Capitolo 8

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La mattina seguente, mi svegliai con un brivido di emozione nel petto, determinata più che mai a confessare i miei sentimenti a Nathan.
Indossai il mio abito migliore, sperando che potesse darmi un po' di sicurezza in più, anche se dentro di me la paura e l'ansia stavano crescendo.

Camminai verso la biblioteca con il cuore che batteva forte nel petto, sperando di trovare Nathan già lì ad aspettarmi. Ma quando arrivai, mi resi conto che la sua solita postazione era vuota, e un senso di delusione si diffuse dentro di me."Chissà dov'è Nathan," pensai, cercando di non lasciare che l'ansia prendesse il sopravvento.

Mi sedetti al mio posto abituale, cercando di concentrarmi sul lavoro, ma ogni tanto alzavo lo sguardo verso l'ingresso sperando di vederlo arrivare. Tuttavia, i minuti passavano e Nathan non si faceva vedere."Deve essere solo in ritardo," mi ripetevo, cercando di convincermi che non c'era motivo di preoccuparsi.

Ma man mano che il tempo passava e Nathan non compariva, l'ansia cresceva dentro di me, insieme a una serie di pensieri negativi.
E se non si presentava perché non voleva vedermi?
E se aveva cambiato idea sui suoi sentimenti?
L'orologio sembrava muoversi lentamente mentre aspettavo, e ogni secondo senza di lui sembrava un'eternità. Mi morsi il labbro inferiore nervosamente, cercando di respingere i pensieri negativi che affollavano la mia mente.
"Devo essere paziente,"
mi ripetevo, cercando di mantenere la calma.
"Forse c'è stato un imprevisto."
Ma nonostante i miei sforzi, l'incertezza continuava a crescere dentro di me, avvolgendomi in una nebbia di preoccupazione e dubbio.

Avrei dovuto confessare i miei sentimenti a Nathan appena lo avessi visto, ma ora che non era ancora arrivato, temevo di non avere l'opportunità di farlo.

Il mio cuore si strinse all'idea che potesse esserci qualcosa di sbagliato, ma mi aggrappai alla speranza che tutto si risolvesse per il meglio.
Con ogni minuto che passava, l'ansia si faceva sempre più intensa, e l'attesa diventava sempre più insopportabile.

Quando Nathan finalmente entrò nella biblioteca, la sua espressione non era quella solita. Invece del sorriso radioso che di solito adornava il suo volto, c'era una tristezza evidente nei suoi occhi.

Il mio cuore si contrasse nel vederlo in quello stato, e subito tutte le mie preoccupazioni scomparvero nel momento in cui mi resi conto che qualcosa non andava.
Mi alzai dal mio posto e mi avvicinai a lui con passo incerto, cercando di leggere tra le righe della sua espressione cupa. "Nathan, tutto okay?"
chiesi, la preoccupazione colorando la mia voce.
Alzò lo sguardo verso di me, e nei suoi occhi scintillava una tristezza palpabile che mi fece stringere il cuore.
"Krystal, scusami per il ritardo,"
disse con voce soffocata, le parole appena sussurrate attraverso l'aria carica di tensione.
Posai una mano sulla sua spalla con gentilezza, cercando di trasmettergli un po' di conforto.
"Nessun problema, Nathan. Ma cosa è successo? Sembri preoccupato..."

Mentre Nathan condivideva il suo dolore, il mio cuore si spezzava per lui.
Ascoltai attentamente mentre raccontava di suo fratello, di come fosse morto quando Nathan aveva solo dieci anni.
Oggi era il giorno del suo compleanno, un giorno che ora portava con sé un carico di tristezza e ricordi dolorosi.
Le sue parole erano impregnate di dolore e rimorso, e non potevo fare a meno di immaginare quanto sia stato difficile per lui affrontare quella perdita così precoce.

Il mio sguardo si riempì di compassione mentre Nathan continuava a parlare, condividendo le sue emozioni più intime con me.
"Mi dispiace tanto, Nathan,"
sussurrai, le parole traboccanti di sincerità.
"Non posso nemmeno immaginare quanto sia stato difficile per te. È così commovente che tu sia qui oggi, nonostante tutto quello che hai passato."
Nathan annuì, gli occhi lucidi di lacrime trattenute.
"Grazie, Krystal. È stato difficile, ma sono grato di avere persone come te nella mia vita che mi sostengono."
Sentii un misto di tristezza e ammirazione per lui mentre parlava. Nonostante il suo dolore, Nathan era una persona forte e coraggiosa, capace di affrontare le sfide della vita con dignità e resilienza.

Mi avvicinai e gli presi la mano con dolcezza, cercando di trasmettergli un po' di conforto attraverso quel gesto silenzioso.
"Se c'è qualcosa che posso fare per aiutarti, Nathan, sono qui per te,"
dissi con voce morbida.Un leggero sorriso si dipinse sulle labbra di Nathan mentre stringeva la mia mano con gratitudine.
"Grazie, Krystal. Il solo fatto di essere qui con me significa molto."
In quel momento, mentre ci sostenevamo l'un l'altro attraverso il dolore e la tristezza, mi resi conto ancora una volta di quanto fosse importante avere persone care al nostro fianco nei momenti più difficili della vita. E se c'era una cosa che avrei voluto, era essere lì per Nathan, come lui era stato per me.

Mentre lo ascoltavo, sentivo una profonda gratitudine per la sua presenza nella mia vita. Non solo era una fonte costante di sostegno e affetto, ma aveva anche il coraggio di aprirsi e di condividere con me le sue esperienze più dolorose.
Non riuscivo a trovare le parole per esprimergli quanto significasse per me, ma nel mio cuore sapevo che era una fortuna avere qualcuno come lui al mio fianco.
Ero grata per ogni momento passato insieme, per ogni risata condivisa, per ogni gesto di gentilezza che dimostrava.
Mentre lo guardavo, con il suo sguardo compassionevole e il suo cuore generoso, mi sentivo fortunata di avere Nathan nella mia vita.
E anche se non riuscivo a esprimere i miei sentimenti a parole, speravo che lui potesse leggere nei miei occhi quanto fosse importante per me.

Il coraggio di rinascere Where stories live. Discover now