Quattro

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Mi volto verso la finestra. Sta cominciando a far buio, fuori: la ricerca sui giornali mi ha portato via tutto il pomeriggio. Cerco con lo sguardo, più per istinto che per una qualche ragione logica, la figura di Tom Woodson.

Non c'è, ovviamente.

Richiudo in fretta i grossi faldoni di giornali e li riconsegno a Jane, prima di correre fuori.

Il suono della sirena d'allarme – la sirena rimasta lì dai tempi delle miniere, che avvisava di incidenti e altre sciagure – mi lascia interdetto. È già la seconda volta che lo sento, oggi.
Una macchina mi si accosta e frena. È Meadows.

«Salta su, Jimmy,» mi dice, aprendomi lo sportello.

«Cosa succede?»

Ripartiamo in fretta. «Un incendio.»

Oh, cazzo, quante volte ho già sentito questa parola, oggi? «Dove?»

La risposta non mi sorprende. Non davvero. «Alla fattoria dei Woodson.»

***

I vigili del fuoco volontari sono già arrivati sul posto e stanno già lavorando per spegnere le fiamme, aiutati dai vicini di casa e da altra gente del paese.

«C'è qualcuno dentro?» chiedo, avvicinandomi.

«C'era il vecchio Tom. Hanno già tirato fuori il corpo» mi risponde uno dei volontari, indicandomi una salma coperta da un lenzuolo, poco distante.
Scorgo la vedova, Caroline Woodson, costernata, mentre viene visitata dal medico. Mi avvicino.

«Mi dispiace infinitamente per Tom. Era davvero un brav'uomo» le dico, dolcemente. Mi siedo accanto a lei. «È in grado di parlare?» domando.

La donna, disperata, solleva gli occhi verso di me, dal profondo del viso sporco di fuliggine e lacrime, che vi hanno scavato solchi bianchi. «Cosa vuole sapere?»

«Saprebbe spiegarmi cosa è successo?»

Scuote la testa, lentamente. Parla a fatica tra i singhiozzi. «Ho sentito odore di fumo e sono riuscita a uscire prima di morire bruciata. Il povero Tom... Lui non ha avuto questa fortuna.»

«In casa avevate acceso la stufa, magari, o il camino? O avevate qualcosa in forno?»

Caroline non può fare altro che sollevare appena le spalle. «No. Sa, sceriffo... diceva sempre che Abe Barber gli aveva salvato la vita, quella volta in miniera, e che prima o poi sarebbe venuto a riscuotere il suo debito.»

Il medico le appoggia una coperta sulle spalle. «Sceriffo, se ha finito di interrogarla, sarei dell'idea di farla portare a Dayton, in ospedale, per un controllo.»

«Solo un'ultima cosa» aggiungo. «Tom le aveva mai parlato dell'incidente in miniera?»

Caroline mi fissa, gli occhi arrossati dal fumo e dal pianto mi squadrano. «Non penserà davvero che c'entri quella vecchia storia?»

«Non posso escludere niente, al momento.»

«Non ne parlava molto. Diceva solo che, proprio quando pensava di morire, gli era apparso Abe Barber. Era riuscito a salvarsi per miracolo. Era quasi completamente coperto di ustioni, dalla vita in giù. Ha impiegato anni a guarire... e qualcosa dentro non è mai guarito.»

***

«L'incendio è sicuramente doloso» mi spiega uno dei vigili del fuoco, mostrandomi una lunga scia di erba bruciata che si allunga da uno dei campi fino alla fattoria. «Credo che abbia usato un accelerante di qualche tipo – che ne so, benzina, magari – e che abbia appiccato il fuoco da qui.»

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