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Lui si avvicinò a me e mi disse sottovoce di quanto era contento e che non credeva che l'avrei perdonato. Un secondo dopo si era già allontanato da me, pronto per andarsene via con i suoi amici, voltandosi per un breve istante per rivolgermi un sorriso accennato. Mi girai verso di lei con uno sguardo piuttosto confuso, non che lei  avesse capito qualcosa in più rispetto a me. 

Lei alzò le mani in segno di resa. "Non guardare me -disse, lasciandosi  sfuggire una lieve risata- Io sono ancora più confusa di te. Non ho capito nulla della dinamica tra voi due" 

Non potevo darle torto, se la prima confusa ero io, non potevo pretendere che lei avesse capito di più. Ma, a quel punto, mi importava davvero poco, volevo solo andarmi a sdraiare e riposarmi prima del rientro a scuola, la mattina successiva. Non eravamo entusiaste all'idea, ma non potevamo permetterci di saltare le lezioni. Almeno ci sarebbe stato il concerto di lì a breve, quel sabato, per l'esattezza. 

Nicole sembrava più agitata di quanto non sembrasse, visto che era già da qualche giorno che la trovavo spesso con la testa infilata nell'armadio, ansiosa su cosa si sarebbe dovuta mettere. Eppure aveva ancora tempo per decidersi. 

Non feci in tempo a ricordarglielo che si era già fiondata in casa, ed io la seguii di conseguenza. Mi chiusi la porta dietro le spalle, appoggiando poi le chiavi sul mobiletto accanto all'uscio, salutai i ragazzi con un gesto leggero della mano e mi diressi al piano di sopra. Avevo davvero bisogno di un bel bagno.

Non c'era nulla di più bello della sensazione di mettersi il pigiama pulito (quello regalato specificatamente a Natale, con i disegni delle renne), dopo essersi lavati, e mettersi sotto delle lenzuola che profumavano di ammorbidente al cocco. 

Attaccai immediatamente il telefono al caricabatterie, prima che si spegnesse del tutto, spostandomi al computer. Magari dovevo davvero smettere di stare così connessa alla tecnologia, non mi faceva bene. Ma non era questa la sera. Saltai da una pagina all'altra, passando prima da Twitter a Youtube, finendo poi per guardare un paio di puntate di Teen Wolf, giusto per non rimanere troppo indietro, giusto per avere la piccola dose di Dylan O'Brien giornaliera. 

E poi presi una decisione che in molti avrebbero giudicato come sbagliata, ma ormai avevo preso il via: passai almeno due ore su wattpad, o almeno era quello che credevo. Il mio buon proposito di andare a dormire presto era appena andato in fumo, dal momento che si era fatta ormai mezzanotte. E poi, appena non è neanche il termine più adatto, visto che ormai erano passate svariate ore, a dire la verità, da quando mi ero ripromessa la solita bugia: "Questo capitolo e basta".

Mi misi le mani in faccia per la disperazione. Già non avevo una grande voglia di andare a scuola di principio, alzarmi presto, prepararmi.. Non sapevo neanche con chi sarei stata! Sarebbe stato troppo imbarazzante sedermi accanto a Matthew, visto quello che era successo. Presi un grande respiro e mi coricai, dovevo solo smettere di pensarci e provare a dormire. 

Come se fosse facile.

LA MATTINA SEGUENTE

Forse lo dovevo ammettere: impostare come la propria sveglia una canzone dei Green Day, soprattutto una canzone come American Idiot, al massimo del suo volume, non era stata proprio una delle mie migliori idee. Ma almeno tutti nella casa si erano alzati presto con me. Certo, non ne erano tutti contenti, e Michael, che ama il suo letto quanto io ami il mio, se non di più, era entrato in camera mia di getto e, dopo aver preso il mio cuscino da sotto la testa, me lo lanciò con forza in faccia.  

"Svegliamo ancora e giuro che la prossima volta ti uccido" disse saltando sul letto e iniziando a farmi il solletico. Per l'appunto, io non sopportavo il solletico, per niente. Non riuscivo neanche a proferire parola, l'unica cosa che usciva dalla mia bocca era il mio respiro mozzato. "Se gli unicorni sono pace e amore, io non sono un unicorno, soprattutto se si tratta del mio dolce riposo" 

Our Little Infinity [Nash Grier]Where stories live. Discover now