Capitolo 15

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Quella mattina, però, Hermione non raggiunse mai la stanza di Draco.

Una grossa esplosione nell'ingresso principale della scuola attirò la sua attenzione e la fece correre immediatamente fuori dal castello e nel punto dove vi era stato quel rumore assordante.

Mentre correva a perdifiato verso l'ingresso, con ancora Malchior al guinzaglio che la seguiva, iniziò a piovere a dirotto e grossi goccioloni d'acqua cominciarono a bagnare il pavimento di roccia sotto di sé e a bagnarla interamente.

Quando arrivò era fradicia e infreddolita, ma anche terrorizzata a morte.

Un gruppo incredibilmente numeroso di Mangiamorte stava nell'ingresso, circondando una persona incappucciata. Lord Voldemort.

Hermione inorridì e si appiattì contro un muro, per non farsi notare da nessuno. Cercò in fretta di riprendere fiato e si guardò freneticamente intorno alla ricerca di aiuto.

Vide la McGranitt uscire da sotto il portico con la bacchetta in mano, seguita dal resto dei professori, e Hermione si ricordò amaramente di aver lasciato la sua unica arma nella stanza di Draco.

Deglutì a vuoto, sentendo il cuore in gola e fissò la scena con gli occhi sbarrati dalla paura.

Avevano intenzione di affrontarsi? Era impossibile uscirne vivi! I professori erano nettamente in svantaggio, sia di numero che di capacità magiche, non avevano nessuna speranza di vittoria contro il Signore Oscuro e i suoi spietati Mangiamorte.

Doveva chiedere aiuto! Ma a chi?

Qualcuno le picchiettò alle spalle e si voltò di scatto pronta ad urlare, ma una mano maschile le tappò la bocca e la schiacciò al riparo contro il muro.

Hermione si rilassò. Erano solo Harry, Ron e Arale.

-Shhhh- le disse piano Harry, con la bacchetta sguainata e con il volto serio e teso.

Hermione annuì e Harry le liberò la bocca.

-Dove è Draco?- chiese sottovoce Hermione, preoccupata per il ragazzo:

-È in stanza, non sa niente dell'attacco ed è meglio che non sappia niente per adesso, non potrebbe esserci di nessun aiuto nel suo stato- le rispose Harry, si sporse per vedere come procedevano le cose e vide che la McGranitt stava discutendo ferocemente con Voldemort.

-Stanno parlando, ma non si sente niente. Accidenti!- disse apprensivo e arrabbiato il moro.

-Cosa facciamo? E se cominciano a lottare?- domandò Ron nervoso e leggermente in ansia.

-Lotteremo anche noi- rispose immediatamente Harry.

-Io non ho la bacchetta...- informò con un senso di colpa Hermione.

-E anche se ce l'avessi resteresti comunque qui con Arale- le disse il ragazzo con la cicatrice.

-Cosa? Io non rimango qui!- protestò stizzita Arale, guardando il suo ragazzo come se fosse improvvisamente impazzito.

-Non ho voglia di discutere con te, Arale- le disse Harry, tornando a sporgersi oltre il muro.

Non stava procedendo bene, i Mangiamorte avevano alzato le loro bacchette e le stavano puntando contro i loro docenti.

-Fra poco si scatenerà l'inferno, dobbiamo fare qualcosa...- fece Harry agitato.

-Ma cosa? A me non viene in mente niente e poi non possiamo fare poi molto in due...- fece Ron.

-In tre- ricordò Arale, Harry le lanciò un'occhiata ma la ragazza sostenne il suo sguardo severo.

Stranamente Malchior se ne stava tranquillo e in silenzio, come se sapesse di non dover fare alcun rumore per non farli scoprire.

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