Capitolo 1

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La casa in cui si trovava era ben arredata, oltre a possedere una porta così facile da scassinare che perfino un bambino delle elementari sarebbe riuscito a intrufolarsi per rubare qualche biscotto alla faccia del proprietario.

Il soggiorno, oltre a un televisore al plasma e una poltrona rossa, sulla parete destra era riempito da una lunga libreria in legno piena zeppa di volumi di svariate dimensioni e di molti autori, dello stesso padrone di casa in quel momento legato a una delle sedie del tavolo da pranzo che aveva preso per i suoi scopi.

"Devo ammetterlo, sa..." Disse il giovane dai corti capelli biondi che girava per la stanza con una tazzina di caffè tra le mani e indossando dei guanti di lattice per non lasciare alcuna impronta. "Ha davvero una gran bella collezione di libri. Tra qui e lo studio al piano di sopra non ho alcun dubbio che lei sia un professore piuttosto eminente, oltre che un avvocato  rinomato, Signor Erbert." Ammise fissando il suo sguardo glaciale su quello spaventato del vecchio attempato con una breve barbetta sul viso pieno di rughe che lo guardava di rimando e tremando nella sua vestaglia da notte blu scuro. Quando aveva aperto gli occhi e si era trovato davanti quel giovane, con quella strana maschera, aveva provato a urlare ma, con un pugno, quello lo aveva ributtato nel mondo dei sogni e adesso si trovava lì legato nel suo stesso soggiorno.

"Mi scuso, se mi sono servito e senza chiedere se lei lo volesse..." Disse indicando la tazzina del servizio buono che teneva nella credenza per le occasioni speciali e distogliendolo dal ricordare cos'era successo solo qualche minuto prima.

"Ma avevo proprio voglia di un caffè di un'ottima marca e, devo dirglielo, ha proprio un ottimo gusto." Mormorò ridendo divertito, mostrando una dentatura perfettamente bianca e pulita sotto la maschera da medico del 1200.

"Chi sei? E cosa vuoi da me?" Domandò lui. "Se sono i soldi che vuoi, c'è una cassaforte dietro il quadro lì sulla destra e un'altra più piccola la puoi trovare nel mio studio dentro la cassettiera." aggiunse nella speranza che quell'uomo si facesse bastare i suoi miseri risparmi e lo lasciasse andare.

"Umpf, perchè voi sanguisughe pensate sempre che quando entro nelle vostre case voglia solo i vostri miseri soldi!" Borbottò scuotendo la testa più e più volte.

Odiava essere scambiato per un volgare ladro: lui non era così, era qualcosa di più, aveva un ruolo migliore. Un giustiziere, ecco cos'era. Perchè mai si sarebbe dovuto mettere a rubare?
"E cosa vuoi allora!" chiese supplicando di rimando Erbert, sempre più spaventato.
"Giustizia, ecco cosa voglio." gli rispose con tutta sincerità, lasciando confuso l'uomo di legge nell'udire quella risposta.

"Giustizia e per cosa? Non ho commesso alcun crimine." Replicò il vecchio con sicurezza.

"Non hai commesso niente di male dici..." Prese a dire con un tono placido e glaciale. "Sono stato all'udienza che hai tenuto oggi pomeriggio e anche nei giorni scorsi..." Disse. I suoi occhi penetranti fissavano quelli spaventati di Erbert con ancora più intensità. "Sei riuscito a farla passare liscia al tuo cliente nonostante fosse colpevole in pieno della sua accusa." Concluse con un tono di voce frustrato.

"Questa è solo una bugia!" disse di rimando ma sudando freddo.

Il giovane mascherato gli mostrò i fogli che aveva ritrovato sopra la scrivania del suo studio ed Erbert imprecò.

"Sbaglio oppure questi documenti dicono il contrario?" chiese piantandogli davanti al muso le informazioni che lui stesso aveva trovato e tenuto per sé. "Qua ci sono le prove che il tuo cliente fosse sulla scena. Una videocamera lo aveva inchiodato, ma a quanto pare qualcuno ha preso il filmato per primo dietro pagamento..." un sorriso si formò sotto la maschera. "E questo, da quanto so, non si potrebbe fare. Giusto?" gli chiese lasciando cadere i fogli a terra.

Killer 3Onde as histórias ganham vida. Descobre agora