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ANITA'S POV

"Oh mio dio"

Quelle furono le ultime parole che mi uscirono di bocca prima che lo sguardo colpevole di Mattia si posizionasse su di me.

L'aveva fatto apposta, ci avrei scommesso.

Ne ebbi la prova quando mi sorrise beffardo, quasi orgoglioso.

"Cazzo le mie Valentino!" Sbottò Anthony osservando le sue scarpe.

"Oh andiamo Revees sono solo delle stupide scarpe, te le ricompro.." Rise Mattia.

"Non voglio niente da te se non che te ne stai al posto tuo, moccioso."

Ok, le cose non stavano andando bene.

Vidi negli occhi di Mattia il tipico sguardo stracolmo d'odio; lo conoscevo, era la solita espressione che riservava al padre quando gli parlava dell'azienda e, proprio per questo, sapevo che la situazione avrebbe preso una brutta piega.

Avanzò verso il mio ragazzo caricando il suo gancio destro, ma fu fermato dal suo migliore amico.

Sia lodato il cielo.

"Sta calmo, non dargli retta, è ciò che vuole da tempo." Gli sussurrò Alejandro all'orecchio.

Mattia sembrò pensarci su, fissò nuovamente i suoi occhi scuri nei miei ed andò via seguito dai suoi amici.

Tirai un sospiro di sollievo e mi dedicai ad Anthony, intento ad occuparsi delle sue sneakers.

"Non ci posso credere, mi ha rovinato le scarpe!" Esclamò Anthony.

"Tranquilo, andiamo via, ci penso io."

Sbuffai.

Sapevo di non dover andare a quella dannata festa.

-

La sveglia suonava indisturbata all'interno delle pareti della mia camera fin quando non decisi di spegnerla.

Era martedì e, anziché godermi la mia meritata estate, dovevo recarmi in azienda.

Andare a quella festa di lunedì sera era stata una pessima idea: non solo per ciò che era successo, ma anche perché avevo accumulato soltanto tre ore di sonno.

Strofinai le mani sugli occhi contornati dalle occhiaie e mi scostai le coperte di dosso, pronta ad affrontare quello che sarebbe stato il mio futuro.

Mentre scendevo al piano di sotto per fare colazione ebbi un flashback della sera precedente: rimembrai lo sguardo con il quale Mattia mi aveva guardato prima di andarsene; sembrava volesse comunicarmi qualcosa, qualcosa che non fosse il solito odio, ma forse mi stavo sbagliando.

Continuai a pensare alla serata mentre mangiavo i miei adorati cereali, dopodiché mi recai nella mia cabina armadio per scegliere cosa indossare.

Avevo solo 17 anni e il mio vestiario non comprendeva abiti eleganti o almeno in parte adatti a un ambito lavorativo, così scelsi di indossare il vestitino più sobrio che possedevo.

Una volta indossato pensai almeno sette volte di cambiarmi, ma mio padre mi chiamava a gran voce incitandomi a sbrigarmi.

Osservai l'ora sul cellulare e, dopo aver costatato che fossi in ritardo, lasciai perdere il vestitino e afferrai le mie cose.

Affari d'amore || Mattia Polibioحيث تعيش القصص. اكتشف الآن