Laboratori e sguardi

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Venerdì, ultimo giorno della settimana di scuola.
Il prof di fisica ha deciso di portarci in laboratorio per qualche esperimento sulle reazioni chimiche che hanno alcuni liquidi o sostante sulla pelle umana e devo dire che sembra molto interessante.
Prendiamo posto, sono quella dalla parte esterna del banco e poi di fianco ho Francesco che a sua volta ha una mia compagna di classe.
Devo dire che sembra distante, forse è una conseguenza di qualcosa che ho sbagliato o è frutto della mia immaginazione.
L'anno scorso diciamo che ho visto questo legame con questa nostra compagna di classe, si faceva abbracciare, toccare i capelli, la faceva sedere in braccio mentre non mi calcolava di striscio.
Ci sono stata tanto male, negavo che mi piacesse, e ora voi direte  certo che si, ma sapere che se dovessi fare un passo falso ci sarebbe qualcuna che lo renderebbe felice magari anche più di me è straziante.
Nonostante questi pensieri ritorno con la mente nei laboratori e ascolto quello che ci sarà da fare.

"Ragazzi venite qui intorno che facciamo una dimostrazione" parla con voce calma e fa cenno con le mani di avvicinarsi al banco di lavoro.

Ci mettiamo intorno, ha un pezzo di epidermide e alcune sostanze con poi i vari 'oggetti' che gli serviranno durante tutto ciò.
Prende un pezzo di limone e mette la mano a una certa distanza dalla pelle e ne spreme una goccia, spiega che attraverso la distanza e la forza con cui spremete il limone avremo ovviamente una maggiore quantità e una diversa reazione della pelle.
Ha incluso nella spiegazioni delle slide dove spiega precisamente la reazione chimica di alcune sostanze sulla pelle, ci ha mandato al posto e ha distribuito l'occorrente per rifarlo ma con sostanze diverse.

"Ho assegnato a ognuno di voi una sostanza diversa e attraverso le slide dovrete argomentarmi le conseguenza, possibili cause dalle più generali a quelle specifiche." alza il tono per farsi sentire e dopo ci diamo da fare.
Sistemo il pezzo di pelle che non sembra affatto umano ma animale e indagando tramite la responsabile di laboratorio è proprio come pensavo.
Prendo la boccetta con la sostanza e per poco non rido, leggo il tipo di sostanza e non so cosa dire.

Leggo l'ultima e vorrei tanto dire ad alta voce che è proprio un bastardo, arrogante e furbo cazzo.
Faccio come avevo visto e annoto tutto attenta ai minimi dettagli, pulisco dove ho sporcato e ripeto la stessa cosa per la seconda sostanza.
Quando sono proprio per fare la stessa operazione sulle lacrime, mi giro per vedere Francesco e il suo rapporto con fisica-chimica e invece lo vedo abbracciato con quella mentre le da una mano.
Mi distraggo e faccio cadere una goccia da tutt'altra parte, asciugo e mi rimetto in sesto, cerco di stare ferma ma niente da fare.

"Credo che tu debba stare più rigida" mi sento prendere una mano e stringere il polso, la voce di quello stronzo del prof mi intasa le orecchie.

"Si scusi, mi sono solo distratta un attimo" mi giustifico mentre mi trema la voce sentendomi sotto pressione.

"Non guardarlo, la sostanza che hai in mano non la merita, nessuno merita le tue lacrime" si avvicina al mio orecchio mentre fa passare un dito sul polso, brividi, caccio un sospiro insieme ai miei pensieri e mi rimetto bene.
Mi lascia la mano, si allontana e mi concentro, non lo guardo, faccio cadere una goccia e sembra perfetto. Scrivo tutto sul mio foglio e tiro fuori l'aria piena d'ansia e stress psicologico appoggiandomi sullo schienale della sedia.

"Tu ci devi raccontare un po' di cose" dice Mia leggermente sconvolta

"Forse si anche se non c'è molto da dire" ammetto alzando le braccia

"Cazzo voi siete pazzi" commenta Jessy ridendo insieme a Veronica.

Mi giro ridendo per le battute delle mia amiche e vedo Angelica, quella compagna di classe, attaccata al banco che tocca i capelli di lui mentre lui ha le mani sulle gambe di lei, si guardano e non sembrano amici, mi svanisce il sorriso e con una lentezza infinita metto a posto le cose sul banco.
Lascio che il suono della campanella mi stordisca, chiudo gli occhi e mi faccio sforza di uscire da lì.

"E' un coglione lascialo stare" dice Jessy accarezzandomi la schiena sospirando.

Alzo lo sguardo prima di uscire e cerco gli unici occhi che potrebbero sollevarmi di qualche millimetro l'umore e nello stesso momento mette gli occhi di me, il contatto visivo, per me, rimane sempre più bello del porno perché riconosci che sta guardando solo te.

attrazione fisicaWhere stories live. Discover now