49 • Non siamo soli

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"Che stai scrivendo all'una di notte?" domando girandomi su un lato e buttando qualche occhiata allo schermo del cellulare impostato sull'app note

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"Che stai scrivendo all'una di notte?" domando girandomi su un lato e buttando qualche occhiata allo schermo del cellulare impostato sull'app note.
Era da un'ora che andava avanti a scrivere, a digitare e a cancellare e dovevo ammettere di essere piuttosto curiosa. Come d'altro canto ero per ogni cosa lo riguardasse.

"L'orario non conta quando arriva l'ispirazione" mi sussurrò contro la tempia, facendomi correre diversi brividi in tutto il corpo, ci lasciò un leggero bacio e poi tornò con gli occhi sullo schermo.

"Ho quasi finito però.." continuò alternando lo sguardo dal telefono a me "smettila di guardarmi così che mi distrai". La sua voce nel pronunciare quelle parole scese di un'ottava facendosi leggermente più roca e scossi la testa sorridendo.

"Come ti starei guardando?" e senza spostare lo sguardo, questa volta, rispose "come chi vorrebbe fare l'amore con me un'altra volta".

Sentì un'ondata di calore salirmi fino al viso. Arrossii. Fino alla radice dei capelli e ringraziai il signore che fosse totalmente buio, senza contare la luce emanata dal cellulare.

Distolsi lo sguardo, presi un cuscino e glielo tirai "smettila di mettermi in imbarazzo" lo vidi scuotere la testa e
sussurrò "quello mai, sei troppo carina quando arrossisci, però se ti può aiutare sappi che tra qualche minuto ho finito e poi sarai mia, che se non ti bacio subito potrei impazzire"

Come preannunciato infatti, qualche minuto dopo chiuse le note buttando poi il cellulare sul comodino e si fiondò su di me.

"Poi però mi fai leggere quello che hai scritto?" domandai sulle sue labbra, senza farle scontrare, come invece ogni singola parte del mio corpo mi chiedeva di fare.
"Vediamo" sussurrò e prima che potessi ribattere la sua bocca fu' contro la mia e non allora c'era più spazio per le parole, lo sapevo io, lo sapeva lui.

•••

Avvolta nel caldo del piumone lessi le parole sul cellulare di Alex, con lui accanto che osservava attentamente ogni mia minima espressione.

Dimmi che
siamo già lontani
da ciò che ci ha difesi
ma non da quello che ci ha unito
non siamo soli, soli
non siamo soli, soli
di fronte alla grandezza
di questa vita stessa

Il mio cuore perse un battito nel leggere quelle parole che sapevo riguardassero, un pochino almeno, anche me.
«non sei solo» , ero solita ripetergli spesso, in particolar modo durante le discussioni.
Avere davanti Ale, a primo impatto, poteva sembrare come avere davanti
un muro: impenetrabile.
E anche se ormai ero certa di conoscerlo più che bene alcune volte, quando si rinchiudeva in quei maledetti silenzi, sembrava impenetrabile anche per me.

dimmi che
il mondo è per due persone
che posso far cadere
nel cuore tutte le cose

Sorrisi, mi appoggiai con la testa sul suo petto, sul quale lasciai un bacio e poi continuai.

dimmi che non esiste il sole
ma è uno specchio che riflette
quel che vede

non siamo soli, soli
non siamo soli, soli
di fronte alla bellezza
lei a volte ci somiglia

Alzai leggermente la testa per guardarlo, come una sorta di tacita domanda e lui annuì, accarezzandomi leggermente i capelli.

dimmi che
il mondo è per due persone
che posso far cadere
nel cuore tutte le cose

dimmi che non esiste il sole
ma è uno specchio che riflette
quel che vede.

•••

"Sai, sei la prima a cui io abbia mai fatto leggere e sentire le mie canzoni" mormorò stringendomi ancor di più tra le sue braccia.

"Leggendo quelle è come se mi avessi letto dentro, sappilo" gli lasciai qualche bacio sul collo e poi sussurrai "lo so, Ale e non credere che non ci dia la giusta importanza"

"Leggendo quelle è come se mi avessi letto dentro, sappilo" gli lasciai qualche bacio sul collo e poi sussurrai "lo so, Ale e non credere che non ci dia la giusta importanza"

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Semplicemente accade / Alex WyseWhere stories live. Discover now