erik appoggiò le braccia e i gomiti sulla scrivania e vi ci nascose la faccia.

<<Va bene, mi piaceva. Ma non c'è mai stato nulla tra noi. Lo giuro >>

<<Erik che ne dice di ricominciare quest' interrogatorio? Magari dicendo la verità>>

Jason si alzò nuovamente e si sedette dall'altro lato della scrivania, perfettamente difronte l'interrogato ma rimase in silenzio, non parlò immediatamente.
Guardò Erik negli occhi per qualche minuto, poi prese una penna e nonostante non fosse mancino scarabocchiò una serie di nomi che poi mostrò a Erik.

<<Ricapitolando: lei ha avuto una relazione con una sua collega, Nataly, ma dopo di lei ha avuto altre relazioni o avventure. La descrivono come un casanova sa? >>

Erik rise quasi come se il suo ego fosse compiaciuto dal termine.

<<Inoltre lei era interessato a miss Kane ma non c'è stato nulla tra voi. Ma la vera domanda è: Lei dov'era quella sera? Ho motivo di pensare che sia stato nella hall>>

<<Si, sono stato nella hall, immagino glielo abbia detto Nataly. Le ha detto anche della nostra storia?>>

Jason fece finta di non aver ascoltato la domanda e scrisse un nuovo nome su quel foglio. Lo girò verso di lui e poi appuntò una domanda: Chi è?

<<Miss Hortez è una cliente, soggiorna nella stanza numero 102 con suo marito e i due figli. Perché?>>

<<Okay Erik, quindi oltre al personale pare che anche i clienti sappiano di questa relazione con miss Kane>>

Ticchettò con la penna sulla scrivania e continuò a parlare:

<<Ma se ora mi dice che quella notte non ha vista miss Kane e che invece è rimasto nella hall sotto gli occhi di tutti, migliora la situazione!>>

Erik rimase in silenzio con lo sguardo fisso su quelle frecce rosse intorno al suo nome. 

<<Perchè non mi risponde? >>

Jason diede un pugno alla scrivania e lasciò cadere a terra una pila di fogli come enormi coriandoli bianchi. 

<<Lei non mi crederà ma dopo essere passato per la hall sono andato sul tetto>>

<<E immagino che nessuno l'abbia vista sul tetto>>

Erik si alzò scontrosamente, il pugno di Jason aveva alimentato il finale incandescente e agitato dell'interrogatorio. 

<<Lei era convinto già che io fossi l'assassino. E' questa la verità>>

<<Signor Sultry, lei era innamorato della vittima e non ha un alibi confermabile, Io non penso nulla faccio solo il mio lavoro. Mi dica un nome >>

<<Non ho nomi da fare, siamo tutte brave persone, o almeno sembrano. Io sono innocente>>

<<Fa bene a sperare che io trovi il vero colpevole allora>>

Erik abbandonò la stanza asciugando gli occhi con le dita, nonostante fosse uno dei primi giorni d'indagine capì immediatamente l'esito finale. 


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⏰ Last updated: May 14, 2019 ⏰

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