9. Di amore e di morte

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Nessun estraneo era più tornato a trovarli da quando lei aveva invitato Maris alla prima festa di compleanno di Prince. La sé stessa bambina non aveva voluto ripetere l'invito l'anno seguente, temendo che Maris avrebbe insistito per rimanere anche quella notte. Tom di certo non aveva portato nessuno e Gara incontrava sempre le sue amiche nei boschi o a casa di qualcun'altra. L'ultima volta che ne avevano parlato, quando lei aveva otto anni, Gara le aveva detto che "la casa è per la famiglia".

La mattina in cui Cherry decise di affrontare la questione con sua madre Gara, era una domenica fredda e rifulgente dei colori caldi dell'autunno.

Erano passati esattamente cinque giorni da quando aveva sentito per la prima volta le farfalle nello stomaco per Ryan, e solo dodici ore da quando aveva deciso, ancora con qualche riserva, di preferire Bloodhound, perché era più giovane, aveva gli occhi chiari e il nome di un cane da caccia.

Le due donne, in abbigliamento tecnico e fucili a tracolla, si erano avventurate tra gli alberi lasciando Tom a casa. L'uomo le aveva salutate con un sorriso placido, augurandogli di avere successo, mentre Prince si era incamminato silenziosamente dietro di loro.

Cherry sentiva adesso la sua presenza calda accanto al proprio fianco, in contrasto con la natura circostante, ancora fredda ed umida dopo la pioggia che l'aveva baciata la notte scorsa, cullando Cherry in un sonno pacifico.

Sentiva la punta del naso e delle dita fredde. Gara indossava dei guanti termici, ma Cherry non si sentiva ancora abbastanza sicura a maneggiare il fucile senza riuscire a sentirlo davvero sotto le mani, senza essere sicura di aver posizionato bene il dito sul grilletto. Sua madre le aveva comunque fatto portare un paio di guanti, che teneva nella tasca della giacca leggera, nel caso sentisse le mani troppo intirizzite.

Ora poggiò una di quelle mani sulla spalla di Prince, che la accolse senza scostarsi. A nove anni compiuti, il puma mostrava ora quella bellezza fiera e tipica di un predatore selvaggio: era chiara e visibile negli occhi dorati e seri, attenti, nei muscoli sodi si contraevano e rilassavano portando avanti con passo regale quel corpo forte e slanciato. La sua pelliccia si era del tutto ripulita dai disegni dell'infanzia e dell'adolescenza, schiarendo ancora il sabbia e lasciando qualche alone scuro solo sul muso, sulle orecchie, poco sopra il naso ed intorno agli occhi ed agli angoli della bocca.

«A cosa stai pensando, Cher?» Chiese Gara, sottovoce, in tono piatto. Il suo fiato si condensò per un attimo appena in un piccolo spettro, dissolvendosi subito. Era ancora presto, il sole era sorto da pochissimo all'orizzonte.

Le foglie cadute smisero di crocchiare sotto i piedi di Cherry, quando la ragazza si fermò. La sua figura sottile rassomigliava a quelle dei tronchi giovani di quella zona, scuriti dalle piogge ed odorosi dei licheni e i muschi che li adornavano, in contrasto col cielo bianco e grigio.

«Hai la testa tra le nuvole» Insistette Gara, inginocchiandosi appena. Guardò il terreno, coperto di foglie dai colori vivaci, poi girò la testa. Lo faceva sempre quando cercava una pista, diceva che da quella prospettiva le era più facile vedere cose che altrimenti non avrebbe notato.

«Un po'» Ammise alla fine Cherry, con un sorrisetto. Diede una pacca al fianco di Prince, che continuò a camminare, lasciando indietro madre e figlia.

L'intero terreno dei Gale era ora il territorio di Prince, in cui il puma si premurava di fare almeno una volta la ronda, ogni mattina. Cherry sapeva che non era il caso di preoccuparsi: casa era comunque la sua tana, dove tornare a dormire, mangiare, ripararsi dalle intemperie e accoccolarsi con Cherry a leggere fascicoli sui super cattivi.

«Allora, vuoi parlarne? Prima di cominciare. Devi stare concentrata sulla caccia, lo sai, devi lasciare tutti i tuoi problemi indietro e...»

«Diventare il predatore» Cherry annuì. Fece un gran sospiro, per il solo gusto di vedere il proprio fiato condensarsi per un attimo. «Non è proprio un problema. Volevo chiederti... se è il... se è il caso di invitare un mio compagno della scuola»

Shadowfawn - La Ragazza IpnoticaWhere stories live. Discover now