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<<Dai Crystal, non fare la bambina>>
Ignoro Nate seduto dietro di me e accarezzo il pegaso nero, beandomi di quel tocco e pensando al contempo a come se la sia cavata Esme durante il teletrasporto verso l'Arsimea.
<<Pronto?>>
<<Ho detto che non voglio parlarvi>> ribatto scocciata.
<<Stai scherzando spero>> sbuffa il biondino dietro di me.
<<E io spero che quello a scherzare sia tu invece. Come posso non essere arrabbiata? Siete una mandria di idioti>>
<<È solo un libro>>
<<Solo un libro? Ma insomma, in che razza di mondo vivevi. Spero almeno che tu abbia letto Harry Potter, a questo tengo davvero tantissimo, ne va della tua vita>> ribatto imbronciata e desiderosa di farlo cadere dal pegaso.
<<Uhm... no?!>>
<<No? Com'è possibile che tu non abbia mai letto Harry Potter, emerito cretino che non sei altro?! Almeno i film li hai visti?>> grido, scatenando l'ilaritá di Dylan, che, poco distante da noi, si gode la scena. Non sono nata sul Pianeta Terra, eppure ritengo che Harry Potter sia un vero e proprio capolavoro; è inconcepibile il suo atteggiamento.
<<Si, un paio>> risponde immediatamente, forse cercando di aggrapparsi a specchi inesistenti.
<<Un paio? Vuoi dirmi che ne hai guardati solo alcuni e poi hai avuto anche il coraggio di smettere?>> mi altero ulteriormente, tirandogli una gomitata nello stomaco.
<<Io queste cose proprio non le capisco. Sembra che certa gente sia terrorizzata dall'idea di usare quel minuscolo cervellino che si ritrovano in testa. Lo tengono incartato in un pacchetto al sicuro, perché "non sia mai che si rovini". E infatti si vede il risultato...>> borbotto, criticando Nate e i suoi simili, ma strappando inevitabilmente una risata a tutti.
<<Però, sei simpatica eh!>> commenta Ryan scuotendo la testa.
<<Dubitavi?>>
<<Ho sempre saputo, che l'Acqua sarebbe stata così>> sorride Faith.
<<Fidati preferirai non averla conosciuta>>
La risposta di Asher non fa che irrigidirmi ulteriormente.
Per oggi ne ho davvero abbastanza!
<<Allora? Ti decidi a rivolgermi la parola?>>

Un tuono improvviso interrompe la nostra conversazione e la confusione anima il momento. Osservo il cielo limpido sopra di noi, venire attraversato da un fulmine e mi guardo intorno consapevole del pericolo.
Ryan si agita e fa cenno a Faith e a noi altri di seguirlo. Si nota visibilmente la sua preoccupazione, dovuta sia alla nostra assente preparazione, che al nostro pericoloso modo di destreggiare un pegaso.
Beh loro non sono abituati a starci, ma tu si.
Shh, zitta tu.

Scruto delle sagome familiari in lontananza e, intuendo la loro provenienza, un magone e un fortissimo stato di ansia si fanno strada nel mio petto.
Mentre il pegaso prende velocità e Nate trema come una femminuccia, io tento di legare rapidamente i miei lunghi capelli, sollevo il cappuccio della felpa rossa scarlatto per nascondermi e attendo che il mio istinto mi sproni ad agire.
Osservo Faith allungare il braccio verso la loro direzione e scatenare un fascio di luce talmente forte, da costringermi a voltarmi. Sento l'energia nelle mie vene farsi sempre più presente, richiamata dalla magia e tento di addolcire l'altra mia natura, per non provocare disastri.
"Sento la sua presenza"
Poso le dita sulle tempie, una volta attraversata da un acutissimo dolore e intimo il pegaso a volare più velocemente. Il pizzicorio nelle mie vene è diventato doloroso e la tentazione di lasciar andare i miei poteri cresce in modo esagerato dentro di me.
Tremo al pensiero che riescano a trovarmi.
L'Arsimea ormai è vicina e approfitto dell'ennesimo fulmine, esageratamente vicino, per buttarmi giù dal pegaso, prima di svelare irrimediabilmente il mio segreto. Sento Nate gridare il mio nome e tante altre voci susseguirsi nell'aria, ma la pressione è talmente forte, da attutire ogni suono. Potrei sentire i loro pensieri, ma l'unica cosa a cui riesco a pensare in questo momento, è la libertà.

Allungo il braccio verso un ramo, poco prima di cadere per terra e mi arrampico su di esso con tutte le mie forze. È stata certamente una mossa azzardata, ma non potevo fare altrimenti. Osservo le mie mani e le piccole scintille di magia che trapelano da esse, risplendono di un grigio acceso.
Provo ad osservare il cielo attraverso le foglie color cobalto di questo maestoso albero, purtroppo con scarsi risultati. Sbuffo tentando di regolarizzare il respiro affannato e chiudo gli occhi.

Sento le grida degli elementi per la battaglia ormai in atto, sentendomi una codarda per non essere rimasta con loro ad affrontarli. Resto seduta sul tronco, attendendo e sperando che la situazione si plachi, con le mani tremanti nel timore che mi scoprano.
Slego i miei capelli dalla coda di cavallo che li teneva disordinatamente su e scendo dall'albero con un salto, cominciando ad incamminarmi nel bosco verso l'accademia.
Spero che non mi vengano a cercare, non sono in vena di dare spiegazioni ne tanto meno di sentire una ramanzina da parte di Ryan.

<<A che gioco stai giocando?>>
Parli del diavolo...
Interrompo i miei passi, voltandosi verso di lui con espressione corrucciata, alla palese ricerca di qualche scusa da rifilargli.
<<Sono caduta>>
<<Non sembra>> borbotta, guardandomi lentamente dall'alto verso il basso <<Cosa mi nascondi?>>
<<Niente Asher, niente che possa interessarti. Casomai che ci fai qui?>> sbotto, spingendolo via per la troppa vicinanza.
<<Mi hanno ordinato di venirti a prendere>> solleva gli occhi al cielo.
<<Ah si? E come conosci la strada? Come hai fatto a trovarmi? Forse tu hai qualcosa da nascondere>> domando, inarcando il sopracciglio destro con finto sospetto.
<<Voglio stare da sola, non ho bisogno di te>>
Asher si volta velocemente verso di me, spingendomi contro un albero.
<<Smettila di fare la bambina, il mondo non gira intorno a te Crystal, non sei nessuno. Non sono venuto per mia scelta, me l'hanno chiesto e, pur di allontanarmi da tutte quelle persone, mi sono dovuto sacrificare, quindi seguimi e stai zitta>>
Resto per qualche secondo paralizzata, sorpresa dalla quantità di parole che è stato finalmente in grado di pronunciare, e osservo i suoi occhi ora rossi brillare d'ira e delusione. Queste emozioni sono magia per le mie vene e sono costretta a distogliere lo sguardo per non perdere la concentrazione. Dopo minuti interminabili, poso un braccio sul suo petto per allontanarlo, ma lui mi afferra il polso.
<<Non puoi sempre fare così Crystal, cazzo>>
<<Che ho fatto adesso?>> replico, riprendendo finalmente fiato.
<<Scappi sempre dalle discussioni, rispondi e apri bocca solo quando non devi, così mi farai impazzire>>
Si passa una mano sul ciuffo e fissa il tronco dove poco prima vi ero io, con rabbia. Tento di non pensare a quella parola e allungo le maniche della mia felpa, per coprire le mani. Osservo i miei capelli, adesso più tendenti al grigio per il sentimento appena catturato, e riprendo a camminare.

Come si permette a darmi della bambina? Non fa altro che prendersi gioco di me, insultarmi e confondermi. Ha ragione quando dice che non ci conosciamo affatto, ma allora perché fa così? Perché mi tratta in questo modo?
C'è forse qualcosa, legato ai nostri ricordi, che lo turba così tanto?

Spazio Autrice:

Ciao a tutti, vi ringrazio per i commenti e per le stelline lasciate nel capitolo precedente.
Spero che stiate apprezzando la mia storia, ma dall'aumento delle visualizzazione e dalla classifica negli hashtag, noto con piacere che è così.
Sto provando a pubblicare nonostante tutto.
Nonostante me insomma... ma ce la sto facendo.
Se vi è piaciuto anche questo capitolo, se vi va, fatemelo sapere nei commenti.
Alla prossima!
-Asia.

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