Capitolo 2

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-Granger? Sei tu?- le chiese lui incredulo, lui avrebbe voluto guardarla ma purtroppo era bendato e gli occhi gli bruciavano come non mai.

La ragazza non rispose e si morse il labbro inferiore.

-È inutile che stai in silenzio! Tanto ho riconosciuto la voce- disse lui in tono amaro.

-Malfoy...- cercò di dire lei, ma non riuscì a continuare la frase, non sapeva cosa dire.

-Cosa? Cosa, Granger? Che diavolo vuoi da me? Io non la voglio la tua compassione! Della tua pietà non me ne faccio niente, capito? E ora vattene!- girò la testa di scatto, ma questo gli diede una fitta tremenda al capo e lo fece barcollare.

La ragazza lo afferrò subito per le spalle per trattenerlo, ma il Draco si scostò bruscamente dalle sue mani.

-Non hai capitolo, Granger! Io non ti ci voglio qui! Morirei di fame al posto di farmi imboccare da una mezzosangue come te! Ti ho detto di andartene, sei sorda?- ripeté lui con astio, si stese sul letto e girò il capo verso la parete.

-Mi dispiace, Malfoy- sussurrò lei, appoggiò il toast sul vassoio e uscì dalla stanza velocemente.

Tre giorni erano passati in un lampo, Hermione non se ne era nemmeno resa conto. Il mattino faceva colazione con i suoi amici, poi usava come scusa il fatto che doveva aiutare la signora Weasley in soffitta e andava ad aiutare Malfoy a mangiare. Faceva così anche per gli altri pasti e nessuno si era accorto di niente. Draco si stava rimettendo molto in fretta e ormai riusciva a fare qualche passo per la stanza anche se doveva essere sempre sostenuto dalla signora Weasley o da lei.

Il rapporto tra i due ragazzi non era molto cambiato, non si rivolgevano la parola, a parte "Sono io" appena Hermione entrava nella sua stanza "Apri la bocca" quando lo doveva imboccare e "Io vado" quando usciva e portava via il vassoio.

Hermione si sentiva sempre più legata al ragazzo, le sembrava di aver ricevuto il cucciolo che aveva sempre desiderato accudire da piccola, ma che non aveva mai avuto. Draco era diventato l'animaletto da prendersene cura ed Hermione ci si era irrimediabilmente affezionata, ecco perché temeva il terzo giorno.

Era arrivato il giorno di togliere le bende, ed Hermione era stranamente elettrizzata e preoccupata allo stesso tempo.

-Che cosa hai?- chiese Harry all'amica, vedendola soprapensiero ed eccitata.

-Niente- rispose subito lei, cercando di essere più convincente possibile.

-Ne sei sicura? Lo sai che con noi puoi sempre parlare, soprattutto con me- insistette.

-Certo che lo so, ma non ho niente di cui parlarvi, sto bene- disse, finendo la sua fetta di pane.

-Andiamo a farci una partita a Scacchi Magici all'aperto?- domandò Ron, che aveva finito di mangiare gia da un pezzo, e stava aspettando che anche gli altri finissero.

-Certo! Andiamo!- disse Harry alzandosi e girandosi verso Hermione- Tu devi ancora aiutare la signora Weasley?-

-Sì, vi raggiungo dopo- rispose Hermione con calma, ormai ci si era abituata, non era la prima volta che mentiva ai suoi migliori amici, e questo le faceva male.

-Ci vediamo dopo!- la salutarono i due, e uscirono in giardino, Ginny scese poco dopo.

-Dove sono gli altri?- le domandò bevendo un bicchiere di succo d'arancia.

-Fuori a giocare a scacchi- rispose Hermione, alzandosi dalla sedia di legno.

-Grazie, ora vado da loro- disse dirigendosi verso la porta.

Occhi che non vedonoWhere stories live. Discover now