40. Game Over

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Pov's Melanie

Impotenza.

Adesso capisco che cos'è.

Avere le mani legate, gli occhi aperti, il cuore fragile e nessuna barriera. Nessun muro eretto a difendere i punti scoperti.

Impotenza.

Vedere il mondo andare avanti ma rimanere indietro. Fare da spettatori.

Impotenza.

Voler urlare, dare di matto, fare qualcosa pur di interrompere tutto questo ma non averne la capacità.



Tutto questo caos mi pervade proprio come un'onda non appena metto piede nella casa in montagna di Violet.

Lo trovo subito Damon, ai miei occhi è sempre il primo a risaltare tra tutti. Il primo ad avermi soggiogata, ammaliata e stregata. Il primo ad avermi presa così tanto.

Mi basta un suo sguardo per farmi sentire bella, bastano i suoi occhi sul mio corpo per farmi sentire perfetta e sensuale. Mi dà forza e gioia. Lui non ne ha idea, non sa quanto potere ha su di me.

Proprio come riesce a farmi sentire così in alto riesce anche a farmi cadere giù dal suo castello senza neanche rendersene conto. Come?

Guardandolo proprio adesso: preso completamente dalla ragazza dagli occhi color mandorla che gli sorride incantandolo ancora di più. Lei gli sorride e lui ricambia senza smettere mai di guardarla, come se non potesse né riuscisse a saziarsi della sua figura.

Parlano indisturbati di non so quale argomento seduti sul divano mentre tirano fuori delle coperte da uno scatolone. Sembrano così complici l'uno dell'altro che niente riesce a distrarli.

Caroline Natalia Envair.

"Melanie, sei arrivata! Chiamo Damon aspetta"

"Non c'è bisogno Violet, grazie. Posso andare in bagno?"

"S-si, è dritto infondo" Violet mi guarda preoccupata, con un sottile velo di tristezza in volto.

Ho bisogno di respirare e calmarmi. Non posso lasciare che le paure mi giochino brutti scherzi. Non posso permetterlo.

Ma il modo in cui i suoi occhi luccicavano in quel momento, non li ho mai visti così.

Apro il rubinetto e faccio scorrere dell'acqua. Il solo rumore mi rilassa un po' mentre alcune lacrime cominciano a scendere dai miei occhi involontariamente.

"Stavano solo chiaccherando. Niente di cui avere paura"

Cerco di autoconvincermi con parole di conforto mente mi bagno la faccia con acqua fresca. Devo mantenere la calma, non posso scoppiare così solo perché si stanno avvicinando un po'.

Esco dal bagno e vado in salone dove sono riuniti tutti quanti, ognuno è preso ad aiutare in qualche modo per la cena. Damon non appena mi vede mi saluta, mi chiede di Charlotte e della sua salute.

Caroline dev'essersi allontanata perché non la vedo da nessuna parte mentre parlo con lui. Cerco di essere il più naturale possibile, senza dare a Damon nessun segno.

Ma fallisco miseramente quando Caroline riappare con in mano uno scatolone più pesante di lei e Damon interrompendo il mio discorso a metà corre ad aiutarla a sistemarlo.

"Non ti hanno mai detto di non essere John Cena?" le prende lo scatolone dalle braccia trasportandolo per lei.

Caroline sorride imbarazzata ringraziandolo.

Rimango ferma impalata a guardare la scena davanti ai miei occhi senza avere le forze di fare qualcosa.

Stringo le mani in un pugno e respiro profondamente.

Healing LoveWhere stories live. Discover now