Chiavi a sorpresa

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Dopo aver dormito qualche ora in pullman e fatto quattro chiacchere siamo arrivati in hotel, fuori fa un freddo cane!!
Aspettiamo che ci danno il pass elettronico per le camere e come immaginavo sono da quattro

"Scusi, non ci sono camere da cinque?" chiedo gentilmente facendo il faccino triste.

"Ehm fammi controllare" osserva la ragazza seduta alla reception.

Atrio dell'hotel è molto bello devo dire, i colori che spiccano di più sono il bianco e l'argento ma si intravede anche dell'azzurro e qualche tonalità di verde. All'entrata si ha una porta in vetro con i sensori, decorata con il nome dell'hotel con sotto 3 stelle. Subito, appena entrati c'è a destra una scrivania bianca dove la receptionist accoglie gli ospiti. Sul muro dietro di lei si possono notare alcune foto delle montagne innevate e dello staff felice mentre davanti a questo, sulla sinistra abbiamo dei divanetti azzurro pastello molto moderni con rifiniture argento che accompagnano un tavolino trasparente sollevato da due aste incrociate dello stesso colore.
Di fianco alla reception abbiamo delle piccole caselle dove introdurre le chiavi elettroniche una volta che si esce dall'hotel.

"Si c'è ne una sullo stesso piano di alcuni tuoi compagni in parallelo al tuo prof, ecco le chiavi" mi porge con gentilezza le chiavi e le accenno un sorriso in risposta.

Saliamo le scale per andare ai vari piani, facciamo 4 rampe di scale, io e le altre quattro siamo sfinite e cerco disperatamente la nostra stanza.
258, 258, perché non la trovo? Ah eccola!
Faccio passare la chiave nel badge che apre automaticamente la porta, entriamo e un profumo di vaniglia ci invade facendoci respirare profondamente.

"Cazzo raga che figata!!" urla Veronica buttandosi come un fottuto sacco di patate sul letto.

"Io sul letto matrimoniale eh" preciso ridendo

"Dormiamo insieme, non farti venire strane idee, mi piace il cazzo" ride Jessy e mi fa male la pancia dal ridere.

"Mmmmm, sembra invitante, se insisti tanto" le faccio l'occhiolino.

"Io letto singolo!!" si butta Mia rischiando di sbattere la testa nel muro.

La camera è grandissima con due bagni super accessoriati, la porta in legno precede la camera bianca con decorazioni blu elettrico e argento.
Appena si entra, a sinistra, troviamo il primo bagno dove le piastrelle richiamano i colori della camera,  una doccia enorme domina la stanza dove di fronte si ha un grande specchio con una luce a led che illumina tutto. Asciugamani puliti e shampoo vario sono posizionati in un cestino sulla sedia di fianco alla doccia.
Uscendo si hanno i letti, al centro il letto matrimoniale, a destra un letto singolo mentre a sinistra un letto a castello. Proseguendo per i letti a castello c'è un piccolo corridoio che porta all'altro bagno che si apre sulla parte sinistra mentre di fronte abbiamo un'attaccapanni in cui mettiamo le cose dopo aver sciato.
Il secondo bagno è uguale al primo solo che la disposizione degli oggetti è al contrario.
Essendo ora di pranzo scendiamo a piano terra per mangiare, la sala è enorme e molto luminosa grazie a delle grandi finestre posizionale nel lato Ovest della sala. Le sedie sono in legno sovrastate da dei cuscini bianchi con una parte ricamata a mano mentre il tavolo è dello stesso materiale delle sedie solo totalmente bianco.
Ci sediamo nel tavolo da 6 e leggiamo il menù giornaliero, tipico della montagna, mi ricorda molto quelle famiglie londinesi in gita in montagna che prendono primi piatti inesistenti nella vita reale.
Prima di scendere ci siamo cambiate mettendoci io dei legging e una felpona  grigia a collo alto perché soffro il freddo mentre le altre delle felpe di diverso colore.
Arrivano le bevande e mentre sto bevendo, vedo qualcosa di credo indescrivibile, il prof con la maglia termica, alquanto stretta, che gli si attacca addosso risaltando il suo fisico, i muscoli delle braccia, la pancia piatta e coprendo una parte piccola del collo. Mi affogo con la stessa acqua e tossisco per 5 minuti consecutivi, volevo sempre di più sparire.

"Tutto bene, ma sei normale?" chiede Elis guardandomi sconcertata

"Si, più o meno" smetto più o meno di tossire e vorrei tanto girarmi per vedere quante persone mi stanno fissando.

Mangiamo senza altri incidenti di percorso e si alza la nostra prof di storia

"Ok ragazzi, oggi pomeriggio libero ma ora illustrerò il programma settimanale che dovremmo affrontare, regole, orari e cose varie" si fa sentire da tutti mentre legge un foglio che ha in mano.

Dopo 20 minuti di spiegazioni pressoché inutili perché le giornate sono ripetitive le cose che ci interessano sono, telefono ovviamente a portata di mano per foto e contattare i genitori, orari per "incontrarsi" tra di noi va dalle 4.30 alle 5.30 e poi dopo cena fino alle 22.30 ma sappiamo tutti che non sarà così.
Saliamo in camera e ci mettiamo un po' più comode quindi pantaloni di tuta forever e guardiamo un programma inglese su qualche storia d'amore finita male.
Dopo circa un'ora decido di andare da Francesco per passare un po' di tempo con lui

"Ragazze io vado da Francesco, magari se qualcuna si vuole lavare così dopo non siamo in 5 a doverci lavare in mezz'ora prima di cena!" comunico e esco dalla porta dopo averle salutate.

Mi avvio verso il corridoio che riunisce tutte le stanze del secondo piano e arrivo alla seconda, camera del mio ragazzo, passo la chiave che mi aveva dato all'inizio così che io possa entrare quando voglio e mi gira la testa alla vista di quello che vedo.
Francesco sta baciando Angelica, sono aggrovigliati sopra le lenzuola come due polipi e lei ride mentre si baciano, un vuoto, completo.
Faccio un passo indietro sbattendo contro lo spigolo della porta e Francesco si gira, vedo i suoi occhi spalancarsi alla sorpresa della mia vista, potrei descrivere quello che pensa ma non quello che provo io. Si alza in tutta fretta mentre Angelica si copre il viso con le mani, indietreggio e mi giro, cammino velocemente verso la mia stanza

"Giulia ti prego aspetta un attimo, non ti dico che non è come sembra perché lo è però possiamo parlare in modo civile" spiega con l'affanno mentre mi segue.

"Giulia per favore" continua a chiamarmi, mi gira la testa, mi bruciano gli occhi, vorrei solo non essere entrata in quella stanza.

Arrivo alla porta della mia stanza avanti di due passi, passo velocemente la chiave sotto al badge e richiudo la porta. Mi giro di schiena e mi lascio scivolare per terra, una parte del mio corpo ha smesso di funzionare e continuano a bruciarmi gli occhi.

"Che cazzo?!" strilla Jessy, Elis balza dal letto venendo verso di me mentre le altre due mi prendono dalle spalle.

Mi smuovo sotto la presa delle mie due amiche e mi siedo sul letto, non so proprio cosa dire

"Che è successo, dimmi" continua Mia cercando di non sembrare ansiosa e piuttosto preoccupata.

"Io ve l'avevo detto, io io lo sapevo" dico singhiozzando mentre il frastuono delle sue mani sbattere sulla porta in cerca di qualcuno che gli risponde.

"Cosa? Cosa sapevi?" incalza Veronica inginocchiandosi davanti a me accarezzandomi le ginocchia.

"Era con lei, si sta-vano baciando, proprio davan-ti a me, erano felici, io- io lo sapevo" le lacrime calde mi scorrono sulle guance e sembrano lame.

"Porca puttana, lo ammazzo quel figlio di puttana, gli faccio passare la voglia di baciare qualcuno" Jessy si sta incazzando e io sento la sua voce lontana un miglio rimbombarmi nelle orecchie.

"Posso stare da sola? Per favore" chiedo deglutendo mentre mi tremano le mani.

"Mi raccomando eh, sei forte hai capito" dice Veronica accennandomi un sorriso.

Escono dalla porta e rimango ferma nella stessa posizione per 5 minuti senza emettere un fiato, mi muovo lentamente e mi infilo sotto le coperte, piango, non so per quante ore, ma so per tanto tempo perché riesco a vedere il tramonto offuscato.
I singhiozzi rimbombano nella stanza e io mi rannicchio in posizione fetale cercando di trovare sollievo ma non è un dolore fisico, più che altro psicologico che sfocia in una mancanza fisica.
Francesco è stato tanto, forse tutto escludendo le mie amiche, c'era nei momenti no, è riuscito sempre a farmi ridere anche quando non c'era un cazzo da ridere, si è immerso nel mio passato ed è riuscito a tirami fuori. Mi ha fatto da madre, fratello, padre, sorella, migliore amico, fidanzato, complice, tutto e vedere che è riuscito a sgretolare tutto mi uccide.
Tutto quello per cui ho lottato, per cui ho messo insieme i pezzi, mi sono fatta in quattro e sapeva la mia insicurezza più grande, essere tradita, ma ha continuato nella sua impertinenza e menefreghismo lasciandomi qui, in un letto troppo grande per me a versare lacrime su lacrime pensando a quello che siamo stati.

attrazione fisicaWhere stories live. Discover now