Capitolo 9

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Krystal

Dopo la conversazione con Nathan, qualcosa dentro di me si era spostato. Le parole di conforto e sostegno che avevamo scambiato erano come semi piantati nel terreno fertile della nostra relazione, pronti a germogliare in qualcosa di bello e duraturo.

Mentre riflettevo sulle mie emozioni, il mio cellulare vibrò nella tasca del cappotto. Era un messaggio di Nathan: "Posso vederti stasera? Ho bisogno di parlarti di qualcosa d'importante."

Il cuore mi saltò un battito. Cosa avrebbe potuto essere così urgente? Decisi di incontrarlo al nostro bar preferito, un piccolo bar nascosto tra le stradine di Trastevere, lontano dalla confusione turistica.

Arrivata al caffè, trovai Nathan seduto a un tavolino all'aperto, il suo sguardo perso nel vapore della tazza di caffè davanti a lui. "Ciao Nathan," dissi Krystal con un sorriso cauto. "Cosa c'è che non va?"

Nathan alzò lo sguardo, i suoi occhi riflettevano una determinazione insolita. "Krystal, ho preso una decisione," iniziò, facendo una pausa come per raccogliere i pensieri. "Ho deciso di affrontare il mio passato, una volta per tutte."

Mi sedetti di fronte a lui, ascoltando attentamente. "Cosa intendi?" chiesi, la curiosità tinta di preoccupazione.

"Voglio andare a trovare la tomba di mio fratello," disse Nathan. "Non ci sono mai stato da quando... da quando è successo. Penso che sia ora di dire addio in modo giusto."

Le parole di Nathan mi colpirono come onde contro gli scogli. Era un passo enorme per lui, un viaggio verso la chiusura che aveva evitato per così tanto tempo.

"Ti accompagnerò," dissi senza esitazione. "Non devi farlo da solo."

Nathan mi sorrise, un sorriso che portava con sé la gratitudine e la speranza. "Grazie, Krystal. Significa molto per me."

La sua decisione di affrontare il passato aveva aperto una nuova porta nella nostra relazione, una che ci avrebbe portati attraverso sentieri di guarigione e scoperta.

Il giorno seguente, ci ritrovammo alla stazione ferroviaria, pronti per il viaggio verso la città natale di Nathan. Il treno ci portò attraverso paesaggi che cambiavano lentamente, da urbani a rurali, e con ogni chilometro percorso, vedevo Nathan diventare più pensieroso, più immerso nei suoi ricordi.

Osservavo il paesaggio scorrere dal finestrino, ma la mia mente era con Nathan. Mi chiedevo cosa stesse passando nella sua testa, quali ricordi lo tormentassero. Decisi di non interrompere i suoi pensieri, dandogli lo spazio di cui aveva bisogno.

Arrivati a destinazione, il cielo era di un grigio piombo, come se anche la natura percepisse le nostre emozioni. Trovammo la tomba di suo fratello in un piccolo cimitero ai margini della città, un luogo tranquillo dove il tempo sembrava essersi fermato.

Vidi Nathan avvicinarsi lentamente alla lapide, i suoi passi incerti. Rimasi a pochi passi di distanza, rispettando il suo momento di solitudine. Vidi Nathan inginocchiarsi, le sue spalle che tremavano leggermente mentre parlava in silenzio al fratello che non c'era più.

Dopo alcuni minuti, Nathan si alzò e si girò verso di me, i suoi occhi lucidi ma pieni di una nuova luce. "Ho detto quello che dovevo dire," disse con voce ferma. "È ora di lasciare andare il passato."

Gli andai incontro, avvolgendolo in un abbraccio che diceva più di qualsiasi parola. "Sono orgogliosa di te, Nathan," sussurrai. "Hai fatto un grande passo oggi."

Mentre lasciavamo il cimitero, il cielo iniziò a schiarirsi, lasciando intravedere sprazzi di azzurro. Era come se il mondo si aprisse di nuovo per noi, pieno di possibilità e nuovi inizi.

"Guarda," dice Nathan, indicando un raggio di sole che si fa strada tra le nuvole. "Anche nei giorni più bui, il sole trova sempre un modo per brillare."

Sorrido, stringendo la mano di Nathan nella mia. "E noi troveremo sempre un modo per andare avanti," aggiungo, con una promessa silenziosa di sostegno e amore incondizionato.

Il ritorno a Roma fu silenzioso, ma non era un silenzio scomodo. Era piuttosto un silenzio pieno di riflessioni e di una comprensione più profonda tra me e Nathan. Mentre il treno attraversa la campagna, tornando verso la frenesia della città, entrambi sapevamo che qualcosa era cambiato.

Guardavo Nathan, che dormiva con la testa appoggiata contro il finestrino. Il suo viso, di solito così espressivo, ora era sereno, quasi come se fosse stato liberato da un peso invisibile. Mi chiedevo se il Nathan che si sarebbe svegliato sarebbe stato diverso, se il processo di guarigione avrebbe iniziato a trasformarlo.

Quando arrivammo a Roma, il cielo era ormai buio, punteggiato solo dalle luci lontane della città. Mentre camminavamo verso casa, sentivo la mano di Nathan stretta nella mia, un contatto che parlava di fiducia e di un futuro condiviso.

"Krystal," disse Nathan, interrompendo il silenzio. "Oggi, grazie a te, ho sentito che posso finalmente chiudere un capitolo della mia vita e aprirne uno nuovo."

Gli sorrisi, sentendo il mio cuore gonfiarsi di calore. "E io sarò qui per te, Nathan, in ogni pagina che scriverai da ora in poi," risposi.

Arriviamo alla mia porta e Nathan si ferma e mi guarda negli occhi, un'intensità nuova nel suo sguardo. "Krystal, ci sono molte cose che voglio dirti, molte cose che voglio condividere con te. Ma per ora, voglio solo che tu sappia una cosa," dice, e fa una pausa, come se cercasse le parole giuste.

"Dimmi," lo incoraggio, curiosa di sentire cosa ha da dire.

"Semplicemente... grazie. Grazie per essere il mio raggio di sole nei momenti bui" dice infine, con una voce carica di emozioni.

Non ho bisogno di parole per rispondere. Invece, lo tiro in un abbraccio, lasciando che il nostro silenzio parli per noi. E in quel momento, so che non importa quali sfide ci aspettano, le affronteremo insieme.

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⏰ Last updated: Apr 26 ⏰

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