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<<Buongiorno! Sono Crystal, un'amica di sua figlia, sa dirmi se è in casa?>>
Sfoggio il miglior sorriso amichevole, che sono in grado di mettere in scena e stringo la mano alla donna, che sulla soglia della porta, mi osserva incuriosita. I lunghi capelli biondi ricadono sulle spalle in modo maniacale, gli occhi marroni sono luminosi e le donano un'aria spensierata. <<Non sapevo che Eloise avesse un'amica>> commenta la donna, riuscendo a stento a contenere la gioia.
Mi volto verso i due ragazzi, nascosti oltre l'imponente cancello, senza però ricevere il loro sostegno, se non un rapido cenno della mano, come invito a non perdere tempo.
<<Ci conosciamo da poco tempo, sono nuova in questa città e frequento la sua scuola solo da due settimane>> invento, provocando però in lei serietà. <<E per quale motivo non sei anche tu a scuola adesso?>> mi domanda per l'appunto.
Diamine! Mi ero completamente scordata dell'esistenza di quell'orrendo edificio, la mia mente deve averlo rimosso, altrimenti non avrei mai perso tempo a parlare con questa donna.
"Arrangiati" pensa Ryan, facendomi sbuffare dallo sconforto.

Punto le mie iridi grigie su quelle scure della donna, velandole in poco tempo di lacrime.
<<M-mia madre ha avuto un incidente stradale ieri sera e oggi non me la sentivo proprio di andare a scuola, sono venuta fin qui per cercare il conforto di un'amica>> singhiozzo, mentre le lacrime scorrono copiose sul mio viso. Una delle mie qualità è certamente saper recitare, difatti la donna mi stringe rapidamente fra le sue braccia.
Mi irrigidisco a quel contatto, sperando che si allontani il più velocemente possibile.
<<Oh tesoro, mi dispiace così tanto!>> sussurra, allontanandosi dopo poco per scrutarmi carica di compassione.
<<So che in questi momenti è complicato andare a scuola, ma credo possa essere utile come distrazione. Posso accompagnarti!>> mi propone, tornando a sorridere come se non fosse successo niente.
No, no, no.
<<Non ce n'è bisogno davvero, non me la sento>> tento di farle cambiare idea, ma ormai ogni mio tentativo sembra essere vano.
<<Ti accompagno con piacere, sei un'amica di mia figlia, nessun disturbo cara!>> sorride, sventolando le chiavi della macchina difronte ai miei occhi. Osservo i due ragazzi, supplicandoli con lo sguardo di fare qualcosa, ma entrambi scuotono il capo.
"Forse non è una cattiva idea andare nella sua scuola, almeno avremo più possibilità di incontrare Eloise" pensa Ryan, per poi sussurrare a Dylan ciò che mi ha riferito.
Solamente un'umana potrebbe consigliare ad una ragazza in preda ad una crisi di pianto, di andare a scuola per distrarsi e sentirsi meglio.
<<Sei ancora in tempo per entrare alla seconda ora! Immagino che tu non sia felice, ma sono certa di quello che dico: hai bisogno di distrazioni e non c'è niente di meglio che seguire le lezioni odierne>> mi conduce verso la sua audi bianca.
Sento le mie gambe tremare dal nervoso e tento di mantenere la calma, per evitare di rovinarle il sorriso con un bel pugno in faccia.

Apro lo sportello della macchina, rivolgendo un'ultimo sguardo ai due ragazzi, prima di entrare nell'abitacolo.
"Vi condurrò da me" imprimo queste parole nelle loro menti, vedendoli recepire il messaggio con stupore.
"Speriamo solo che tu possa riuscire anche a distanza"
Non hanno la più pallida idea di chi tu sia, di cosa tu sia capace.

<<Tutto bene?>> la madre di Eloise mi osserva preoccupata, come se poco prima non avessi messo in scena un copione degno di nobel.
<<Stavo solo pensando a mia madre>> mento, senza riuscire a trattenere l'evidente irritazione.
Dal canto suo, mi osserva carica di compassione, una fra le emozioni che odio maggiormente, un sentimento talmente ostile a me, da costringermi a guardare fuori dal finestrino, per non vederlo.
La madre di Eloise, che scopro solo più tardi chiamarsi Michelle, durante il breve viaggio, tenta a suo modo di consolarmi, riuscendo soltanto a provocarmi un grosso mal di testa. Appena scendo dalla sua auto, tiro un sospiro di sollievo, recandomi verso l'entrata con l'intenzione di seminarla. Mi prendo qualche secondo solo per eliminare dalla mia mente i suoni provocati dai passanti e dalle auto, concentrandomi unicamente sul cartello affisso all'entrata e riportando quell'immagine nei pensieri di Dylan e Ryan.

<<Entriamo?>> domanda la donna affiancandomi. Per quale motivo mi sta accompagnando dentro la struttura? Non sono una bambina, posso cavarmela da sola e per giunta non è mia madre.
<<Stai tranquilla, andrà tutto bene>> tenta di rassicurarmi Michelle, aprendo la porta in vetro e facendomi cenno di seguirla <<Quale lezione dovresti seguire adesso?>> mi domanda.
<<Motoria>>
<<Buongiorno!>> Michelle saluta i bidelli con il suo solito sorriso snervante stampato in volto.
<<Crystal sta passando un periodo difficile, è un'amica di mia figlia e ho deciso di accompagnarla a scuola personalmente. Potreste cortesemente condurla nella sua classe?>> domanda con voce cordiale, come se fossi una bambina ancora incapace di camminare.
<<Certo, che materia hai?>> mi domanda una bidella, avvicinandosi con un'atteggiamento fin troppo studiato.
<<Ha educazione fisica>> le sorride Michelle <<Io salgo nel mio ufficio, se hai bisogno di me puoi trovarmi là>> aggiunge, lasciandomi ulteriormente di stucco.
<<I-il tuo ufficio?>> domando.
<<Certo, sono la preside! Non lo sapevi?>> mi guarda di sbieco.
<<Oh si si certo, stavo solo pensando, che non sono mai entrata nel tuo ufficio>> replico rapidamente. In quale assurda situazione mi sono cacciata?
<<Ora ti lascio tranquilla, non vorrai mica fare tardi a lezione!>> sorride, scomparendo lungo il corridoio.
Ecco perché voleva portarmi a tutti i costi a scuola, razza di sadica, guastafeste e impicciona!

<<Andiamo su, non hai sentito la preside?>> la bidella di poco fa, si scompone immediatamente dall'aria professionale che aveva finto fino a poco prima e mi afferra il braccio, trascinandomi verso la palestra.
<<Ce la faccio da sola, non c'è bisogno che mi accompagni>> sbotto, liberandomi bruscamente dalla sua presa.
<<La preside mi ha ordinato di accompagnarti>> replica, tornando ad afferrarmi il polso.
<<Riesco benissimo da sola, non ho bisogno della badante>> sollevo la voce, liberandomi nuovamente dalle sue grinfie con una spinta.

<<Ormai siamo arrivate>> sbuffa <<Permesso! Signorina Smith salve, la preside mi ha detto di accompagnare questa ragazza scontrosa a lezione>>
Io resto paralizzata sulla soglia della porta, osservando tutti gli occhi sconosciuti posati su di me.
<<Deve essersi sbagliata, non ho mai visto questa ragazza in vita mia>> dice la professoressa, avvicinandosi a me sospettosa.
<<Sono nuova>> borbotto, riprendendo voce.
<<Non mi è arrivata notizia di una nuova alunna>> replica lei, osservandomi un'ultima volta per poi sospirare.
<<Non importa, trenta giri di campo tutti quanti. Forza! Raggiungi i tuoi compagni>> grida.

Sbianco e maledico mentalmente Ryan, sperando che arrivi al più presto. Io detesto motoria. Ma cosa mi è saltato in mente?

Spazio Autrice:
‼️Nel caso vogliate fare dei video o post su questa mia storia, in ogni social usate l'hashtag: #elementswattpad, così che io possa trovarli.‼️
Vi piace il nome Eloise?
Se avete un nome da consigliarmi per "occhi rossi" vi prego di scrivermelo nei commenti, mi trovo un po' in difficoltà.
-Asia.

Elements: I PresceltiWhere stories live. Discover now