Capitolo 31

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La porta si aprì ma non c'era nessuno, era solo il vento. Sospirai. La pioggia sembrava stesse cessando. Accesi il cellulare, non ricordavo di averlo spento. Erano le sei del pomeriggio e avevo ricevuto un solo messaggio: era Amity.

Appena puoi passa da me, dobbiamo parlare, aveva scritto. Sospirai. Scesi dall'albero aggrappandomi alla corteccia, quando notai un incisione.

"Rick, non mi abbandonerai mai vero?"
"No, Annie. Non lo farò." sorrise.
"Nemmeno quando saremo grandi? O quando andrai a vivere nello spazio? O quando avrò una macchina volante? O quando io e Superman ci sposeremo?" domandai
"No, perché quando inventeranno il teletrasporto, ti farò visita ogni giorno dalla luna."
"E come farò quando mi sentirò sola e tu non sarai con me?"
Ci pensò un po' su e dopo mi prese per mano. Mi portò davanti a un albero, frugò tra le tasche e ne estrasse una penna con cui incise la parola 'insieme'.
"Neanche Superman potrà mai dividerci." sussurrò. Mi gettai tra le sue braccia.
"Ti tanto bene, Rick."

Feci un mezzo sorriso, ma poi sospirai. Vorrei tornare indietro nel tempo, in quei giorni in cui c'era un litigio, si risolveva subito perché la propria felicita era più importante dell'orgoglio. Alzai il cappuccio della  felpa e mi diressi verso casa di Amity. Bussai e mi venne ad aprire lei.

"Sapevo che saresti venuta." mormorò tra sé.

Entrai e mi sedetti sul divano.

"Perché mi hai chiesto di venire?" domandai un po' scocciata.

"Belle, hai per caso qualcosa da raccontarmi?" mi fece un'altra domanda.

"No, perché?"

"Sei sicura? Non hai proprio niente da dirmi?" si sedette al mio fianco.

"Ti ho appena detto di no." risposi irritata. C'era tensione nell'aria, non sapevo come spezzarla.

"Prima parlavi dei tuoi problemi, piangevi, almeno ti sfogavi. Ora tieni tutto dentro, sei assente. Non sorridi più come una volta." mormorò, cercò di accarezzarmi il dorso della mano ma mi scansai.

"Non capisco di cosa stai parlando." dissi ma la voce mi si spezzò a causa delle lacrime che scorrevano sul mio viso senza che me ne accorgessi. Strinsi le mani in pugni e le appoggiai sugli occhi, come se potessi ricacciarle dentro.

"Fre-ederick è m-mio fra-atello" singhiozzai. Lei si irrigidì di colpo, si guardava intorno come se volesse scomparire. Non era mai stata una brava attrice.

"Non ci credo! Tu sapevi tutto, cazzo!" sbraitai. "Tu e quel coglione di Frederick sapevate tutto, cazzo! Pensavo che di te mi potevo fidare, ma ero fottutamente cieca." uscii da quella casa prima che potesse dire qualcosa. Mi sentivo presa in giro da tutti. Non sapevo dove altro andare, a casa no di certo. Ritornai nella piccola casetta, l'unico posto in cui nessuno poteva mentirmi. Mi straiai sul piccolo materassino nell'angolo, a riscaldarmi era la coperta bucherellata. Il temporale era ripreso, più forte di prima, come se volesse rispecchiare il mio stato d'animo. Non avevo mangiato tutto il giorno e della fame non c'era neanche l'ombra. Ero stanca ma non riuscivo a dormire, la mia mente era un caos di pensieri e domande. Sono stata abbandonata dalla mia madre biologica, i miei "genitori" sapevano tutto, Amity sapeva tutto, Frederick, mio fratello, non mi ha mai raccontato la verità. Non so più chi sono. Una mano mi accarezzò i capelli, probabilmente stavo già sognando. Ma quel profumo no, non potevo sognarlo. Dopo tutti questi anni non avrei mai dimenticato il profumo di ciliegia e menta, ne erano impregnati quasi tutti i miei vestiti. Aprii gli occhi di scatto e mi girai. Non era un sogno, era lì.

"Frederick" sussurrai. Tutto l'odio che provavo nei suoi confronti sparì quando incontrai i suoi occhi.

Anche questa volta non riuscii a contenere le mie lacrime, così cominciarono a rigarmi le guance. Mi gettai su di lui e mi avvinghiai, come se fosse una roccia, un ancora.

Non disse niente, mi accarezzò soltanto, come se non ci fosse bisogno di sprecar parole per capirci.

"Forse non avrei dovuto dirtelo, sarebbe stato meglio." mormorò più a se stesso che a me. All'inizio non riuscii a capire le sue parole, poi mi staccai da lui, la rabbia cominciava a montare dentro me.

"Sarebbe stato meglio che cosa, Frederick? Che vivessi nella menzogna? Che non sapessi che sono stata adottata? Che amo mio fratello? No, Frederick, non sarebbe stato meglio un cazzo." sbottai, le parole uscirono da sole dalla mia bocca senza che riuscissi a controllarle.

"Cosa hai appena detto?" disse sconvolto.

Ops.

"Ehm... No, non ho detto niente. Hai capito male." risposi. Mi prese il viso tra le mani constringendomi a guardarlo negli occhi.

"Annabelle, tu mi ami?"

#SpazioAutrice
Dan Dan Dan!! Ho messo corpo e anima per fare questo capitolo e, ammettetelo, è lunghissimo. Per fare contente voi, Daughter mi sussurra continuamente "aggiornami, per favore, aggiornami". Non so che dire, non sono mai stata brava nei ringraziamenti, quindi perdonatemi se faccio un po' pena xD allora, quando siamo arrivati a 200k ero tipo "WTF?" e dopo ho cominciato a correre per casa come una ritardata (mia madre mi voleva uccidere xD) vi amo tutti, dal primo all'ultimo, non so come ringraziarvi. E adesso... ho finito le parole. Spero soltanto che con questo capitolo non ci siano problemi perché se lo dovrò riscrivere, giuro che il cellulare cadrà dal balcone.

#Per la 5sosfam
Oddio, avete visto il videoclip di Good Girls? È tipo asktshshsjsg *-* appena l'ho visto sono morta, infatti sto scrivendo dall'aldilà xD
- Aury

Amo il mio peggior nemico.Where stories live. Discover now