Home sweet home

136 41 2
                                    

Trascorrere gli ultimi dodici giorni a casa dei miei, immersa in un paesaggio toscano che sa donarmi la pace di cui ho bisogno in un forte periodo di stress, è stata una delle idee più geniali che potessi prendere in una calda notte d'agosto, dopo un mega litigio con il mio coinquilino coglione/demente/ritardato e minorato mentale.

Il non dovermi preoccupare per la sopravvivenza quotidiana di nessuno (nè mia, né del coglion coinquilino) mi ha fatto tornare alla mente ricordi di giorni migliori, in cui la peggiore delle cose che potesse capitarmi prendeva il nome di Letizia ed aveva l'aspetto della classica biondona (tutta tette e culo) del mio stesso corso di Neuropsichiatria. Dio quanto la odiavo e quando odiavo lo stereotipo di classe sociale e di persona che lei rappresentava... mai avrei immaginato di dover dividere le mie intere giornate con un esemplare, seppur di sesso maschile, del suo stesso stampo.
Il destino è crudele.

Quando sono tornata a casa ieri sera la mia incredulità ha toccato livelli elevatissimi nel constatare che:
1. la casa non era esplosa,
2. i mobili sembravano non aver avuto un incontro ravvicinato con niente e/o nessuno,
3. la mia stanza era vergine da ogni attacco indegno o inopportuno,
4. la cucina non era incrostata ed il bagno non sembrava esser stato usato da un battaglione intero.

Ero talmente esterrefatta da voler quasi scoppiare in un pianto misto di gioia e disperazione ma sono riuscita a trattenere le lacrime (fortunatamente avevo superato il periodo premestruale).
Di Gabriele non c'è neanche l'ombra... sono quasi 24 che sono tornata ma di lui nessuna notizia... anzi, non ne ho dalla sera del nostro litigio e, per quanto sia sinceramente mortificata e dispiaciuta, una parte di me sa che aveva talmente toccato il fondo da meritare ogni mia singola parola.
Ho avuto la tentazione di chiamarlo almeno 15 volte in questi dodici giorni ma poi una vocina nella testa mi ripeteva che sarebbe stato come ammettere a lui, ed a me stessa, che in fondo avevo semplicemente fatto e detto una valanga di stronzate.
Ora vorrei precisare che, tolti i toni e la valanga di cose che sono stata in grado di rovesciargli addosso quella notte, non sono affatto mortificata o pentita d'aver pensato quello che gli ho detto ... avrei, se non altro, potuto pesar meglio il discorso e farglielo in maniera più leggera e carina ma Lele meritava qualcuno che gli sbattesse in faccia la verità sulla sua vita vuota e vacua.
In fondo non è colpa mia se ha deciso di gettare al vento ogni singola opportunità per dimostrarsi migliore e di vivere la sua vita sfruttando le innumerevoli fortune che ha (economiche sopratutto) per combinare qualcosa di davvero degno di nota!

Ok diario, forse "un pò" in colpa mi ci sento.

Betta.

Sessi OppostiWhere stories live. Discover now