Capitolo 30

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L'aria fredda era la sua sola compagna in quel momento mistico fra il sorgere del sole e la notte ancora inoltrata che lo circondava.

Bill aveva dormito un paio d'ore e, verso le tre di notte, era sceso fino al negozio dove aveva preso il corpo e caricato sull'auto che aveva usato Jennifer per fermarsi davanti al suo negozio. Per cautela aveva pensato di disfarsi dell'auto, oltre che del corpo di Jennifer, in un posto che in quel momento riteneva più adatto per lei, e che lo ponesse a distanza di possibili collegamenti col suo negozio.


Aveva guidato per un bel po' prima di fermarsi in un posto riparato verso la riva del Lago di ST Claire. Solitamente andava lì con suo padre e sua madre, quando i giorni erano migliori. Il tempo era passato e, con lui, anche il posto verdeggiante che si ricordava, con qualche albero ormai era solo un qualcosa di lontano e ben poco rimaneva, ma quel che restava sarebbe bastato per fare quello che doveva.


Si guardò attorno mentre prendeva il corpo che aveva disteso sui sedili dietro, vista l'impossibilità di metterla nel bagagliaio, e notò una piccola barchetta a remi proprio lì vicino.
"Mi spiace, speravo fosse un luogo migliore." Ammise rivolto alla salma che aveva ricoperto di nastro. Vederla, dopo due giorni, gli aveva dato una sensazione di disagio che non aveva mai provato prima, tanto che aveva subito deciso di coprirle il viso ancora sorridente, ma ormai freddo e dalla pelle bianca ormai cadaverica.

"Sai, questo posto significava molto per me..." Continuò a dire mentre le legava alcuni sassi piuttosto pesanti che aveva preso da terra per appesantire la salma e farla sprofondare meglio nelle acque, in quel momento illuminate a malapena dalla torcia e dalla luna. "Ogni tanto venivo con mio padre e mia madre e facevamo un giro con la barca..." Continuò trattenendo una risata. "A quel tempo l'acqua era decisamente più pulita e anche questo lago aveva un aspetto migliore." Aggiunse, fissando quel corpo senza vita come se potesse rispondergli. Si fermò in un punto che in quel momento giudicò profondo a sufficienza e lontano dalla riva. Stava per buttare il corpo, ma si bloccò e poi emise un sospiro.


"Da quando ti sei sparata avverto l'oscurità attorno a me ancora più fitta di prima, come se essa stessa sapesse che manca un'altra figura che la abitava..." Mormorò con un tono afflitto. "Forse avrei dovuto non suggerire quel gioco, ma lasciarti andare. Non sarei dovuto essere così competitivo e avrei dovuto toglierti quella pistola dalla tua fottuta mano..." Scosse la testa mentre tratteneva qualcosa che voleva uscire dai suoi occhi. "Invece volevo troppo vincere per fermarti." Concluse con un velo di rammarico nel tono della sua voce dura.

Sbuffò una seconda volta e, prendendo i lati dell'involucro, lo gettò dentro l'acqua che si alzò di qualche centimetro e, mentre fissava il corpo discendere, osservò il revolver che aveva portato con sé. Aveva pensato di metterlo con lei e gettarlo via, ma qualcosa gli diceva che, in qualche modo, gli sarebbe tornato utile.



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Shoan fissava il giovane che, con l'etichetta sopra la giacca, sembrava starsi guardando attorno come se, in quel momento, nonostante la deposizione imminente, stesse cercando qualcuno che non era presente più che preoccuparsi del perché fosse lì e cosa poteva attenderlo. - Non sembri minimamente in ansia. Ti eri già preparato a tutto questo? - Rifletté il Profiler fissandolo dal vetro.


"Ehi, Shoan..." Mormorò Raider arrivando dietro di lui e chiudendo la porta, distraendolo dai suoi pensieri. "A quanto pare hanno trovato l'auto del noleggio, era in un parcheggio fuori città." Gli annunciò euforico il detective. Non riusciva a trattenere quella fortuna che stava capitando e che, in qualche modo, avrebbe potuto dare una svolta.

Killer 3Where stories live. Discover now