2.

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suona la sveglia,la odio perché mi fa spaventare e mi mette ansia. si sono problematica però vabbè non è una novità.
voglio un gatto..si.
vado in cucina e mangio qualcosina e bevo un po' di caffè.
-papà posso prendere un gatto?-
-cosa me lo chieid a fare,le spese sono tue,te ne devi occupare tu,la responsabilità è tua,la casa è tua,quindi se lo vuoi prendilo.- mi dice dall'altro capo del telefono e in effetti non ha tutti i torti
-hai ragione,vado a prenderlo.-
mi chiedo perché mi sono svegliata con la voglia di un gatto,bah.
mi sono messa dei jeans neri a zampa le mie amate jordan viola e una maglia crop top del medesimo colore.
salgo in auto e ricevo la telefonata più inaspettata tra tutte,Joaquin..
rispondo o no? che vuole adesso? e soprattutto che vuole da me? alla fine cedo dalla curiosità e rispondo.
-pronto- l'ho detto in un modo talemente scocciato che penso fossi stata in lui avrei chiuso vabbè.
-ei sha so che sei a milano e magari potremmo vederci che ne dici?- questo è completamente fuori di testa ma che cazzo fa? e mo che dico..
-ora sto andando da una parte-
-dove?- perché gli importa
-a prendere un gatto,perché?-
-un gatto? vabbè no così- strano molto strano però dai non penso che mi farebbe male la sua compagnia,in effetti sono io che sono scappata.
-ti va di raggiungermi li?-
-oddio si grazie- ecco un bambino felice dopo che gli hai detto si per andare al parco.
-ti mando la posizione-
chiudo e così faccio,comunque sto andando in questo negozietto di cibo per animali,cuccie,collari,giochi dove puoi anche adottare degli animali.
voglio un gatto perché prima a parigi ne avevo uno e adesso c'è l'ha Kylian,è in buone mani ma mi manca tanto.
sono arrivata e devo aspettarlo,che ansia credo sarà imbarazzante.
devo fare quella un po' distaccata perché nonostante sia scappata il motivo è lui. mi ha ferito profondamente esattamente 3 anni fa quando la mattina dopo sono partita per parigi.
eccolo
-ei- imbarazzo.
-ei sha- adoro quando mi chiamano così
-allora che gattino vuoi?- mi dice mentre entriamo.
vedo un gattino molto carino grigio con gli occhi verdi-gialli e qualche pelo nero sulla schiena e sulla coda,sembra avere 4 mesj dalla carta d'identità attaccata al vetro.
non ha un nome quindi glielo darò io.
-questo?-
-si guarda che tenero-
-mh si ci sta- non mi sono soffermata a guardarlo prima,indossa una tuta della nike nera,maglia bianca semplice e una felpa un po' più grande slacciata e ovviamente le sue amatissime jordan sta volta bianche e nere. ne ha un sacco lui io invece ne ho "solo" 4: bianche e nere,le mocha,court purple e lucky green però basse.
-come lo chiami?- mi risveglia dai pensieri la sua voce..
-devi vederlo in faccia molto bene ler vedere che faccia da nome ha-
-ok interessante- lo guardò attentamente,no non è vero è solo che devo pensare a un nome bello che dovrò usare tutti i giorni.
-chiamalo tucu- ecco il suo ego smisurato che mi parla
-ti piacerebbe-
-molto- magari potrei ma sarebbe strano?
-denver!- lampo di genio
-si cj sta ma meglio tucu- odio quando fa così..ok no.
-dai andiamo- abbiamo preso il gatto e tutto wuello che fli serve adesso stiamo andando a pranzo insieme,chi l'avrebbe detto,ovviamente il gatto l'abbiamo riportato a casa.
-eccoci madame-
-azz addirittura- porca troia quanto è bono.
-salve a che nome avete prenotato?-
-sharon- ha prenotato col mio nome? oddio non ero pronta..
-prego-
-hai seriamente prenotato ocl mio none?-
-no guarda mi piace dire cazzate,certo!- beh anche la prima frase è vera.
ci sediamo a mangiare devo dire che come ristorante è molto accogliente e il mangiare è buono. siamo stati praticamente zitti tutto il tempo se non quando il cameriere ci chiedeva qualcosa,era troppo imbarazzante parlare ma stare zitti lo era altrettanto,solo che non so che dire..devo parlare di parigi? e se mi chiede perche sono scappata che li dico? ecco perche devo stare zitta il più possibile,magari tira fuori lui qualcosa su cui parlare.

-penso di doverti fare questa domanda,non vorrei rovinare il pranzo ma non ne posso più,perche sei scappata?- ed eccola arrivata cazzo..
-beh allora,quel discorso mi ha fatto male,non sapevo cosa fare ne che dire e in quel momento l'unica cosa a cui ho pensato era questa e seppur sbagliata l'ho fatta lo stesso..- 
ok ora mi aspetto almeno delle scuse.    
-mi dispiace molto per le cose che ti ho detto,non dovevo,non sai quanto sono stato male e quanto mi sono pentito di tutto ma nonostante la voglia di scriverti ho preferito darti il tuo spazio.ti ho ferita molto lo so,non penso e non pensavo quelle cose. scusa- beh so riconoscere quando mente e quando non mente,in questo discorso parlava il so cuore.
non so che fare o che dire,infondo mi ha chiesto scusa,mi ha ferita e sono scappata siamo 1-1 anche se lui ha detto delle cose davvero pesanti.
-non so che dire,accetto le tue scuse e te le faccio anche io per essermene andata senza avvisare,ma quello che mi hai detto  mi ha ferita molto,non immagini quanto.

ritorniamo a quella sera,sennò non si capisce.
ero appena tornata a casa subito dopo aver scoperto che si era baciato una tipa con la quale si sentiva. quindi ero molto incazzata.
-allora?! non posso dormire da una mia amica che vai con un'altra?-
-ma che dici? non ho fatto nulla-
avevo la foto e gliel'ho mostrata,come l'ho avuta? grazie a ciro che li aveva avvistati al bar e ha scattato la foto,non del bacio ma basta e avanza.
-ah no? e questa?-
-ok è vero-
-dopo averla baciata l'hai pure portata a letto?-
-no,a letto porto solo le puttane.-
questa frase è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
si riferiva a me,lo so per certo.
-quindi io?-
-si-
-per te sono solo una puttana da portare a letto? fino a ieri ero la donna della tua vita!-
avevo cominciato a piangere e lui non ha più aperto bocca così me ne sono andata.

-lo so sha,ero fuori di testa ne sono consapevole sono stato un coglione.-
-non sono più andata con nessuno dopo di te,continuavo a pensare alla frase e piangevo tutte le notti.-
già..
-sono stato un coglione-
abbastanza.
-quanto basta-
-volete altro ragazzi?- il cameriere ci interrompe per fortuna.
-no grazie-
-vi porto il conto-
decide di pagare lui dopo una litigata perché volevo farlo io,ci salutiamo e adesso sono in macchina verso casa.

sono sempre io [joaquin correa]Where stories live. Discover now