Capitolo 3

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Il gocciolio dell'acqua, che cadeva dal rubinetto, nel piccolo bagno vicino al letto era snervante e Mike lo sapeva fin troppo bene. Aveva deciso di usare un motel a basso costo per quel soggiorno forzato, ma non credeva che in una bettola simile avrebbe avuto anche un cazzo di rubinetto che perde. Fece per alzarsi dal letto in cui s'era buttato dopo l'ennesima serata passata al casinò tra il gioco e il bere, ma qualcosa lo riportò giù, trattenendolo. Quando alzò lo sguardo, non solo notò la luce del comodino accesa, ma anche la mano destra legata alla ringhiera del letto con delle manette.

"Ben svegliato, dolcezza..." sussurrò una voce dolce e sensuale alla sua sinistra nel letto. Si girò, avvertendo un forte profumo di agrumi oltre che a trovarsi una donna dai lunghi capelli biondi raccolti in una coda e un abito rosso fin troppo succinto che mostrava appieno le curve di quella sventola di cui, al momento, aveva un vuoto totale.

"È possibile che non mi riconosci?" gli chiese con un tono tra l'offeso e il dispiaciuto e mettendo un broncio sul volto dolce. Mike fece mente locale: quegli zigomi e quei lineamenti forse appartenevano a una che aveva abbordato la sera prima a un tavolo da gioco in un piccolo casinò suggerito da un suo amico di Detroit. Aveva bevuto, quello sì, ma in quel momento non riusciva a ricordare nulla se non la quantità di soldi che aveva perso e le imprecazioni lanciate al tavolo.

"Sei Tessa?" le domando a bruciapelo cercando di dire l'ultimo nome di donna che aveva sentito. Lei annuì  scuotendo i capelli dorati. Alcuni le andarono sul viso, coprendo quegli stupendi occhi azzurri che sembravano risplendere con le luci soffuse nella camera.
"Ma avevi i capelli castani..." mormorò cercando di fare mente locale.

"Quella era solo una parrucca, Mike. Così come il mio nome che era falso." gli spiegò lei con sincerità, alzandosi dal letto con calma. "È stato divertente ieri sera, sai?" gli disse ancora. "Al di là del tuo dopobarba scadente e del tuo modo di fare da scaricatore di porto, sei un uomo davvero interessante e a black jack te la cavi davvero benissimo." Ammise compiaciuta, ripensando alle oltre due ore che avevano trascorso al tavolo a giocare per poi andare a bere qualcosa.

"Che cosa vuoi da me?" le chiese lui, interrompendo qualunque proseguimento in quello sproloquio che, per lui, non aveva il benché minimo senso. "Se è un gioco sadomaso del cazzo, sappi che hai sbagliato persona, assolutamente. E adesso slegami, prima che ti spacchi quella fottuta testa che ti ritrovi!" Sbraitò furioso, scuotendo le manette in un vano tentativo di liberarsi.

"Sei un grande scommettitore, giusto? O almeno così mi hai detto qualche ora fa." gli disse la bionda mentre armeggiava nella sua borsa verde che aveva poggiato sulla cassettiera rovinata accanto alla porta, non facendo caso né alle minacce, né ad altro di quello che lui aveva appena detto.
"Allora credo che questo gioco ti piacerà molto." Mormorò euforica, estraendo da quella un revolver nero come la pece e vecchio stampo che lo fece sbiancare. "Tranquillo, non intendo spararti così a bruciapelo..." lo rassicurò lei buttandosi nel letto con un salto e strisciando vicino a lui.

"E allora cosa cazzo vuoi fare? Pazza malata." sbottò innervosendosi e desiderando, con tutto il cuore, di avere almeno una mano libera per colpire quella puttana. Lei diede un colpetto al tamburo del revolver, facendolo roteare per un istante, per poi portarsi la pistola alla tempia sotto gli occhi shockati di Mike.

"Roulette russa. Conosci? Un colpo in canna e se sei fortunato è vuota, se invece non lo sei..." premette il grilletto che fece click. "Allora muori" concluse divertita e mettendogli la pistola sulla sua tempia in mezzo ai capelli corvini tutti arruffati.

"Tu sei malata!" esclamò mentre lei gli premette il grilletto che andò di nuovo a vuoto, facendola ridere.

"No, non sono malata..." rispose mettendo un broncio sul viso a mo' d'offesa e posizionando la pistola alla sua tempia. "Sono solo una scommettitrice che mette in palio la cosa più importante." Concluse. Premette di nuovo il grilletto e, per la terza volta, andò a vuoto. "Ancora due vuoti e una piena, questa sera sta andando meglio del solito." Ammise con un sorriso compiaciuto sul volto e con un'eccitazione che sentiva salire ogni secondo di più. Adorava il rischio e quella sensazione d'adrenalina che le veniva ogni volta che si metteva alla prova con qualcuno. L'altra volta il colpo era nel secondo e il gioco era finito subito. Chissà se, almeno questa volta, avrebbe definitamente perso oppure no. Era una sfida non solo con l'uomo che aveva davanti, ma anche con se stessa, per vedere se aveva il fegato o no.

"Ma se tu muori come farò a liberarmi?" Domandò lui impaurito da quel pensiero, ma anche speranzoso di riuscire a cavarsela e uscire da quell'incubo che, sicuramente, lo avrebbe perseguitato ancora e ancora in futuro.

"Le chiavi sono dentro la borsetta. Quando verrà la donna delle pulizie, fattele dare e sarà fatta per te..." lo rassicurò lei mettendogli la pistola alla tempia e venendo distolta dai suoi pensieri. "Sempre se il colpo non è qua dentro." Aggiunse con un sogghigno.

Mike sudò freddo mentre lei metteva la mano sopra il grilletto con una lentezza che lo fece rabbrividire ancora di più.

"Sei pronto?" gli chiese con un sussurro all'orecchio sinistro e luì annuì. Pregò dio o qualsiasi altra divinità che anche quella seconda volta andasse bene. Il dito premette il grilleto e, stavolta, un proiettile uscì dalla canna del revolver perforando in pieno la testa di Mike, spappolandogliela e riempiendo la parete e il letto del suo sangue e facendo un forte baccano. Il corpo scivolò giù sul materasso con gli occhi aperti e un'espressione di puro terrore sul volto mentre il sangue continuava a uscire inondando anche il parquet ammuffito della stanza.

"Che palle!" sbottò la donna alzandosi in piedi furiosa e stringendo con forza la mano destra sulla pistola ormai scarica. "Speravo durasse almeno un altro turno." Borbottò fra sé e sé mentre indossava la parrucca castana sulla testa e le lenti a contatto, tornando così ad avere degli occhi verdi. "Al diavolo, andrà meglio la prossima volta. Coraggio" si disse ancora mentre, con calma, aprì la porta della camera per scomparire mentre le luci delle poche camere del motel si accendevano, svegliate dallo sparo.










ANGOLO DELL AUTORE: Ed eccomi col nostro terzo serial killer la giocatrice come l'ho battezzata per il momento io :D grazie a chi legge e a chi mette le stelline ^_^ alla prossima.

Killer 3Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin