11- I sacrifici di un padre

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Pov's John

"Perciò le consiglio di tenere sua moglie al riposo, deve evitare qualsiasi situazione stressante o qualsiasi cosa le possa pesare emotivamente"

Ascolto attentamente tutte le parole del medico cercando di non perdere neanche una virgola.

Non voglio neanche immaginare cosa le sarebbe successo se non fossi stato con lei a casa.

Probabilmente sarebbe svenuta e sarebbe rimasta incosciente sdraiata per terra in stanza.

Al solo pensiero mi vengono i brividi.

"È molto fragile, lo sa anche lei signor John. Soprattutto ora che ha smesso di prendere le sue medicine senza il consenso di nessuno"

"Che cosa? No, Serena mi ha detto chiaramente che il medico le ha detto che può interrompere la terapia"affermo.

Il cuore a mille e il respiro corto.

"Allora le avrà mentito.
Non so per quale motivo ha smesso, ma deve proseguire con le pasticche che le abbiamo prescritto. Sennò la prossima volta potrebbe avere reazioni ancora più gravi di un semplice svenimento..."

Le parole del dottore sembrano infilzarmi una ad una.

Serena mi stava mentendo.

Come ho fatto a non capirlo?

È sempre così solare, sempre sorridente. Mi stava nascondendo tutto in realtà.

"Va bene, la ringrazio"mormoro dirigendomi verso la stanza dov'è sdraiata Serena.

L'avevo lasciata che era guarita e che poteva badare a se stessa.
Non sapevo che la sua situazione fosse così delicata, non sapevo di tutto questo.

Dei tremendi sensi di colpa cominciano a divorarmi da dentro.

Dovevo stare più attento.

"Mi scusi, sa dirmi dov'è Serena Night?"una voce femminile attira la mia attenzione.

Una delle poche voci che riconoscerei tra mille suoni.

Natalia.

Il mio corpo si rilassa alla vista di quel piccolo esserino che si sistema la giacca ascoltando le parole dell'infermiera.

Tutto di lei mi rende più tranquillo e più felice.

La sua sola presenza mi trasmette delle strane sensazioni: il solo vederla cancella una parte delle mie preoccupazioni. E lei questo non lo sa ovviamente.

Non sa che guardandola mi rivedo nei suoi occhi così grandi e scuri, capaci di inghiottire ogni mio pensiero.

L'infermiera risponde dopo aver controllato i registri.
"Qua abbiamo solo Serena Envair, sta cercando lei?"

"Si, mi può dire dov'è?"chiede con tanta agitazione.

L'infermiera le indica la stanza dove mi sto dirigendo e subito si precipita all'interno di essa.

Non si accorge neanche della mia presenza.

La guardo correre nel corridoio con i suoi lunghi capelli neri e i suoi grandi occhi marroni.

Un tuffo al cuore mi riporta a quando da piccola le pettinavo i capelli per farla addormentare.

"Ancora una volta papà!"diceva baciandomi le guance.

"L'ultima e poi a nanna, che domani si va a scuola"

Ora è così grande e indipendente, che mi è difficile guardarla e non desiderarla averla vicino come un tempo.

Healing LoveWhere stories live. Discover now